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Crediti
di Harold Pinter
traduzione di Alessandra Serra
regia Michele Sinisi
con Stefano Braschi, Stefania Medri e Michele Sinisi
scene Federico Biancalani
collaborazione artistica Francesco M. Asselta
aiuto regia Nicolò Valandro
foto Luca Del Piaproduzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale con il contributo di Next-Laboratorio delle idee
A seguito del Dpcm di giovedì 3 dicembre 2020, sono sospesi tutti gli spettacoli fino al 15 gennaio 2021.
Lo spettacolo è stato quindi rinviato: daremo al più presto comunicazione delle nuove date dello spettacolo e dell’apertura delle prenotazioni.
PREZZO DEI BIGLIETTI
posto unico Interi € 19 | Ridotti € 16 | 1★
last minute € 15
Prenotazioni sospese
«Fanno bene i paletti a Sinisi. Che si muove a suo agio nell’intoccabilità di Pinter» asserisce il critico de Il Giorno, Diego Vincenti. «Ne esalta i dialoghi chirurgici. Le sfumature. Perfino le didascalie, in neon sul monolite che fa da sfondo al racconto di una relazione extraconiugale vissuta a ritroso. (...) Un lavoro ispirato. Per struttura e intuizioni. Ottimo il cast. Con Braschi che emoziona nei panni di Jerry. Chissà quando giocheranno ancora a squash». Opera del drammaturgo Premio Nobel per la letteratura, “Tradimenti” è - fin dall’esordio londinese del 1978 - fra i suoi titoli più amati dal pubblico e dagli interpreti, che nei personaggi di Emma, Robert e Jerry incontrano caratteri complessi, portatori di temi chiave nella poetica pinteriana.
Incentrato su un triangolo amoroso (due amanti, ed il marito di lei che è anche il miglior amico dell’amante), il testo gioca con le stratificazioni dei personaggi, con i loro “non detti” e singolarmente racconta la storia percorrendo gli anni della relazione “a ritroso”.
La sensibilità di un attore e regista come Michele Sinisi induce a cercare nuove prospettive per guardare al tradimento, senza accontentarsi di “rappresentarlo”. Ne nasce uno spettacolo dal potente rapporto con la scenografia e dai continui “ribaltamenti” di visuale: sul concetto di tradimento nella coppia, nell’arte, e nel rapporto con il pubblico che continuamente crede di aver capito tutto per scoprire, con un misto di sgomento e piacere, differenti verità.