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Crediti
testo a cura di Bianca Melasecchi
edizioni CURCIideazione di Filippo Michelangeli
con Alessio Boni, voce recitante
Francesco Libetta, pianoforteproduzione AidaStudio e Michelangeli Editore
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ATTENZIONE: a seguito del cambiamento dei termini del coprifuoco notturno, le due repliche dello spettacolo inizieranno alle ore 19:00 e 21:00 .
Lo spettacolo rientra nell' abbonamento PASSAGES, il turno fisso PASSAGES è previsto il 31 maggio alle ore 18.30
Non è necessario passare dalla biglietteria!
I biglietti già acquistati restano validi anche se riportano data o orario sbagliato.
PREZZO DEI BIGLIETTI
Platea A-B Interi € 25 | Ridotti € 23 | 2★
Platea C Interi € 20 | Ridotti € 18 | 1★
Galleria Interi € 16 | Ridotti € 14 | 1★
Prenotazioni e vendita biglietti 18/5 h. 10.00
Lo spettacolo rientra nell' abbonamento PASSAGES, il turno fisso PASSAGES è previsto il 31 maggio alle ore 18.30
Non è necessario passare dalla biglietteria!
«O voi uomini che mi credete ostile, scontroso, misantropo, come siete ingiusti (...), come avrei potuto infatti dire agli uomini: parlate più forte, gridate, perché sono sordo (...) come poter confessare la debolezza di un senso, che dovrei possedere molto più degli altri» scrive Ludwig van Beethoven nella lettera-testamento di Heiligenstadt.
Uno sfogo toccante, che il compositore voleva condividere con i suoi fratelli, ma che – come la splendida “Lettera all’amata immortale” – non spedì mai e fu ritrovato dopo la sua morte, nella residenza alla periferia di Vienna, dove aveva trascorso un lungo periodo all’inizio dell’Ottocento.
È a questo profilo di Beethoven – umano, geniale, tormentato e intimo – che guarda Alessio Boni, protagonista dell’intenso spettacolo nato dal testo di Bianca Melasecchi e dall’ideazione di Filippo Michelangeli. Un “concerto di parole” che fa omaggio – nel 250° anniversario della nascita – a una figura cruciale della storia della musica, tratteggiandone con particolare sensibilità il lato umano, nel suo travaglio artistico, emotivo, interiore. Alessio Boni «impegna ogni fibra» - come ha evidenziato la critica – nell’interpretazione, intrecciandola ai frammenti di opere beethoveniane restituiti da Francesco Libetta al pianoforte: ne scaturisce un ritratto del compositore quale personaggio di riscatto. Si muove dal cuore, in un modo in cui tutto è “sentire”, ma in cui proprio la crisi della sordità gli offre le forze ed il silenzio interiore necessari a lasciare nella storia della musica un segno indelebile.