• Crediti

    di Michael Frayn
    traduzione di Filippo Ottoni

    regia di Valerio Binasco

    con (in ordine alfabetico) Francesca Agostini, Valerio Binasco, Fabrizio Contri, Andrea Di Casa, Giordana Faggiano, Elena Gigliotti, Milvia Marigliano, Nicola Pannelli, Ivan Zerbinati

    scene di Margherita Palli

    costumi di Sandra Cardini

    luci di Pasquale Mari

    Produzione Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale
    con il sostegno di Fondazione CRT

È una commedia irresistibile “Rumori fuori scena”: Michael Frayn l’ha composta nel 1982 e ha debuttato a Londra con esito entusiasmante.
Da allora è stata costantemente presente nei cartelloni internazionali, amatissima dal pubblico per la sua leggerezza e dagli attori per la possibilità di sfoggiare virtuosismi comici. Nel 1992 è diventata un film diretto da Peter Bogdanovich e interpretato tra gli altri da Michael Caine e Christopher Reeve.

PREZZO DEI BIGLIETTI

Platea A Interi € 31 | Ridotti € 28 | 2★

Platea B-C Interi € 25 | Ridotti € 22 | 2★

I galleria Interi € 19 | Ridotti € 15 | 1★

 

Prenotazioni stelle 1/10 h. 10.00

Vendita biglietti 3/10 h. 10.00

Mercoledì 20 Novembre
20:30
Giovedì 21 Novembre
20:30
Venerdì 22 Novembre
20:30
Sabato 23 Novembre
20:30
Domenica 24 Novembre
16:00

Ora è Valerio Binasco ad affrontare questo cult del teatro contemporaneo, celebrazione delle goffe imprese di una compagnia di scalcagnati teatranti. Pluripremiato attore e regista, e direttore dello Stabile di Torino, Binasco dirige ed è parte di un ottimo cast adeguato a dare vita alla complessa partitura di battute, sorprese, ironie e ritmi della commedia.

“Rumori fuori scena” è infatti uno straordinario esempio di meta-teatro: del mondo del palcoscenico e in particolare del “dietro le quinte” sbeffeggia ripicche e rivalità, tic, interruzioni, errori, crisi di nervi, tensioni, amorazzi e riappacificazioni che rischiano continuamente di compromettere l’andata in scena dello spettacolo. Nel primo atto il pubblico assiste alla prova generale di “Nothing On”, commedia degli equivoci che la compagnia d’attori intende recitare, fra imperfezioni e vuoti di memoria. A orchestrare il tutto è un regista da un lato molto attento ed esigente, dall’altro un po’ troppo incline a corteggiare le attrici, con conseguenti malintesi e gelosie. Il debutto passa e nel secondo atto gli spettatori sbirciano direttamente nel backstage, durante una replica: scoprono litigi e isterie i cui effetti si ripercuotono naturalmente su quanto avviene in scena... Ma nonostante tutto, si replica, e con grande successo, mentre in platea si ride contemporaneamente di “Nothing On” e di “Rumori fuori scena”.

Il geniale meccanismo inventato dall’eclettico Michael Frayn – giornalista e opinionista per “The Observer”, fine traduttore checoviano, autore di opere filosofiche e di una decina di romanzi oltre che di tanto ottimo teatro (tra cui “Copenaghen” applaudito lo scorso anno ) – è, a guardare bene, un modo per trattare attraverso l’irrisione e la lievità, i temi essenziali della sua poetica: si può infatti anche giocare, ci dimostra Frayn, alludendo all’egoismo, al frantumarsi dei rapporti sociali, alla progressiva alienazione dell’umanità.

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