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Crediti
di William Shakespeare
traduzione di Nadia Fusini
adattamento Roberto Andò e Nadia Fusiniregia di Roberto Andò
con (in ordine di apparizione) Renato Carpentieri, Giulia Andò, Filippo Luna, Vincenzo Pirrotta, Paolo Briguglia, Gianni Salvo, Paride Benassai, Francesco Villano
scena di Gianni Carluccio
scenografi realizzatori Giuseppe Ciaccio, Sebastiana Di Gesù, Carlo Gillècostumi di Daniela Cernigliaro
assistente ai costumi Agnese Rabattimusiche originali di Franco Piersanti
flautista Roberto Fabbriciani
suono Hubert Westkemperlight designer Angelo Linzalata
collaborazione artistica Alfio Scuderi
aiuto regia Luca Bargagnail regista ringrazia per la collaborazione Alex Vella
produzione Teatro Biondo Palermo
«Renato Carpentieri, un attore giunto all’essenza del suo grandissimo talento, mi dà la certezza di un Prospero memore di quell’accento che ancora si ritrova in certi preziosi, e isolati, intellettuali del Sud, mossi da una disperata intelligenza, e, insieme, da una infinita disposizione al fantasticare, offesi dall’intollerabilità del reale, ma vocati a una dolente dolcezza, a un indomabile furore» scrive Roberto Andò a proposito del grandissimo attore a cui affida il ruolo fondamentale de “La tempesta”.
Il regista rilegge il capolavoro proprio attraverso il fluire grandioso e imprevedibile della mente di Prospero: in scena l’isola immaginata da Shakespeare diventa una casa disastrata che il protagonista usa come laboratorio di una speciale esplorazione dell’anima, e che è circondata da acque tempestose all’inizio, poi quiete e infine nuovamente mosse quando Calibano ne rimane l’unico abitante.
PREZZO DEI BIGLIETTI
Platea A Interi € 25 | Ridotti € 22 | 2★
Platea B-C Interi € 16 | Ridotti € 14 | 1★
Prenotazioni stelle 15/10 h. 10.00
Vendita biglietti 17/10 h. 10.00
La trama fortemente evocatrice, con cui Shakespeare si congeda dal mondo del teatro, è un congegno drammaturgico prodigioso, in cui l’autore incastona temi che saranno nodi fondamentali per la cultura moderna: la concezione del mondo “occidentale” nel confronto con “l’altro”, l’opporsi di realtà e illusione, il mistero della giovinezza e della morte.
Il sapiente mago Prospero vive con la figlia Miranda su un isola del Mediterraneo, assieme allo schiavo mostruoso Calibano e allo spirito Ariele. Il mago è stato il duca di Milano, spodestato dal fratello. Ora ne provoca il naufragio, con una tempesta che condurrà vivi ma dispersi nella misteriosa isola coloro che con l’usurpatore Antonio condividevano il viaggio. Questi e il re di Napoli Alonso dovranno fare un lungo cammino per raggiungere Prospero. Vicino a lui e a Miranda invece approda Ferdinando, il figlio del duca, e fra i due giovani, nasce l’amore. Vincendo tradimenti e complotti, Prospero ripristina l’ordine con le nozze di Ferdinando e Miranda, perdona tutti, e sotterrata la bacchetta magica, si appresta a ritornare in Europa lasciando l’isola a Calibano. «Penso che La tempesta sia un geniale omaggio al teatro, e una delle commedie più profonde che siano state dedicate al senso della vita» assicura Andò. «È l’opera della rigenerazione, dove il naufrago, il disperso, l’usurpato ritrovano il filo interrotto delle loro esistenze. Se c’è una ragione per cui ancora oggi questa commedia ci parla, è nell’idea che l’essere umano sia destinato a convivere con la tempesta, e che dopo ogni tempesta debba fare chiarezza dentro di sé».