UN CAPOLAVORO BRECHTIANO CHE PARLA DEL BENE E DEL MALE NELL'ANIMO UMANO
Fin dalla scenografia – firmata da Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, come la regia – “Puntila e il suo servo Matti” allude alla doppiezza: sul palcoscenico infatti la poesia della vita contadina lascia intravvedere il lato crudele che si cela dietro la facciata, con quarti di bue appesi, animali scuoiati, sacchi di iuta pieni di soldi…
Ed infatti di doppiezza tratta questo interessante testo brechtiano, che il Teatro dell’Elfo ha prodotto nel 2016, in occasione del sessantennale della morte del grande drammaturgo tedesco e che da mercoledì 15 a domenica 19 marzo sarà in scena al Politeama Rossetti per la Stagione di Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
Il tema del doppio, della compresenza di bene e male nell’animo umano, interessava Brecht (lo indagò anche ne “L’anima buona di Sezuan”, scritto fra il 1938 e il 1941): questa commedia è scritta quasi nello stesso periodo ed è chiaramente importante per l’autore. Datata 1940, viene rappresentata per la prima volta solo al ritorno di Bertolt Brecht dal suo esilio americano, è data prima a Zurigo nel 1948, e l’anno successivo viene scelta per aprire la prima stagione del Berliner Ensemble.
L’opera sviluppa l’esperienza del drammaturgo con i drammi didattici, tutti volti a rimeditare la funzione del teatro nella società, a ricalibrare il rapporto fra emozione e razionalità. Sarà dunque affascinante ritrovarvi quei segni a cui l’autore affidava il compito di mantenere vivo il senso critico del pubblico, e di non permettergli di cadere nell’immedesimazione che ne avrebbe sopito la coscienza: ecco allora l’ironia, la musica di Paul Dessau, la struttura a scene con sipari e didascalie proiettate, che in quest’allestimento citano fortemente, e a ragione, certo cinema muto, come fanno anche i costumi (“Luci della città” aveva ispirato Brecht per questo lavoro)…
Cuore di quest’interessante architettura è la storia di Puntila, un possidente che ha una doppia vita: se è sobrio, è un cinico uomo d’affari e di potere. Opprime i suoi dipendenti sfrutta all’osso gli operai, accumula denaro e arroganza. Nemmeno nella vita familiare pone un po’ di cuore, se è vero che decide di dare la mano della figlia Eva (naturalmente senza tenere conto della sua volontà) ad un diplomatico, che si rivela un mero cacciatore di dote. Accade però che Puntila beva, e da ubriaco… meraviglia: diviene amichevole, generoso, empatico… addirittura promette al proprio autista Matti di concedergli Eva in sposa. Peccato che poi i fumi dell’alcool svaniscano e ritorni in scena il primo Puntila.
Con convinzione, i registi guardano all’attualità del messaggio brechtiano «in un mondo in cui l’uno per cento della popolazione detiene metà della ricchezza globale, e il resto delle risorse è in mano a un quinto degli abitanti, esso suggerisce che solo un’autentica eguaglianza, piuttosto che uno slancio filantropico individuale, può davvero colmare il divario fra ricchezza e povertà, e che il benessere di cui godiamo altro non è che il ghigno di Puntila ubriaco».
Attualità e forza che hanno sottolineato anche nell’interpretazione (Bruni recita nel ruolo di Puntila) e nell’atmosfera da “commedia popolare” dello spettacolo, in cui la comicità ed il ritmo fanno emergere significativamente il segno delle contraddizioni e delle diseguaglianze sociali.
“Puntila e il suo servo Matti” di Bertolt Brecht sarà recitato nella traduzione di Ferdinando Bruni
con la regia e le scene dello stesso Bruni e di Francesco Frongia. Le musiche originali sono di Paul Dessau, arrangiate da Matteo de Mojana, i costumi sono di Gianluca Falaschi, luci di Nando Frigerio, il suono di Giuseppe Marzoli.
Notevole la compagnia d’interpreti composta da Ferdinando Bruni (Puntila), Luciano Scarpa (Matti), Ida Marinelli (Emma, Laina), Elena Russo Arman (Eva), Corinna Agustoni (La telefonista, La pastoressa), Luca Toracca (Il cameriere, Il macilento, Il pastore), Umberto Petranca (L'attaché), Nicola Stravalaci (Il giudice), Matteo De Mojana (Pelorosso, L'avvocato), Francesca Turrini (La lattaia), Francesco Baldi (Surkkala), Carolina Cametti (Assistente farmacista, Fina).
Lo spettacolo è prodotto dal Teatro dell’Elfo.
Lo spettacolo va in scena alla Sala Assicurazioni Generali del Politeama Rossetti da mercoledì 15 marzo a sabato 18 alle ore 20.30 e domenica 19 marzo in replica pomeridiana con inizio alle 16.
Per abbonamenti “con le stelle” e per i posti ancora disponibili ci si può rivolgere presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti o accedere attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.
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