INIZIA CON LA PRIMAVERA LA NUOVA EDIZIONE DEL FESTIVAL "TSDANZA 3.0"
  • 11 Marzo 2017
  • Generale
Parsons Dance, nata dal genio creativo dell’eclettico coreografo David Parsons e del light designer Howell Binkley, è tra le poche compagnie che, oltre ad essersi affermate sulla scena internazionale con successo sempre rinnovato, sono riuscite a lasciare un segno nell’immaginario teatrale collettivo e a creare coreografie divenute veri e propri “cult” della danza mondiale.

Non poteva esserci apertura più gioiosa e qualificata per il festival TSDanza 3.0 che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia organizza per il terzo anno consecutivo e che raduna al Politeama Rossetti - nella primavera 2017 - una serie importante di eventi di danza italiana e internazionale, nell’intento di offrire al pubblico regionale una vetrina ricca e interessante dedicata al mondo della danza e creando - in un periodo in cui il turismo si interessa alla città – un elemento d’attrazione in più, con nomi di rilievo italiano e internazionale e linguaggi che non presuppongono problemi di lingua e traduzione .

Undici i titoli in cartellone a TS Danza 3.0, a partire dall’appuntamento con l’amatissima Parsons Dance del 14 marzo, per chiudere a maggio con la poetica performance dell’étoile italiana Sabrina Brazzo con Andrea Volpintesta e lo Jas Art Ballet ne “Il mantello di pelle di drago” cui seguirà la prestigiosa, straordinaria presenza della Paul Taylor Dance Company, icona della modern dance statunitense (il 23 maggio, in sostituzione del Tulsa Ballet che ha cancellato il suo tour). E passando per protagonisti assoluti della danza mondiale come Carolyn Carlson (il 25 marzo), vette della ricerca italiana come Virgilio Sieni (19 aprile), graditissimi ritorni come quello della compagnia udinese  Arearea, o di Arterballetto.

Parsons Dance – che sarà accolta martedì 14 marzo alle 20.30 da un Politeama Rossetti affollatissimo di appassionati – inaugura il festival TSDanza 3.0 nel segno della forza dirompente di una danza carica di energia e positività, acrobatica e comunicativa al tempo stesso. È ormai un caposaldo della danza post-moderna made in Usa, che può mixare senza paura tecniche e stili per ottenere effetti magici e teatrali, creativi e divertenti. Una danza elegante, ariosa e virtuosistica, accessibile a tutti.
Sin dagli esordi, l’elevata preparazione atletica degli interpreti e la grande capacità di David Parsons di dare anima alla tecnica sono state gli elementi distintivi della compagnia. Come ha scritto il New York Times, “I ballerini vengono scelti per il loro virtuosismo, energia e sex appeal, attaccano il pubblico come un ciclone, una vera forza della natura”.
La danza di Parsons punta dritto all’emozione e al desiderio nascosto di ogni spettatore di ballare, saltare e gioire insieme ai ballerini. Difficile non lasciarsi trasportare dai loro ritmi vibranti e dalle coreografie avvolgenti e colorate…

Nel programma che vedremo a Trieste non mancherà la celebre e richiestissima “Caught” (brano del 1982 che David Parsons creò per sé stesso), incredibile assolo su musiche di Robert Fripp nel quale il danzatore che compie un numero straordinario di salti, ed è illuminato sempre al culmine di essi, sembra sospeso in aria grazie ad un gioco di luci stroboscopiche. “Caught” è stata definita dalla critica: “una delle più grandi coreografie degli ultimi tempi”. A fianco di questa e altri classici del repertorio della Parsons Dance come “Union”, “Hand Dance” e “In The End”, la compagnia presenterà durante il tour in Italia, in anteprima europea, altri due brani originali: “Finding Center” e “Unexpected Together”.

David Parsons ha avuto una straordinaria carriera come direttore, coreografo, performer, insegnante e produttore. All’inizio della carriera si è esibito con la Paul Taylor Dance Company, New York City Ballet, Berlin Opera e The White Oak Dance Project fondato da Mikhail Baryshnikov.
Come coreografo ha creato più di 75 lavori per la Parsons Dance. Gli sono state commissionate coreografie da American Ballet Theatre, New York City Ballet e Alvin Ailey American Dance Theater e da teatri ed ensemble fra i più prestigiosi al mondo.

Fondamentale è anche il ruolo del light designer Howell Binkley (vincitore di un Tony Award per lo spettacolo di Broadway “Hamilton”) che esalta con fantasia le performance della compagnia.
La Parsons Dance è composta dai danzatori: Sarah Braverman, Ian Spring, Elena D’amario, Geena Pacareu, Omar Román De Jesús, Eoghan Dillon, Zoey Anderson, Justus Whitfield.

Gli altri appuntamenti del festival TS Danza 3.0

La terza edizione di TS Danza segue l’ideale filo conduttore del confronto tra le punte di diamante della danza statunitense e le migliori proposte della danza italiana. Contemporaneamente prosegue l’attenzione a quegli intrecci e quelle contaminazioni tra la danza e altre discipline, apparentemente lontane e inconciliabili, come lo sport, il circo, la clownerie, la video arte, la performance da strada… In un mondo sempre più interconnesso, le barriere tra i generi si abbattono con sorprendente facilità: anche sul palcoscenico.

Dopo l’appuntamento d’apertura con Parsons dance, sarà però una vera icona del mondo della danza  a farci l’onore di ballare al Politeama Rossetti il 25 marzo: Carolyn Carlson con il trittico Short Stories. La grande danzatrice e coreografa – personaggio fondamentale nel panorama della danza, che da quarant’anni vanta un’influenza e un successo internazionale notevolissimi e che ha contribuito in modo essenziale alla nascita della danza contemporanea in Francia e in Italia con il GRTOP all’Opéra di Parigi e il Teatrodanza de La Fenice di Venezia - sarà addirittura l’interprete di Immersion il primo dei tre assoli da lei firmati.
Il 28 marzo ritorneremo in Italia per il terzo appuntamento in calendario, con la compagnia MM Contemporary Dance di Reggio Emilia, per la prima volta in scena a Trieste. La Compagnia diretta da Michele Merola propone il dittico La sagra della primavera su musica di Igor Stravinskij (coreografia di Enrico Morelli) e Bolero su musica di Maurice Ravel con innesti contemporanei di Stefano Corrias.

Nella stessa settimana vi sarà poi l’occasione di apprezzare (1 e 2 aprile) nello spazio intimo della Sala Bartoli due nuove creazioni della Compagnia Arearea di Udine, con la quale prosegue una collaborazione avviata fin da TS Danza 1.0: applaudiremo le prime due parti - Estate e Autunno - di un lavoro sulle Quattro Stagioni di Vivaldi curato da Roberto Cocconi e Marta Bevilacqua che ha debuttato nell’ultima edizione del Mittelfest di Cividale del Friuli. In occasione della presenza a Trieste della Compagnia sarà inoltre proposto - nell’ottica di un coinvolgimento dell’infanzia nella rassegna - Play with Me, uno spettacolo sul gioco a cavallo tra fisico e virtuale, rivolto alla fascia di pubblico compresa tra i 6 e gli 11 anni, i cosiddetti “nativi digitali”.

E sarà sempre rivolto ai più giovani - ma anche a tutti quelli che mantengono inalterata per tutta la vita la voglia di giocare e farsi coinvolgere - l’incursione nella magica arte della clownerie della grande tradizione russa del Teatr Semianyki con lo spettacolo The Family, del quale La Stampa ha scritto «gli stili diversi del mimo alla francese, della Commedia dell’arte italiana e del clown popolare russo si fondono in un insieme unico: il risultato è una meraviglia di equilibrio, di rigore e di perfezione».

Un’altra straordinaria presenza dagli Stati Uniti (il 12 aprile) è quella della Rioult Dance Company di New York, forte di uno stile prezioso, sensuale, molto articolato e strettamente legato al talento del fondatore Pascal Rioult. Rioult, negli Stati Uniti nel 1981, è entrato a far parte della Martha Graham Dance Company, ha danzato in numerose delle creazioni della Graham che per lui ha appositamente creato nel 1990 un ruolo centrale del balletto Eye of the Goddess. Da quando ha fondato la propria compagnia Rioult ha fervidamente lavorato ad un proprio singolare e apprezzato stile coreografico. Il programma con cui la Rioult Dance esordisce sul maggior palcoscenico regionale è davvero interessante: una summa della perizia di questo gruppo, che prevede ben due coreografie in “prima italiana”: “Duets Sacred & Profane” e “Dream Suite”, sulla splendida musica della Suite n.2 in Do maggiore di Čajkovskij, una visione contemporanea del romanticismo.

Sarà poi il momento delle stelle italiane: la Naturalis Labor di Vicenza proporrà “Romeo y Julieta Tango”, lavoro diretto coreografato da Luciano Padovani, formatosi con Carolyn Carlson a Venezia, e a Parigi sotto la guida di diversi maestri. Con la Naturalis Labor, di cui è fondatore, ha intrapreso un affascinante itinerario di ricerca intrecciando alla danza classica l’attenzione per il tango, avvicinando la contact dance al tango milonguero, una particolarità che ha reso unico il suo lavoro sul tango e di cui ammireremo i frutti in questo balletto (21 aprile).

E a oltre vent’anni dalla sua unica apparizione a Trieste ritornerà (il 19 aprile) Virgilio Sieni  coreografo e danzatore riconosciuto a livello internazionale (nel 2013 è direttore della Biennale di Venezia - Settore Danza, più volte rappresenta l’Italia in prestigiose cornici internazionali, è presente con i suoi lavori nei maggiori enti lirici ed istituzioni italiane). Nel lavoro proposto al TS Danza 3.0 Sieni affronta in chiave singolare il “Cantico dei Cantici”: sceglie sei danzatori e un contrabbassista – l’eccellente Daniele Roccato, che divide con loro la scena – per dare sostanza teatrale alle vibrazioni di queste parole misteriose e commoventi, immediate e poetiche.

Il programma del Festival prosegue con una serata di Aterballetto (28 aprile) dedicata al lavoro di Johan Inger, personalità autorevole e carismatica nel mondo della danza contemporanea. Inger è sempre stato affascinato dalle creazioni di Jiří Kylián ed ha ambito nella sua carriera di danzatore di unirsi al Nederlands Dans Theater. Nel 1990 raggiunge questo traguardo e rimane nella prima compagnia per 12 anni, distinguendosi come ballerino e molto presto colpendo lo stesso Kylián per il suo linguaggio coreografico. Nel 1995 debutta in questo campo con Mellantid ottenendo immediato successo e addirittura una nomination per l’Olivier Award. Da allora Johan Inger realizza coreografie per il Nederlands Dans Theater che lascia nel 2003 per assumere la direzione del Cullberg Ballet dove resta fino al 2008 firmando molti lavori. Oggi crea per eminenti compagnie e istituzioni e conquistando costantemente il favore delle platee con il suo linguaggio immediato e sofisticato allo stesso tempo. Le coreografie proposte nella serata saranno “Bliss” su musiche di Keith Jarrett e “Rain Dogs”  su musica di Tom Waits.

Chiuderà il programma del Festival un’altra compagnia italiana, con le étoile Sabrina Brazzo, e Andrea Volpintesta, che presenterà “Il mantello di pelle di drago” (9 maggio), creazione di Massimiliano Volpini su musiche di Shostakovich, Kachaturian e Bizet. Il mantello di pelle di drago si compone di tre semplici favole danzate, introdotte da un prologo che immerge il pubblico  fra elfi e fate nell’atmosfera di una conceria magica dove si sta confezionando un incantato mantello di pelle di drago, che attraverserà poi tutte le storie.

A coronare la Stagione intera del Teatro Stabile regionale il 23 maggio, sarà poi un ulteriore prezioso appuntamento con la danza internazionale: per la prima volta sarà sul palcoscenico del Politeama infatti la grande compagnia statunitense di Paul Taylor, uno dei massimi nomi della coreografia contemporanea.

Per tutte le informazioni su abbonamenti, biglietti e adesioni a TSDanza 3.0, ci si può rivolgere alla Biglietteria del Politeama Rossetti o nei consueti punti vendita dello Stabile regionale, o sul sito del Teatro, www.ilrossetti.it.

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