PINO ROVEREDO AUTORE E REGISTA DI UN TESTO-DENUNCIA, CHE CORAGGIOSAMENTE TOCCA I TEMI DELLA DIPENDENZA E DELLA LOTTA ALLA DROGA
- 14 Marzo 2017
- Generale
Il coraggio di tratteggiare la società contemporanea nelle sue luci e nelle sue ombre, la forza di una scrittura che parla a tutti e mette ognuno duramente “faccia a faccia” con la propria morale, la propria coscienza, i propri pregiudizi, senza sconti…
È un teatro che diviene strumento di dialogo e di riflessione sul nostro tempo, quello di Pino Roveredo, con cui - dopo la significativa esperienza de “La melodia del corvo” – il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia nuovamente collabora, portando in scena un nuovo allestimento del suo “Caracreatura”.
Lo spettacolo, di cui Roveredo è autore e regista, è interpretato da una intensa Maria Grazia Plos, da Andrea Germani e (in video) da Riccardo Maranzana: debutto giovedì 16 marzo alle ore 21 e repliche fino al 30 marzo alla Sala Bartoli per la stagione altripercorsi del Teatro Stabile regionale.
“Caracreatura” tocca tanti temi, che ci scuotono tutti: parla di amore, della forza d una madre, delle fragilità dei giovani, dell’indifferenza della società, parla di rapporti familiari e parla di droga, e di molto altro, come se l’ispirazione provenisse dalle attuali pagine di cronaca…
Giugno 2014, Padova: una madre chiama i carabinieri davanti l’ennesimo sfogo del figlio drogato e violento. Estate 2015, La Spezia: grazie alla madre, la polizia scopre un ventenne con 400 grammi di hashish. Cosenza, 2017: madre denuncia figlio pusher, e parte una maxi operazione antidroga con 35 arresti. È solo il più recente di una lunga sequela di casi, quello di Lavagna, rimbalzato per qualche giorno nel chiacchiericcio del web, dopo la sua tragica conclusione: dopo la perquisizione delle forze dell’ordine, conseguenza della denuncia della mamma, un giovanissimo tossicodipendente si toglie la vita…
La più livida realtà contemporanea è piena di madri coraggio, dilaniate dall’amore verso i propri figli tormentati dalla droga, e dalle dipendenze, e tutte tese in tentativi, spesso estremi, di salvarli da quell’inferno.
Donne come Marina, che Pino Roveredo nel 2007 ha ritratto nel suo struggente, bellissimo romanzo “Caracreatura”, che con naturalezza ha preso la via del palcoscenico – è in sostanza un lungo monologo della protagonista – trovando una prima edizione scenica per la regia di Franco Però, in una produzione del Teatro La Contrada, ed ora un nuovo allestimento – per lo Stabile regionale – diretto dallo stesso autore.
Pino Roveredo ha dedicato il romanzo «A tutte le donne madonne, che con le loro lacrime, muscoli, sospiri, sogni, preghiere, sputi, sangue, angosce, passione, sudore, tempo, cuore, amore, amore, amore e ancora amore… mi hanno insegnato a essere madre». Ed è proprio una donna simile, la sua protagonista: semplice, istintiva, popolare e poetica, vulnerabile ed eroica.
È una donna ormai matura, che ha già sperimentato la durezza e la dolcezza della vita. Nell’infanzia ha conosciuto i soprusi del patrigno e del fratellastro, ma poi c’è stata la dolcezza di un marito forse poco espansivo ma saldo negli affetti, e la gioia immensa di un figlio, Gianluca, che ha curato, cresciuto e protetto come un fiore. Un figlio che – assieme al marito – vorrebbe vedere realizzato, avere successo, diventare un campione o un direttore… non importa di cosa. Diventare un uomo felice. Ma il destino infierisce ancora sulla famiglia: la morte per malattia del marito coincide con il cadere di Gianluca nel gorgo tremendo della dipendenza.
Il racconto di Marina diviene allora un viaggio agli inferi di lei come mamma e come donna, ma anche del ragazzo, sempre più perso, cattivo, fuori di sé: niente campi da gioco erbosi, niente scuole per lui, niente mondo del lavoro… Il suo orizzonte diventa invece l’angoscia della “dose”, il dolore dell’astinenza, la minaccia del carcere.
La scrittura coinvolgente e assieme spietata, commovente, reale di Roveredo ci accompagna in un avvincente itinerario contemporaneo e ci pone crudelmente davanti all’indifferenza colpevole e vigliacca – della società civile – davanti alle ombre di quelle tante madri coraggio di figli perduti, che incrociano le nostre strade. Restando ai nostri occhi troppo invisibili.
Pino Roveredo è nato nel 1954 a Trieste da una famiglia di artigiani: il padre era calzolaio. Dopo varie esperienze (e salite) di vita, ha lavorato per anni in fabbrica. Operatore di strada, scrittore e giornalista, collaboratore del “Piccolo” di Trieste, fa parte di varie organizzazioni umanitarie che operano in favore delle categorie disagiate. Bompiani ha pubblicato “Mandami a dire” (2005, Premio Campiello, Premio Predazzo, Premio Anmil, Premio “Il campione”), “Capriole in salita” (2006), “Caracreatura” (2007, Premio Torre di Castruccio 2008), “Attenti alle rose” (2009, Premio “La Lizza d’oro” di Massa Carrara e Premio “Giuseppa Giusti” di Monsummano), “La melodia del corvo” (2010), “Mio padre votava Berlinguer” (2012) e “Ballando con Cecilia” (2014). Nel 2011 ha partecipato al film “Sono rimasto senza parole / Pino Roveredo incontra Antonio Stagnoli”. Recente è l’uscita dell’ultimo romanzo “Mastica e sputa” (2016). Numerosi dei lavori di Pino Roveredo sono stati adattati per il teatro e messi in scena: talvolta si è impegnato lui stesso nel ruolo di regista, soprattutto lavorando con i giovani. Fra gli spettacoli più applauditi ricordiamo almeno “Capriole in salita”, “Ballando con Cecilia” e una prima edizione di “Caracreatura” prodotti dal Teatro La Contrada, “La Bela Vita” messo in scena al Politeama Rossetti dall’Accademia della Follia in un progetto speciale rivolto alle carceri e nel 2013 “La melodia del corvo” produzione dello Stabile regionale, per la regia di Marko Sosič.
Dello spettacolo “Caracreatura” e dei coinvolgenti temi che Pino Roveredo vi racchiude, si parlerà sabato 18 marzo alle ore 11.30 all’Antico Caffé San Marco per un nuovo appuntamento del ciclo “AperiTeatro”. Saranno presenti all’incontro-conferenza Pino Roveredo, Maria Grazia Plos, Andrea Germani e Riccardo Maranzana.
“Caracreatura” scritto e diretto da Pino Roveredo, è interpretato da Maria Grazia Plos (Marina), Andrea Germani (Gianluca, il figlio), Riccardo Maranzana (il marito).
La scenografia ed i costumi sono di Andrea Stanisci, le immagini video sono di Maurizio Bressan. La produzione è del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
“Caracreatura” va in scena alla Sala Bartoli da giovedì 16 marzo alle ore 21 a giovedì 30 marzo. Si ricorda che di martedì e venerdì lo spettacolo ha inizio alle 19.30, mentre le pomeridiane sono in programma di domenica alle ore 17.
Per i posti ancora disponibili ci si può rivolgere presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti o accedere attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.
L’ufficio stampa
È un teatro che diviene strumento di dialogo e di riflessione sul nostro tempo, quello di Pino Roveredo, con cui - dopo la significativa esperienza de “La melodia del corvo” – il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia nuovamente collabora, portando in scena un nuovo allestimento del suo “Caracreatura”.
Lo spettacolo, di cui Roveredo è autore e regista, è interpretato da una intensa Maria Grazia Plos, da Andrea Germani e (in video) da Riccardo Maranzana: debutto giovedì 16 marzo alle ore 21 e repliche fino al 30 marzo alla Sala Bartoli per la stagione altripercorsi del Teatro Stabile regionale.
“Caracreatura” tocca tanti temi, che ci scuotono tutti: parla di amore, della forza d una madre, delle fragilità dei giovani, dell’indifferenza della società, parla di rapporti familiari e parla di droga, e di molto altro, come se l’ispirazione provenisse dalle attuali pagine di cronaca…
Giugno 2014, Padova: una madre chiama i carabinieri davanti l’ennesimo sfogo del figlio drogato e violento. Estate 2015, La Spezia: grazie alla madre, la polizia scopre un ventenne con 400 grammi di hashish. Cosenza, 2017: madre denuncia figlio pusher, e parte una maxi operazione antidroga con 35 arresti. È solo il più recente di una lunga sequela di casi, quello di Lavagna, rimbalzato per qualche giorno nel chiacchiericcio del web, dopo la sua tragica conclusione: dopo la perquisizione delle forze dell’ordine, conseguenza della denuncia della mamma, un giovanissimo tossicodipendente si toglie la vita…
La più livida realtà contemporanea è piena di madri coraggio, dilaniate dall’amore verso i propri figli tormentati dalla droga, e dalle dipendenze, e tutte tese in tentativi, spesso estremi, di salvarli da quell’inferno.
Donne come Marina, che Pino Roveredo nel 2007 ha ritratto nel suo struggente, bellissimo romanzo “Caracreatura”, che con naturalezza ha preso la via del palcoscenico – è in sostanza un lungo monologo della protagonista – trovando una prima edizione scenica per la regia di Franco Però, in una produzione del Teatro La Contrada, ed ora un nuovo allestimento – per lo Stabile regionale – diretto dallo stesso autore.
Pino Roveredo ha dedicato il romanzo «A tutte le donne madonne, che con le loro lacrime, muscoli, sospiri, sogni, preghiere, sputi, sangue, angosce, passione, sudore, tempo, cuore, amore, amore, amore e ancora amore… mi hanno insegnato a essere madre». Ed è proprio una donna simile, la sua protagonista: semplice, istintiva, popolare e poetica, vulnerabile ed eroica.
È una donna ormai matura, che ha già sperimentato la durezza e la dolcezza della vita. Nell’infanzia ha conosciuto i soprusi del patrigno e del fratellastro, ma poi c’è stata la dolcezza di un marito forse poco espansivo ma saldo negli affetti, e la gioia immensa di un figlio, Gianluca, che ha curato, cresciuto e protetto come un fiore. Un figlio che – assieme al marito – vorrebbe vedere realizzato, avere successo, diventare un campione o un direttore… non importa di cosa. Diventare un uomo felice. Ma il destino infierisce ancora sulla famiglia: la morte per malattia del marito coincide con il cadere di Gianluca nel gorgo tremendo della dipendenza.
Il racconto di Marina diviene allora un viaggio agli inferi di lei come mamma e come donna, ma anche del ragazzo, sempre più perso, cattivo, fuori di sé: niente campi da gioco erbosi, niente scuole per lui, niente mondo del lavoro… Il suo orizzonte diventa invece l’angoscia della “dose”, il dolore dell’astinenza, la minaccia del carcere.
La scrittura coinvolgente e assieme spietata, commovente, reale di Roveredo ci accompagna in un avvincente itinerario contemporaneo e ci pone crudelmente davanti all’indifferenza colpevole e vigliacca – della società civile – davanti alle ombre di quelle tante madri coraggio di figli perduti, che incrociano le nostre strade. Restando ai nostri occhi troppo invisibili.
Pino Roveredo è nato nel 1954 a Trieste da una famiglia di artigiani: il padre era calzolaio. Dopo varie esperienze (e salite) di vita, ha lavorato per anni in fabbrica. Operatore di strada, scrittore e giornalista, collaboratore del “Piccolo” di Trieste, fa parte di varie organizzazioni umanitarie che operano in favore delle categorie disagiate. Bompiani ha pubblicato “Mandami a dire” (2005, Premio Campiello, Premio Predazzo, Premio Anmil, Premio “Il campione”), “Capriole in salita” (2006), “Caracreatura” (2007, Premio Torre di Castruccio 2008), “Attenti alle rose” (2009, Premio “La Lizza d’oro” di Massa Carrara e Premio “Giuseppa Giusti” di Monsummano), “La melodia del corvo” (2010), “Mio padre votava Berlinguer” (2012) e “Ballando con Cecilia” (2014). Nel 2011 ha partecipato al film “Sono rimasto senza parole / Pino Roveredo incontra Antonio Stagnoli”. Recente è l’uscita dell’ultimo romanzo “Mastica e sputa” (2016). Numerosi dei lavori di Pino Roveredo sono stati adattati per il teatro e messi in scena: talvolta si è impegnato lui stesso nel ruolo di regista, soprattutto lavorando con i giovani. Fra gli spettacoli più applauditi ricordiamo almeno “Capriole in salita”, “Ballando con Cecilia” e una prima edizione di “Caracreatura” prodotti dal Teatro La Contrada, “La Bela Vita” messo in scena al Politeama Rossetti dall’Accademia della Follia in un progetto speciale rivolto alle carceri e nel 2013 “La melodia del corvo” produzione dello Stabile regionale, per la regia di Marko Sosič.
Dello spettacolo “Caracreatura” e dei coinvolgenti temi che Pino Roveredo vi racchiude, si parlerà sabato 18 marzo alle ore 11.30 all’Antico Caffé San Marco per un nuovo appuntamento del ciclo “AperiTeatro”. Saranno presenti all’incontro-conferenza Pino Roveredo, Maria Grazia Plos, Andrea Germani e Riccardo Maranzana.
“Caracreatura” scritto e diretto da Pino Roveredo, è interpretato da Maria Grazia Plos (Marina), Andrea Germani (Gianluca, il figlio), Riccardo Maranzana (il marito).
La scenografia ed i costumi sono di Andrea Stanisci, le immagini video sono di Maurizio Bressan. La produzione è del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
“Caracreatura” va in scena alla Sala Bartoli da giovedì 16 marzo alle ore 21 a giovedì 30 marzo. Si ricorda che di martedì e venerdì lo spettacolo ha inizio alle 19.30, mentre le pomeridiane sono in programma di domenica alle ore 17.
Per i posti ancora disponibili ci si può rivolgere presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti o accedere attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.
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