PRESENTATA LA STAGIONE 2008-2009: IL MEGLIO DEL TEATRO ITALIANO E INTERNAZIONALE
- 30 Agosto 2008
- Generale
“Mamma mia, che stagione!” è
un’esclamazione di astupore lo slogan scelto per la Stagione 2008-2009
del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia, che con i suoi 50 titoli
e con le belle prove dei tanti artisti in cartellone, si augura di
poter sorprendere, interessare ed emozionare un pubblico che negli
ultimi anni si è rivelato sempre più vasto e assiduo, fino a imporre lo
Stabile quale il teatro più frequentato dell’Italia Settentrionale.
Il programma della Stagione 2008-2009 dello Stabile regionale è stato presentato dal Presidente Paris Lippi, dal direttore Antonio Calenda e dal direttore organizzativo Stefano Curti sabato 30 agosto, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta al CaféRossetti.
50 spettacoli articolati – com’è ormai apprezzata tradizione – nei quattro itinerari della prosa, dei musical & grandi eventi, della danza e degli altripercorsi. Una formula funzionale, che consente al direttore Calenda di presentare un consistente ventaglio di proposte, selezionate secondo l’imprescindibile canone della qualità artistica, e adatte ad uno spettro di spettatori sempre più ampio e differenziato per interessi, formazione, provenienza, fasce d’età. Una formula – va inoltre sottolineato – che segna un trait d’union con le radici storiche del Politeama Rossetti, concepito nel 1878 come spazio aperto a spettacoli dei più vari, dalla prosa alla boxe, dal balletto al circo, dai concerti sinfonici all’operetta.
La tradizione, le direzioni consolidate s’intrecciano a nuove istanze nella Stagione dello Stabile: da un lato si preserva infatti una doverosa continuità con linee di ricerca già perseguite, fra cui compaiono il fondamentale impegno sul piano della produzione, l’attenzione al territorio (che viene indagato attraverso spettacoli che ne trattano la storia, ma di cui sono anche messe in luce le potenzialità artistiche, con la collaborazione con realtà teatrali emergenti e artisti corregionali), la sensibilità verso la drammaturgia contemporanea (che possiede uno spazio sempre più deciso nel cartellone di Prosa ed è la grande protagonista di altripercorsi), la rilevanza dei grandi classici (Shakespeare, Pirandello, Cechov) considerati irrinunciabili “maestri di pensiero”. D’altro lato lo Stabile regionale intende aprirsi al panorama internazionale dello spettacolo, incrementare le occasioni di scambio con realtà che creano teatro ad alto livello all’estero, far conoscere al pubblico residente ciò che viene applaudito sui palcoscenici dei grandi Festival europei o addirittura di Londra e Broadway… L’accoglienza straordinaria ottenuta da Cats ha rappresentato in questo senso un segnale forte, come pure incoraggiano l’esito positivo di alcune sperimentazioni produttive (A different language), le recenti ospitalità di spettacoli in lingua originale, ed anche i successi di spettacoli firmati dallo Stabile (primo fra tutti Lei dunque capirà) al di là dei confini italiani.
La programmazione dunque aprirà il suo respiro al meglio del teatro in Italia e all’estero, puntando sulla qualità di titoli internazionali che già di per sé sono eventi straordinari – il musical MAMMA MIA! (v. comunicato stampa a parte), il balletto dell’Alvin Ailey American Dance Theater – sull’eccellenza di attori di prosa come i già citati Giuseppe Pambieri e Gianrico Tedeschi, a cui si aggiungono Mariangela Melato, Massimo Popolizio, Manuela Mandracchia e Maria Paiato, Alessandro Gassman, Massimo De Francovich, Ugo Pagliai, Sebastiano Somma, Elisabetta Pozzi, Laura Curino, e – sorprendente presenza – Rupert Everett che reciterà in italiano. Di assoluto rilievo sono anche i nomi dei registi in locandina: da Massimo Castri a Marco Sciaccaluga, da Giorgio Albertazzi a Rossella Falk, da Leo Muscato a Gabriele Vacis. Completano il carnet autori di grande interesse.
Come già sottolineato, la produzione rappresenta per lo Stabile regionale l’impegno fondante, ove esprimere non solo la propria cifra artistica ma anche la propria identità culturale. Tre i nuovi progetti a cui si sta lavorando: To be or not To be che Maria Letizia Compatangelo ha tratto dal soggetto originale di Melchior Lengyel – divenuto nel 1942 un film di successo di Ernst Lubitsch – aprirà la stagione di Prosa nel segno della commedia delicata e intelligente, un’elegia del mondo del teatro concepita sullo sfondo di una Varsavia in lotta contro il nazismo. Antonio Calenda lo mette in scena con un cast brillante e di spessore capeggiato da Giuseppe Pambieri e Daniela Mazzucato: quest’ultima presterà la propria voce alle due canzoni scritte proprio per lo spettacolo da Nicola Piovani.
La stagione alla Sala Bartoli sarà invece inaugurata da La vita xe fiama: con questo allestimento lo Stabile desidera ricordare Roberto Damiani, da una cui ricerca critica era nata nel 1992 la prima idea dello spettacolo, un raffinato collage di liriche e prose di Biagio Marin. A mettere in scena il recital è, come allora, Furio Bordon, sensibile regista ed eccellente autore triestino, mentre Massimo De Francovich darà voce alle creazioni del poeta gradese, accompagnato al violoncello dal Maestro Severino Zannerini.
Nuova produzione (in collaborazione con la Provincia di Trieste) è anche Alexandria, che tratta il tema dell’emigrazione femminile verso l’Egitto, evento che ha fortemente toccato il nostro territorio. Lo spettacolo nasce da un progetto di Franco Però (che firma ora anche la regia) a cui ha dato forma drammaturgica Renata Ciaravino. A interpretare memorie e storie delle Aleksandrinke sarà un’attrice di rara e profonda intensità: Elisabetta Pozzi.
Ha infine debuttato a livello nazionale con successo lo scorso anno – ma sarà al Politeama Rossetti per la prima volta a ottobre – La Rigenerazione di Svevo, che lo Stabile produce assieme ai goriziani a.Artisti Associati. La commedia, percorsa da riflessioni ironiche e attuali, va in scena in un poetico allestimento di Calenda che nei panni del protagonista ha voluto un irraggiungibile maestro, Gianrico Tedeschi, accompagnato da ottimi talenti della nostra regione: fra tutti Lidia Kozlovich e Fulvio Falzarano.
Accanto a queste novità, vanno segnalate le molte produzioni che vengono riprese in tour: porteranno il nome dello Stabile e della regione sul territorio nazionale anche nella Stagione 2008-2009, Vita di Galileo di Brecht (per il terzo anno e forte di un Biglietto d’Oro appena ricevuto) interpretato da Franco Branciaroli, I due gemelli veneziani di Goldoni con il divertente Massimo Dapporto, Lei dunque capirà di Claudio Magris con Daniela Giovanetti (che ha ormai raggiunto la quarta stagione di repliche) e Lillipupa con Angela Pagano tutti diretti da Calenda. Poi Indemoniate coprodotto con l’udinese Teatro Club e gli spettacoli dei Piccoli di Podrecca, che restano in repertorio e torneranno anche alla Sala Bartoli a Natale.
Il fil rouge che sul piano ideale percorre quasi nella sua interezza la nuova Stagione Prosa sembra voler proseguire un discorso già avviato lo scorso anno e imperniato sul Novecento e sulle induzioni, sulle inquietudini che questo secolo ricco di forza innovativa, ma anche di durezze e contraddizioni, ha regalato al mondo contemporaneo.
Le due produzioni che aprono il cartellone esprimono appieno tutto ciò: To be or not to be con il suo apologo sulla necessità dell’arte e della poesia, costruita in termini ironici sullo sfondo del nazismo, e La Rigenerazione con i suoi spunti di riflessione sul desiderio di giovinezza, sui valori morali dell’uomo e della famiglia, punteggiati di echi freudiani.
La famiglia, nelle sue dinamiche ciniche e grottesche, è anche al centro di Ritter/Dene/Voss di Bernhard che ammireremo nell’interpretazione di tre grandi professionisti come Massimo Popolizio, Maria Paiato e Manuela Mandracchia. Il piano dell’etica sociale è invece toccato da La parola ai giurati di Reginald Rose dove un Alessandro Gasmann attore e regista affronta il tema della pena di morte. Ancora deviazioni della morale privata e sociale sono il nucleo attorno a cui Joseph Conrad costruisce L’agente segreto che Marco Sciaccaluga allestisce portando a teatro il tema del terrorismo. L’attesissimo Rupert Everett invece – diretto da Philip Prowse – guarda ai rapporti di coppia e al più complesso dei sentimenti, l’amore, attraverso la raffinata e graffiante drammaturgia di Noel Coward in Vite private.
Non mancheranno le riflessioni da condurre all’ombra della sapienza dei classici: il Pirandello di Così è (se vi pare) riletto dalla limpidità registica di Massimo Castri è un appuntamento da non mancare e al genio siciliano si dedica anche la coppia Pagliai-Gassman in Enrico IV. Cechov ci illuminerà con la forza metaforica del suo capolavoro più amato, Il gabbiano nell’interpretazione di Patrizia Milani, Carlo Simoni e Maurizio Donadoni diretti da Bernardi. E poi Shakespeare e il dramma per antonomasia, Amleto, che dopo dieci anni d’assenza ritorna al Politeama Rossetti con Luca Lazzareschi nel ruolo del titolo, affiancato da Nello Mascia, Galatea Ranzi e Luciano Roman per la regia di Pietro Cartiglio. Nella sua originalità è un cult Pipino il Breve, spettacolo di prosa e musica di Tony Cucchiara ispirato alla chanson de geste.
Merita invece una luce del tutto particolare Sola me ne vo, applaudito one woman show interamente costruito sul talento, la musicalità, la duttilità di Mariangela Melato.
È ricco e vivacissimo nella Stagione 2008-2009 il cartellone Musical & grandi eventi in cui si succederanno ben nove appuntamenti. In apertura un omaggio alla tradizione della commedia musicale italiana di Garinei & Giovannini, con Il giorno della tartaruga prodotto dalla Compagnia della Rancia e Ati Il Sistina: si tratta del riallestimento di un successo di Renato Rascel e Delia Scala, che sarà interpretato ora da Chiara Noschese e Christian Ginepro, due artisti dei più completi rivelatisi negli ultimi anni, che si avvarranno della sapienza registica di Saverio Marconi. A dimostrazione del dinamismo del teatro nazionale nel campo del musical - campo che continua a crescere non solo dal punto di vista dei successi di botteghino ma anche da quello della qualità, delle competenze e del senso artistico – è in programma Robin Hood musical di Beppe Dati che rappresenta un’operazione originale italiana, diretta da Ginepro, con protagonista il bravo Manuel Frattini.
Attesissimi e immancabili i classici del repertorio anglosassone: per la prima volta allo Stabile regionale andrà in scena Chorus Line, il musical cult di Michael Bennet che conquista per la bellezza delle musiche, delle storia, delle coreografie. Il coinvolgente allestimento è della Compagnia della Rancia. Un altro cult ¬– e sarà un gradito ritorno – è Rocky Horror Show che rielabora il mito di Frankenstein con ironia, figure grottesche e sound irresistibile, e riesce a far interagire palco e platea in un rito collettivo divertentissimo. Nuova produzione-kolossal, Rocky inserisce Trieste – dove è presentato come prima italiana – nel tour europeo che tocca Berlino, Vienna, Zurigo, Düsseldorf e Monaco.
Ma il mondo anglosassone continua a produrre successi, e fra questi il Teatro Stabile ha selezionato novità di grande richiamo: se MAMMA MIA! con le musiche degli ABBA rappresenta l’evento di punta del cartellone, un altro titolo da non lasciarsi sfuggire è Hairspray. Successo recente (ha debuttato a Broadway nel 2002, in Italia è noto soprattutto per il film con John Travolta) coniuga una frizzante colonna sonora a una storia spassosa. La mette in scena Massimo Romeo Piparo, con un ironico Stefano Masciarelli en travesti.
Completano il cartellone tre eventi che si concentrano invece su un genere di teatro che negli ultimi anni ha dimostrato uno sviluppo molto interessante: si tratta del “teatro-circo” che il pubblico regionale approfondirà attraverso tre eminenti nomi internazionali. Innanzitutto Slava Polunin, lo straordinario clown russo che ritorna al Politeama Rossetti con il suo incantevole Slava’s Snow show. Poi sarà la volta sella compagnia canadese del Cirque Eloize che esordisce a Trieste, con il suo Rain. Lo show immagina un gruppo di acrobati, clown, giocolieri e contorsionisti alle prese con le prove di alcuni loro numeri: la magia dello spettacolo è in un lungo (e vero) acquazzone sotto il quale proseguiranno le loro evoluzioni come in un’esplosione liberatoria di gioia. A concludere l’excursus nel teatro-circo sarà il più internazionale degli artisti italiani: Arturo Brachetti che ritorna sul nostro palcoscenico con i mille sorprendenti travestimenti e le invenzioni del suo Gran Varietà Brachetti.
Il meglio del balletto classico e moderno s’intrecciano nel cartellone Danza & dintorni: sei titoli tutti di tenore elevatissimo, a partire dalla performance dell’Alvin Ailey American Dance Theater che inaugura la rassegna. L’ensemble rappresenta una delle espressioni più alte della danza moderna e – dal 1958, anno della fondazione – è acclamata in tutto il mondo. Un programma eccezionale con le migliori coreografie della compagnia attende il pubblico del Rossetti, per donare attraverso la danza, spirito, speranza e passione: questa la poetica di Ailey. La danza moderna americana nelle sue accezioni più creative sarà protagonista anche di The best of Parsons e Bothanica.
Il primo show vedrà la Parsons Dance Company eseguire alcune delle coreografie più apprezzate a livello internazionale di David Parson, vera e propria icona della Post Modern Dance statunitense, capace di emozionare con creazioni che pur nel rispetto di una tecnica impeccabile, possiedono sempre un’anima. Il mondo vegetale in tutta la sua magia di colori e mutevolezze sarà invece quanto i Momix ricreeranno in Bothanica, show che proprio in Italia avrà il proprio debutto assoluto. Si ritorna in Europa con i Mummenschanz per celebrare i trent’anni di attività di questi artisti svizzeri che hanno saputo creare un genere fondendo in una grammatica corporea nuova l’arte di mimi, manufattori, prestidigiatori, equilibristi: aiutati da materiali semplici inventano figure sorprendenti e mimano storie ricche di ironia. Come detta la tradizione e la storia del balletto, hanno radici europee le migliori compagnie di danza classica: con due impedibili spettacoli del più amato repertorio saranno protagonisti sul palcoscenico dello Stabile eccellenti ensemble classici. Si tratta del Balletto del Teatro dell’Opera Nazionale di Romania che ammireremo in Cenerentola su musiche di Prokofiev e del Balletto Nazionale di Sofia che proporrà una sontuosa edizione di Giselle nella tradizionale coreografia di Coralli, Perrot, Petipa.
Ricco d’induzioni attuali e di prove eccellenti, infine, il cartellone altripercorsi che incontra un crescente gradimento e che anche quest’anno fotograferà il nostro tempo alternando in una bella armonia linguaggio impegnato e leggero.
Dopo l’inaugurazione con le due produzioni dello Stabile La vita xe fiama e Alexandria, cui già si è accennato, assisteremo a coraggiose e dure denunce sociali (Gomorra di Roberto Saviano e Mario Gelardi e L’Istruttoria di Claudio Fava), significativi spettacoli legati al territorio (Cercivento di Riccardo Maranzana e Massimo Somaglino), riletture interessanti di classici (Casa di Bambola con Lunetta Savino diretta da Leo Muscato). L’uomo contemporaneo sarà raccontato nelle sue più diverse sfaccettature: nel controverso rapporto con la cultura (nello spassoso Anvedi Goethe di Marco Maltauro), nei suoi legami sentimentali (Sunshine di William Mastrosimone, che vede Sebastiano Somma e Benedica Boccoli diretti da Albertazzi), nelle sue passioni sportive (Alé Calais di Osvaldo Guerrieri). Mentre, come sempre, troveranno uno spazio d’elezione le più interessanti
Il programma della Stagione 2008-2009 dello Stabile regionale è stato presentato dal Presidente Paris Lippi, dal direttore Antonio Calenda e dal direttore organizzativo Stefano Curti sabato 30 agosto, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta al CaféRossetti.
50 spettacoli articolati – com’è ormai apprezzata tradizione – nei quattro itinerari della prosa, dei musical & grandi eventi, della danza e degli altripercorsi. Una formula funzionale, che consente al direttore Calenda di presentare un consistente ventaglio di proposte, selezionate secondo l’imprescindibile canone della qualità artistica, e adatte ad uno spettro di spettatori sempre più ampio e differenziato per interessi, formazione, provenienza, fasce d’età. Una formula – va inoltre sottolineato – che segna un trait d’union con le radici storiche del Politeama Rossetti, concepito nel 1878 come spazio aperto a spettacoli dei più vari, dalla prosa alla boxe, dal balletto al circo, dai concerti sinfonici all’operetta.
La tradizione, le direzioni consolidate s’intrecciano a nuove istanze nella Stagione dello Stabile: da un lato si preserva infatti una doverosa continuità con linee di ricerca già perseguite, fra cui compaiono il fondamentale impegno sul piano della produzione, l’attenzione al territorio (che viene indagato attraverso spettacoli che ne trattano la storia, ma di cui sono anche messe in luce le potenzialità artistiche, con la collaborazione con realtà teatrali emergenti e artisti corregionali), la sensibilità verso la drammaturgia contemporanea (che possiede uno spazio sempre più deciso nel cartellone di Prosa ed è la grande protagonista di altripercorsi), la rilevanza dei grandi classici (Shakespeare, Pirandello, Cechov) considerati irrinunciabili “maestri di pensiero”. D’altro lato lo Stabile regionale intende aprirsi al panorama internazionale dello spettacolo, incrementare le occasioni di scambio con realtà che creano teatro ad alto livello all’estero, far conoscere al pubblico residente ciò che viene applaudito sui palcoscenici dei grandi Festival europei o addirittura di Londra e Broadway… L’accoglienza straordinaria ottenuta da Cats ha rappresentato in questo senso un segnale forte, come pure incoraggiano l’esito positivo di alcune sperimentazioni produttive (A different language), le recenti ospitalità di spettacoli in lingua originale, ed anche i successi di spettacoli firmati dallo Stabile (primo fra tutti Lei dunque capirà) al di là dei confini italiani.
La programmazione dunque aprirà il suo respiro al meglio del teatro in Italia e all’estero, puntando sulla qualità di titoli internazionali che già di per sé sono eventi straordinari – il musical MAMMA MIA! (v. comunicato stampa a parte), il balletto dell’Alvin Ailey American Dance Theater – sull’eccellenza di attori di prosa come i già citati Giuseppe Pambieri e Gianrico Tedeschi, a cui si aggiungono Mariangela Melato, Massimo Popolizio, Manuela Mandracchia e Maria Paiato, Alessandro Gassman, Massimo De Francovich, Ugo Pagliai, Sebastiano Somma, Elisabetta Pozzi, Laura Curino, e – sorprendente presenza – Rupert Everett che reciterà in italiano. Di assoluto rilievo sono anche i nomi dei registi in locandina: da Massimo Castri a Marco Sciaccaluga, da Giorgio Albertazzi a Rossella Falk, da Leo Muscato a Gabriele Vacis. Completano il carnet autori di grande interesse.
Come già sottolineato, la produzione rappresenta per lo Stabile regionale l’impegno fondante, ove esprimere non solo la propria cifra artistica ma anche la propria identità culturale. Tre i nuovi progetti a cui si sta lavorando: To be or not To be che Maria Letizia Compatangelo ha tratto dal soggetto originale di Melchior Lengyel – divenuto nel 1942 un film di successo di Ernst Lubitsch – aprirà la stagione di Prosa nel segno della commedia delicata e intelligente, un’elegia del mondo del teatro concepita sullo sfondo di una Varsavia in lotta contro il nazismo. Antonio Calenda lo mette in scena con un cast brillante e di spessore capeggiato da Giuseppe Pambieri e Daniela Mazzucato: quest’ultima presterà la propria voce alle due canzoni scritte proprio per lo spettacolo da Nicola Piovani.
La stagione alla Sala Bartoli sarà invece inaugurata da La vita xe fiama: con questo allestimento lo Stabile desidera ricordare Roberto Damiani, da una cui ricerca critica era nata nel 1992 la prima idea dello spettacolo, un raffinato collage di liriche e prose di Biagio Marin. A mettere in scena il recital è, come allora, Furio Bordon, sensibile regista ed eccellente autore triestino, mentre Massimo De Francovich darà voce alle creazioni del poeta gradese, accompagnato al violoncello dal Maestro Severino Zannerini.
Nuova produzione (in collaborazione con la Provincia di Trieste) è anche Alexandria, che tratta il tema dell’emigrazione femminile verso l’Egitto, evento che ha fortemente toccato il nostro territorio. Lo spettacolo nasce da un progetto di Franco Però (che firma ora anche la regia) a cui ha dato forma drammaturgica Renata Ciaravino. A interpretare memorie e storie delle Aleksandrinke sarà un’attrice di rara e profonda intensità: Elisabetta Pozzi.
Ha infine debuttato a livello nazionale con successo lo scorso anno – ma sarà al Politeama Rossetti per la prima volta a ottobre – La Rigenerazione di Svevo, che lo Stabile produce assieme ai goriziani a.Artisti Associati. La commedia, percorsa da riflessioni ironiche e attuali, va in scena in un poetico allestimento di Calenda che nei panni del protagonista ha voluto un irraggiungibile maestro, Gianrico Tedeschi, accompagnato da ottimi talenti della nostra regione: fra tutti Lidia Kozlovich e Fulvio Falzarano.
Accanto a queste novità, vanno segnalate le molte produzioni che vengono riprese in tour: porteranno il nome dello Stabile e della regione sul territorio nazionale anche nella Stagione 2008-2009, Vita di Galileo di Brecht (per il terzo anno e forte di un Biglietto d’Oro appena ricevuto) interpretato da Franco Branciaroli, I due gemelli veneziani di Goldoni con il divertente Massimo Dapporto, Lei dunque capirà di Claudio Magris con Daniela Giovanetti (che ha ormai raggiunto la quarta stagione di repliche) e Lillipupa con Angela Pagano tutti diretti da Calenda. Poi Indemoniate coprodotto con l’udinese Teatro Club e gli spettacoli dei Piccoli di Podrecca, che restano in repertorio e torneranno anche alla Sala Bartoli a Natale.
Il fil rouge che sul piano ideale percorre quasi nella sua interezza la nuova Stagione Prosa sembra voler proseguire un discorso già avviato lo scorso anno e imperniato sul Novecento e sulle induzioni, sulle inquietudini che questo secolo ricco di forza innovativa, ma anche di durezze e contraddizioni, ha regalato al mondo contemporaneo.
Le due produzioni che aprono il cartellone esprimono appieno tutto ciò: To be or not to be con il suo apologo sulla necessità dell’arte e della poesia, costruita in termini ironici sullo sfondo del nazismo, e La Rigenerazione con i suoi spunti di riflessione sul desiderio di giovinezza, sui valori morali dell’uomo e della famiglia, punteggiati di echi freudiani.
La famiglia, nelle sue dinamiche ciniche e grottesche, è anche al centro di Ritter/Dene/Voss di Bernhard che ammireremo nell’interpretazione di tre grandi professionisti come Massimo Popolizio, Maria Paiato e Manuela Mandracchia. Il piano dell’etica sociale è invece toccato da La parola ai giurati di Reginald Rose dove un Alessandro Gasmann attore e regista affronta il tema della pena di morte. Ancora deviazioni della morale privata e sociale sono il nucleo attorno a cui Joseph Conrad costruisce L’agente segreto che Marco Sciaccaluga allestisce portando a teatro il tema del terrorismo. L’attesissimo Rupert Everett invece – diretto da Philip Prowse – guarda ai rapporti di coppia e al più complesso dei sentimenti, l’amore, attraverso la raffinata e graffiante drammaturgia di Noel Coward in Vite private.
Non mancheranno le riflessioni da condurre all’ombra della sapienza dei classici: il Pirandello di Così è (se vi pare) riletto dalla limpidità registica di Massimo Castri è un appuntamento da non mancare e al genio siciliano si dedica anche la coppia Pagliai-Gassman in Enrico IV. Cechov ci illuminerà con la forza metaforica del suo capolavoro più amato, Il gabbiano nell’interpretazione di Patrizia Milani, Carlo Simoni e Maurizio Donadoni diretti da Bernardi. E poi Shakespeare e il dramma per antonomasia, Amleto, che dopo dieci anni d’assenza ritorna al Politeama Rossetti con Luca Lazzareschi nel ruolo del titolo, affiancato da Nello Mascia, Galatea Ranzi e Luciano Roman per la regia di Pietro Cartiglio. Nella sua originalità è un cult Pipino il Breve, spettacolo di prosa e musica di Tony Cucchiara ispirato alla chanson de geste.
Merita invece una luce del tutto particolare Sola me ne vo, applaudito one woman show interamente costruito sul talento, la musicalità, la duttilità di Mariangela Melato.
È ricco e vivacissimo nella Stagione 2008-2009 il cartellone Musical & grandi eventi in cui si succederanno ben nove appuntamenti. In apertura un omaggio alla tradizione della commedia musicale italiana di Garinei & Giovannini, con Il giorno della tartaruga prodotto dalla Compagnia della Rancia e Ati Il Sistina: si tratta del riallestimento di un successo di Renato Rascel e Delia Scala, che sarà interpretato ora da Chiara Noschese e Christian Ginepro, due artisti dei più completi rivelatisi negli ultimi anni, che si avvarranno della sapienza registica di Saverio Marconi. A dimostrazione del dinamismo del teatro nazionale nel campo del musical - campo che continua a crescere non solo dal punto di vista dei successi di botteghino ma anche da quello della qualità, delle competenze e del senso artistico – è in programma Robin Hood musical di Beppe Dati che rappresenta un’operazione originale italiana, diretta da Ginepro, con protagonista il bravo Manuel Frattini.
Attesissimi e immancabili i classici del repertorio anglosassone: per la prima volta allo Stabile regionale andrà in scena Chorus Line, il musical cult di Michael Bennet che conquista per la bellezza delle musiche, delle storia, delle coreografie. Il coinvolgente allestimento è della Compagnia della Rancia. Un altro cult ¬– e sarà un gradito ritorno – è Rocky Horror Show che rielabora il mito di Frankenstein con ironia, figure grottesche e sound irresistibile, e riesce a far interagire palco e platea in un rito collettivo divertentissimo. Nuova produzione-kolossal, Rocky inserisce Trieste – dove è presentato come prima italiana – nel tour europeo che tocca Berlino, Vienna, Zurigo, Düsseldorf e Monaco.
Ma il mondo anglosassone continua a produrre successi, e fra questi il Teatro Stabile ha selezionato novità di grande richiamo: se MAMMA MIA! con le musiche degli ABBA rappresenta l’evento di punta del cartellone, un altro titolo da non lasciarsi sfuggire è Hairspray. Successo recente (ha debuttato a Broadway nel 2002, in Italia è noto soprattutto per il film con John Travolta) coniuga una frizzante colonna sonora a una storia spassosa. La mette in scena Massimo Romeo Piparo, con un ironico Stefano Masciarelli en travesti.
Completano il cartellone tre eventi che si concentrano invece su un genere di teatro che negli ultimi anni ha dimostrato uno sviluppo molto interessante: si tratta del “teatro-circo” che il pubblico regionale approfondirà attraverso tre eminenti nomi internazionali. Innanzitutto Slava Polunin, lo straordinario clown russo che ritorna al Politeama Rossetti con il suo incantevole Slava’s Snow show. Poi sarà la volta sella compagnia canadese del Cirque Eloize che esordisce a Trieste, con il suo Rain. Lo show immagina un gruppo di acrobati, clown, giocolieri e contorsionisti alle prese con le prove di alcuni loro numeri: la magia dello spettacolo è in un lungo (e vero) acquazzone sotto il quale proseguiranno le loro evoluzioni come in un’esplosione liberatoria di gioia. A concludere l’excursus nel teatro-circo sarà il più internazionale degli artisti italiani: Arturo Brachetti che ritorna sul nostro palcoscenico con i mille sorprendenti travestimenti e le invenzioni del suo Gran Varietà Brachetti.
Il meglio del balletto classico e moderno s’intrecciano nel cartellone Danza & dintorni: sei titoli tutti di tenore elevatissimo, a partire dalla performance dell’Alvin Ailey American Dance Theater che inaugura la rassegna. L’ensemble rappresenta una delle espressioni più alte della danza moderna e – dal 1958, anno della fondazione – è acclamata in tutto il mondo. Un programma eccezionale con le migliori coreografie della compagnia attende il pubblico del Rossetti, per donare attraverso la danza, spirito, speranza e passione: questa la poetica di Ailey. La danza moderna americana nelle sue accezioni più creative sarà protagonista anche di The best of Parsons e Bothanica.
Il primo show vedrà la Parsons Dance Company eseguire alcune delle coreografie più apprezzate a livello internazionale di David Parson, vera e propria icona della Post Modern Dance statunitense, capace di emozionare con creazioni che pur nel rispetto di una tecnica impeccabile, possiedono sempre un’anima. Il mondo vegetale in tutta la sua magia di colori e mutevolezze sarà invece quanto i Momix ricreeranno in Bothanica, show che proprio in Italia avrà il proprio debutto assoluto. Si ritorna in Europa con i Mummenschanz per celebrare i trent’anni di attività di questi artisti svizzeri che hanno saputo creare un genere fondendo in una grammatica corporea nuova l’arte di mimi, manufattori, prestidigiatori, equilibristi: aiutati da materiali semplici inventano figure sorprendenti e mimano storie ricche di ironia. Come detta la tradizione e la storia del balletto, hanno radici europee le migliori compagnie di danza classica: con due impedibili spettacoli del più amato repertorio saranno protagonisti sul palcoscenico dello Stabile eccellenti ensemble classici. Si tratta del Balletto del Teatro dell’Opera Nazionale di Romania che ammireremo in Cenerentola su musiche di Prokofiev e del Balletto Nazionale di Sofia che proporrà una sontuosa edizione di Giselle nella tradizionale coreografia di Coralli, Perrot, Petipa.
Ricco d’induzioni attuali e di prove eccellenti, infine, il cartellone altripercorsi che incontra un crescente gradimento e che anche quest’anno fotograferà il nostro tempo alternando in una bella armonia linguaggio impegnato e leggero.
Dopo l’inaugurazione con le due produzioni dello Stabile La vita xe fiama e Alexandria, cui già si è accennato, assisteremo a coraggiose e dure denunce sociali (Gomorra di Roberto Saviano e Mario Gelardi e L’Istruttoria di Claudio Fava), significativi spettacoli legati al territorio (Cercivento di Riccardo Maranzana e Massimo Somaglino), riletture interessanti di classici (Casa di Bambola con Lunetta Savino diretta da Leo Muscato). L’uomo contemporaneo sarà raccontato nelle sue più diverse sfaccettature: nel controverso rapporto con la cultura (nello spassoso Anvedi Goethe di Marco Maltauro), nei suoi legami sentimentali (Sunshine di William Mastrosimone, che vede Sebastiano Somma e Benedica Boccoli diretti da Albertazzi), nelle sue passioni sportive (Alé Calais di Osvaldo Guerrieri). Mentre, come sempre, troveranno uno spazio d’elezione le più interessanti
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