- 10 Dicembre 2009
- Generale
Dall'11 al 20
dicembre andranno in scena alternativamente nel raccolto spazio della Sala
Bartoli, per il cartellone altripercrsi
dello Stabile regionale, due monologhi di Claudio Magris, incentrati sulla
solitudine e sul bisogno d'amore e di relazione dell'uomo contemporaneo. Una
riflessione affascinante e ricca d'induzioni che ammireremo nella mise en
espace firmata da Antonio Calenda, che è anche interprete di questo
significativo dittico.
Il progetto è giunto
sul palcoscenico alcuni mesi fa, nella suggestiva cornice del Parco del
Castello di Miramare, produzione dello Stabile regionale nell'ambito della
rassegna organizzata dalla Provincia di Trieste Teatri a Teatro a Trieste
2009.
L'iniziativa (che
contava sull'interpretazione Antonio Calenda e Kim Rossi Stuart) ha registrato
ottimi esiti che - assieme alla generosa disponibilità del direttore Calenda,
che nuovamente si mette in gioco anche in veste d'attore e raddoppia il suo
impegno, interpretando entrambi i monologhi - hanno indotto a riproporre le due
mise en espace.
Per Antonio Calenda
l'impegno rappresenta da un lato una sorta di omaggio al pubblico della regione
e della città, cui si sente ormai profondamente di appartenere; dall'altra
è una nuova occasione d'incontro con l'affascinante scrittura di Claudio Magris.
Il connubio fra la sensibilità artistica di Calenda e la drammaturgia del
grande scrittore triestino ha già regalato agli appassionati di teatro emozioni
profonde, in spettacoli come La Mostra e il toccante Lei dunque capirà.
Con Il Conde il loro rapporto si arricchisce di una nuova
collaborazione che vede Calenda impersonare il misterioso marinaio al centro
del monologo. Il Conde raccoglie - sullo sfondo di atmosfere che evocano certa letteratura sudamericana - lo
sfogo del marinaio che accompagna un inquietante "pescatore di cadaveri": navigano
la foce del fiume Douro alla pietosa ricerca di coloro che in quelle acque
perdono la vita. E all'acqua - che percorre come un fil rouge la produzione letteraria di Magris - si avvicina
anche l'allestimento, animato da proiezioni di paesaggi marini. L'arrogante
personalità del Conde si contrappone alla solitudine rassegnata del marinaio,
che Magris tratteggia poeticamente restituendocene la durezza nel rievocare le
avventure di navigazione, ma anche la tenerezza nel ricordo della donna amata e
perduta. Ora non gli rimane che il sogno di una polena, emersa assieme a uno
dei tanti infelici: nella contemplazione di quell'icona femminile perfetta,
palpitano tutte le sue emozioni.
Le voci del titolo
del sottile e fantasioso monologo di Claudio Magris, sono le voci femminili
delle segreterie telefoniche che il protagonista ascolta maniacalmente e di cui
sa distinguere ogni impercettibile mutamento, ogni inflessione, accento,
scatto. Non importuna le donne che chiama, non lascia messaggi, tutt'altro: a
nessuna rivela la propria voce. A lui piace ascoltare, e a partire da quei toni
immaginare il carattere, l'aspetto di ognuna: sono voci gentili e accattivanti,
non danno risposte brusche, non possono lasciare spiazzato, nè ferire un
interlocutore timido e introverso, come accade invece conversando nella realtà.
Il nostro protagonista conosce un'infinità di numeri telefonici cui
corrispondono proprietarie con personalità diverse. C'è la ragazza ingenua,
quella molto professionale, quella burocratica, il messaggio brillante o quello
languido: egli sa riconoscere se cambiando registrazione la ragazza era un po' depressa, o divertita, o solo frettolosa e imbarazzata di dover incidere sul
nastro... Per chiunque una segreteria pone un disagevole filtro, allontana dalla
persona cercata: non per lui. Vive invece queste voci come un guscio
protettivo, kafkiano, ma efficace a tutelare la sua fragilità.
Antonio Calenda
regalerà scatti nervosi e insicurezze a questo personaggio, che dà forma -
rispetto a Il Conde - a un altro
versante della solitudine, del bisogno di amore, ad un'altra espressione della
difficoltà di "essere" in un mondo - il nostro - che vuole tutti vincenti, che
tollera sempre meno l'ipersensibilità, lo smarrimento, e che è propenso a
perdonare l'arroganza più che la timidezza, a scusare la maleducazione più che
a comprendere l'insicurezza.
La drammaturgia di
Magris che a Calenda ha già ispirato messinscene di grande rilevanza procede
qui attraverso suggestioni e momenti di forte ironia. L'inquieto e suscettibile
protagonista ci apparirà attorniato da telefoni: strumenti irrinunciabili,
fondamentali per dargli soddisfazione. A incrinare questo universo parallelo,
utopisticamente popolato solo da voci melodiose e garbate sarà un'invenzione:
il "répondeur", nome seducente per una terrificante voce metallica.
Le Voci e Il Conde sono produzioni del Teatro Stabile del Friuli
Venezia Giulia e replicano dall'11 al 20 dicembre secondo la seguente
programmazione:
VEN 11 dicembre - ore 21 IL CONDE
SAB 12 dicembre - ore 17 IL CONDE - ore 21 LE VOCI
DOM 13 dicembre - ore 17 LE VOCI - ore 21 IL CONDE
MAR 15 dicembre - ore 17 LE VOCI - ore 21 IL CONDE
MER 16 dicembre - ore 21 LE VOCI
GIO 17 dicembre - ore 21 IL CONDE
VEN 18 dicembre - ore 21 LE VOCI
SAB 19 dicembre - ore 17 LE VOCI - ore 21 IL CONDE
DOM 20 dicembre - ore
17 IL CONDE - ore 21 LE VOCI.
Prenotazioni e
acquisti di biglietti possono essere effettuate presso tutti i punti vendita
del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e naturalmente presso la
Biglietteria del Politeama Rossetti. Ulteriori informazioni sono disponibili
anche sul sito internet del Teatro www.ilrossetti.it e al numero telefonico
040-3593511.
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