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Crediti
di Molière
traduzione Cesare Garboli
regia Fabrizio Falco
regista assistente Davide Cirri
assistente alla regia Francesca Mellusocon Giovanni Arezzo, Costantino Buttitta, Alice Canzonieri, Luca Carbone, Doriana Costanzo, Davide Cirri, Fabrizio Falco, Rita Debora Iannotta, Claudio Pellegrini
impianto scenico Fabrizio Falco e Davide Cirri
costumi Gabriella Magrì
musica Angelo Vitaliano
produzione Teatro Biondo Palermo
A seguito del Dpcm del 15 gennaio 2021, sono sospesi tutti gli spettacoli fino al 5 marzo.
Lo spettacolo è stato quindi rinviato: daremo al più presto comunicazione delle nuove date dello spettacolo e dell’apertura delle prenotazioni.
PREZZO DEI BIGLIETTI
Platea A-B Interi € 25 | Ridotti € 22 | 2★
Platea C Interi € 16 | Ridotti € 14 | 1★
Prenotazioni sospese
Capolavoro molièreiano applaudito per la prima volta a Parigi nel 1666, “Il Misantropo” possiede un’universalità e un’incisività nell’analizzare i rapporti umani, tali da superare in modo dirompente il mondo della letteratura barocca.
Questo classico parla infatti chiaramente al nostro tempo, invocando soprattutto verità. È questo il tema attorno a cui ruota la commedia, forse la più densa e autobiografica di Molière, ed è ciò che ha attratto uno dei più premiati artisti della giovane generazione, Fabrizio Falco.
Appena trentenne, già Premio UBU nel 2015 e Premio Mastroianni alla Mostra del Cinema di Venezia tre anni prima, Falco ha lavorato con grandi maestri della scena italiana (fra tutti Carlo Cecchi e Luca Ronconi di cui è stato nel cast dell’ultimo lavoro, “Lehman Trilogy”) e si è sempre più imposto per la sua sensibilità registica e d’interprete.
Lavora a questo “Misantropo” utilizzando il gioco di specchi inventato dall’autore per riflettere sul senso e sul valore estetico e morale di cui la società odierna è vittima e artefice. «La verità dei rapporti è la richiesta di Alceste - spiega Falco - e questa sarà la linea guida della regia. Nient’altro. Il teatro ha bisogno di poco per vivere da un punto di vista esteriore, ma ha bisogno di molto lavoro invisibile, ha bisogno di verità. In un’epoca di fake news credo che anche noi ne sentiamo l’esigenza. Una verità che derivi dalla profondità di sé, dei sentimenti, per riscoprirsi individui fino in fondo e comunità fino in fondo».