VIRGINIO GAZZOLO INTERPRETA LUIGI PIRANDELLO NE "IL MAESTRO E MARTA" DI FILIPPO ARRIVA
- 6 Aprile 2007
- Generale
Chiude il cartellone di Prosa del Teatro Stabile del Friuli-Venezia
Giulia uno spettacolo di notevole suggestione, che saprà conquistarci
con un emozionante linguaggio scenico, con la tesa recitazione dei
protagonisti, con lo sguardo intimista, delicato, ma anche tagliente
dell’autore – il contemporaneo Filippo Arriva – volto a una profonda
storia d’amore.
La restituiranno sul palcoscenico del Politeama Rossetti – da mercoledì 11 a domenica 15 aprile – alcuni creatori di primo livello: accanto all’autore già citato, il raffinato regista Walter Pagliaro, lo scenografo Giovanni Carluccio, il costumista Alberto Verso che assieme alle musiche Germano Mazzocchetti e ai video di Luca Scarsella offrono sulla scena un universo di grande fascinazione, in cui si muovono intensi gli attori. Protagonista è Virginio Gazzolo – un attore dalla classe e dalla competenza eccellenti – attorniato da Mariella Lo Giudice, Valentina Bardi, Gianni Alderuccio, Giuseppe Infarinato, Serena Mazzone, Davide Sbrogiò e Pamela Toscano. La produzione è del Teatro Stabile di Catania.
Assieme, questi artisti, indagano i sentimenti che legarono i due celebri protagonisti de Il Maestro e Marta…
Lei è un’attrice di talento “fulva e di meravigliosa bellezza”, lui un importante intellettuale, premio Nobel, acutissimo e disincantato pensatore. È il 1925 quando s’incontrano, lui – Luigi Pirandello – è un sessantenne, lei – Marta Abba – è più giovane di trentacinque anni… Ciononostante è colpo di fulmine: un amore condannato – soprattutto per la differenza d’età – a restare platonico, ma destinato anche a rivelarsi intensissimo e duraturo.
«Una storia moderna – come scrive Pagliaro – dove la testa fu più importante del corpo, e perciò solo straordinaria». Un amore che trova voce in un appassionato carteggio (oltre 500 lettere dello scrittore siciliano cui fanno riscontro un centinaio firmate dalla Abba) e che riecheggia, a ben guardare, fra le righe e le battute di molte delle ultime opere pirandelliane. «(…) Tu non hai compreso questo ritegno in me del pudore d’esser vecchio… e la vergogna dentro, la vergogna allora, come d’una oscenità, di sentirsi, con quell’aspetto di vecchio, il cuore ancora giovane e caldo» dice ad esempio l’anziano poeta protagonista di Quando si è qualcuno alla sua giovane amata, esprimendo un turbamento che appartiene all’autore.
Proprio per questo, nel testo vita e teatro si confondono in un gioco di specchi e rimandi. Pirandello è costantemente intento a mettere in scena le sue commedie, ma soprattutto a rivivere in esse la propria vita e per questo Arriva sceglie di ripercorrere la storia d’amore non solo attraverso l’epistolario, ma anche citando passi di opere pirandelliane «per esaltare – scrive– l’autobiografia come fase suprema dell’arte».
Il rapporto fra i due, prosegue per oltre dieci anni fino alla morte di Pirandello, avvenuta poco dopo la partenza della Abba per l’America dove era richiesta dal cinema, fra turbamenti e desiderio, fra toccanti dichiarazioni e nostalgie, fra sospirati incontri e dolorosi distacchi. E non c’è mai nulla di scontato, di prevedibile in questo legame: il loro è un amore attuale e vero, dove agli abbandoni di lui, corrisponde la rispettosa concretezza di lei che rifiuta d’assumersi la parte d’arrampicatrice o di donna disposta a vivere nell’ombra del genio… Un amore che ora – grazie alla sensibile creatività del regista Pagliaro e all’apporto di un ottimo cast – diventa delicata e originalissima materia teatrale.
Pagliaro, per restituire la dimensione introspettiva del racconto, armonizza sulla scena linguaggio cinematografico (con immagini originali di Pirandello e della Abba e riprese ricreate invece per lo spettacolo) e intensi momenti di teatro, raffinati intermezzi musicali e incanti scenografici: una koinée di perfetto incanto. «Una situazione come questa – spiega infatti – di tipo introspettivo, richiedeva da un lato di lasciar trasparire il linguaggio degli occhi, attraverso primi piani che soltanto il cinema può dare; dall’altro era importante consentire l’oggettività di valutazione che la fonte documentale e la distanza temporale possono garantire. Tuteliamo così la memoria di Marta, attrice di storica levatura e donna devota. E rispettiamo un genio che finalmente si svela in prima persona e ci appare come uno di noi, con debolezze e angosce: proprio lui che con il suo teatro e la sua narrativa ci ha insegnato a guardarci dentro».
Nel cast Virgino Gazzolo è Pirandello, Mariella Lo Giudice è Antonietta (l’infelice moglie del drammaturgo), Valentina Bardi è Marta Abba: Gianni Alderuccio, Giuseppe Infarinato, Serena Mazzone, Davide Sbrogiò e Pamela Toscano si alternano negli altri ruoli dello spettacolo, che prevede sul palco anche un’articolata equipe di critici, studiosi attori (queste le figure che incarneranno), proprio a rappresentare coloro che – come noi oggi – si avventurano nella ricostruzione della vita e dell’animo del grande intellettuale.
Il Maestro e Marta debutta al Politeama Rossetti – nono e ultimo spettacolo del cartellone Prosa – mercoledì 11 aprile alle 20.30 e replica fino a domenica 15 aprile nei consueti orari (pomeridiane alle ore 16 di giovedì e domenica).
La stagione del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia viene realizzata con il contributo della Fondazione CrTrieste.
Acquisti presso la Biglietteria del Politeama Rossetti (da lunedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19), il Ticket Point (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19) e Agenzia Pansepol (via del Monte, 2) Agenzia Bagolandia (Via San Marco, 45) e presso le agenzie di Muggia (Agenzia Peekabooh), Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani), San Vito al Tagliamento (Agenzia Medina Viaggi) e presso le Agenzie del circuito Charta presenti sul territorio nazionale (elenco sul sito del Teatro). Informazioni su www.ilrossetti.it. e al lo 040/3593511.
La restituiranno sul palcoscenico del Politeama Rossetti – da mercoledì 11 a domenica 15 aprile – alcuni creatori di primo livello: accanto all’autore già citato, il raffinato regista Walter Pagliaro, lo scenografo Giovanni Carluccio, il costumista Alberto Verso che assieme alle musiche Germano Mazzocchetti e ai video di Luca Scarsella offrono sulla scena un universo di grande fascinazione, in cui si muovono intensi gli attori. Protagonista è Virginio Gazzolo – un attore dalla classe e dalla competenza eccellenti – attorniato da Mariella Lo Giudice, Valentina Bardi, Gianni Alderuccio, Giuseppe Infarinato, Serena Mazzone, Davide Sbrogiò e Pamela Toscano. La produzione è del Teatro Stabile di Catania.
Assieme, questi artisti, indagano i sentimenti che legarono i due celebri protagonisti de Il Maestro e Marta…
Lei è un’attrice di talento “fulva e di meravigliosa bellezza”, lui un importante intellettuale, premio Nobel, acutissimo e disincantato pensatore. È il 1925 quando s’incontrano, lui – Luigi Pirandello – è un sessantenne, lei – Marta Abba – è più giovane di trentacinque anni… Ciononostante è colpo di fulmine: un amore condannato – soprattutto per la differenza d’età – a restare platonico, ma destinato anche a rivelarsi intensissimo e duraturo.
«Una storia moderna – come scrive Pagliaro – dove la testa fu più importante del corpo, e perciò solo straordinaria». Un amore che trova voce in un appassionato carteggio (oltre 500 lettere dello scrittore siciliano cui fanno riscontro un centinaio firmate dalla Abba) e che riecheggia, a ben guardare, fra le righe e le battute di molte delle ultime opere pirandelliane. «(…) Tu non hai compreso questo ritegno in me del pudore d’esser vecchio… e la vergogna dentro, la vergogna allora, come d’una oscenità, di sentirsi, con quell’aspetto di vecchio, il cuore ancora giovane e caldo» dice ad esempio l’anziano poeta protagonista di Quando si è qualcuno alla sua giovane amata, esprimendo un turbamento che appartiene all’autore.
Proprio per questo, nel testo vita e teatro si confondono in un gioco di specchi e rimandi. Pirandello è costantemente intento a mettere in scena le sue commedie, ma soprattutto a rivivere in esse la propria vita e per questo Arriva sceglie di ripercorrere la storia d’amore non solo attraverso l’epistolario, ma anche citando passi di opere pirandelliane «per esaltare – scrive– l’autobiografia come fase suprema dell’arte».
Il rapporto fra i due, prosegue per oltre dieci anni fino alla morte di Pirandello, avvenuta poco dopo la partenza della Abba per l’America dove era richiesta dal cinema, fra turbamenti e desiderio, fra toccanti dichiarazioni e nostalgie, fra sospirati incontri e dolorosi distacchi. E non c’è mai nulla di scontato, di prevedibile in questo legame: il loro è un amore attuale e vero, dove agli abbandoni di lui, corrisponde la rispettosa concretezza di lei che rifiuta d’assumersi la parte d’arrampicatrice o di donna disposta a vivere nell’ombra del genio… Un amore che ora – grazie alla sensibile creatività del regista Pagliaro e all’apporto di un ottimo cast – diventa delicata e originalissima materia teatrale.
Pagliaro, per restituire la dimensione introspettiva del racconto, armonizza sulla scena linguaggio cinematografico (con immagini originali di Pirandello e della Abba e riprese ricreate invece per lo spettacolo) e intensi momenti di teatro, raffinati intermezzi musicali e incanti scenografici: una koinée di perfetto incanto. «Una situazione come questa – spiega infatti – di tipo introspettivo, richiedeva da un lato di lasciar trasparire il linguaggio degli occhi, attraverso primi piani che soltanto il cinema può dare; dall’altro era importante consentire l’oggettività di valutazione che la fonte documentale e la distanza temporale possono garantire. Tuteliamo così la memoria di Marta, attrice di storica levatura e donna devota. E rispettiamo un genio che finalmente si svela in prima persona e ci appare come uno di noi, con debolezze e angosce: proprio lui che con il suo teatro e la sua narrativa ci ha insegnato a guardarci dentro».
Nel cast Virgino Gazzolo è Pirandello, Mariella Lo Giudice è Antonietta (l’infelice moglie del drammaturgo), Valentina Bardi è Marta Abba: Gianni Alderuccio, Giuseppe Infarinato, Serena Mazzone, Davide Sbrogiò e Pamela Toscano si alternano negli altri ruoli dello spettacolo, che prevede sul palco anche un’articolata equipe di critici, studiosi attori (queste le figure che incarneranno), proprio a rappresentare coloro che – come noi oggi – si avventurano nella ricostruzione della vita e dell’animo del grande intellettuale.
Il Maestro e Marta debutta al Politeama Rossetti – nono e ultimo spettacolo del cartellone Prosa – mercoledì 11 aprile alle 20.30 e replica fino a domenica 15 aprile nei consueti orari (pomeridiane alle ore 16 di giovedì e domenica).
La stagione del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia viene realizzata con il contributo della Fondazione CrTrieste.
Acquisti presso la Biglietteria del Politeama Rossetti (da lunedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19), il Ticket Point (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19) e Agenzia Pansepol (via del Monte, 2) Agenzia Bagolandia (Via San Marco, 45) e presso le agenzie di Muggia (Agenzia Peekabooh), Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani), San Vito al Tagliamento (Agenzia Medina Viaggi) e presso le Agenzie del circuito Charta presenti sul territorio nazionale (elenco sul sito del Teatro). Informazioni su www.ilrossetti.it. e al lo 040/3593511.