SONO STATI PRESENTATI IN CONFERENZA STAMPA LO SPETTACOLO "ALEXANDRIA" E IL CONVEGNO "LE ROTTE DI ALEXANDRIA"
  • 25 Novembre 2008
  • Generale
È stato presentato martedì 25 novembre, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta alla Sala Giunta della Provincia di Trieste il progetto Alexandria attorno al quale si sono radunate importanti istituzioni, enti, realtà artistiche e culturali del territorio: all’incontro con i media erano presenti l’Assessore provinciale alle Politiche di Pace e Legalità Dennis Visioli, il direttore organizzativo dello Stabile regionale Stefano Curti, il regista dello spettacolo Alexandria Franco Però e le interpreti.

Attorno al cardine del tema centrale – l’emigrazione femminile verso l’Egitto, un fenomeno che fra l’Ottocento e l’ultimo Dopoguerra ebbe nella nostra regione dimensioni molto significative – nasce quindi un progetto di rilievo, che coniuga e interseca l’approfondimento scientifico alla poesia scenica, la ricerca all’espressione artistica.
E proprio nella ricerca, appassionata e approfondita che il regista Franco Però ha dedicato a questo fenomeno di emigrazione, ha trovato la sua genesi l’intero progetto, estrinsecatosi poi nella messinscena di Alexandria – che debutterà in prima nazionale alla Sala Bartoli dello Stabile regionale il 28 novembre – e nel convegno internazionale, intitolato Le rotte di Alexandria e in programma a Trieste l’1 e 2 dicembre prossimi.

Lo spettacolo Alexandria nasce dunque da un’ideazione di Franco Però – che ne cura anche la regia – a cui Renata Ciaravino ha dato forma drammaturgica. Vanta una protagonista di straordinaria intensità e raffinatezza, Elisabetta Pozzi, che è certo da menzionare fra le più quotate e ammirate interpreti della attuale scena nazionale. Al suo fianco apprezzeremo tre attrici – Laura Bussani, Michela Mocchiutti, Marzia Postogna – molto interessanti, tutte corregionali. Lo scenografo e costumista Andrea Stanisci, l’autore delle musiche Daniele D’Angelo e il light designer Nino Napoletano completano il gruppo dei creatori che ha collaborato con il regista per restituire suggestioni e atmosfere di quella banchina di Alessandria, che fa da sforndo allo spettacolo e sulla quale le quattro protagoniste si salutano, scambiandosi ricordi, aspettative ed emozioni della loro esperienza di emigrate.

Lo Stabile – in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche di Pace e Legalità della Provincia di Trieste – ha accolto il progetto quale propria produzione, perché attinente a molte delle linee su cui articola la propria attività: si tratta infatti di un testo di autrice italiana contemporanea e allo stesso tempo di una messinscena che approfondisce un aspetto importante – e curiosamente non troppo noto – della storia del territorio in cui il Teatro radica la propria identità. Non va infatti dimenticato che l’emigrazione delle Aleksandrinke ha rappresentato per il Friuli Venezia Giulia e le terre confinanti non solo una risorsa dal punto di vista economico, ma anche un momento significativo, di confronto, di crescita e di sviluppo nelle relazioni con altre culture.
Inoltre la messinscena dà spazio ad alcuni talenti attorali emergenti della regione, guidati con mano sicura da un affermato artista di origini triestine quale Franco Però, regista di prosa e di lirica di profonda cultura e rara sensibilità.
Infine non va trascurata la riflessione – che ha avuto molto peso nella creazione del lavoro teatrale e che avvicina le tematiche del testo a riflessioni molto attuali – sulla collocazione geografica di queste terre, nonché sulle sfide che l’Europa oggi sta affrontando, specie di fronte ai nuovi stimoli che provengono dall’altra sponda del Mediterraneo.

Trieste e Alexandria. Due città sulle rive opposte del Mediterraneo. La città egiziana, dopo l’apertura del canale di Suez, vide un costante incremento dei traffici provenienti dalle regioni della monarchia asburgica, in massima parte attraverso la porta di Trieste. La linea di navigazione che collegava i due porti del bacino mediterraneo fu denominata Linea celere del Levante per l’intensità di questi scambi, che continuarono a svilupparsi anche dopo il primo conflitto mondiale, quando quel mondo asburgico scomparve e in questo estremo lembo dell’Adriatico sorsero nuove realtà geopolitiche. Nell’egiziana e levantina Alexandria questa Linea trasportava non solo merci ma ricchezza umana - erano costruttori ed artigiani che rendevano ancora più bella la città ma anche umili emigranti che trovavano nella cosmopolita Alexandria lavoro ben remunerato. Tra questi vi fu una quota grandissima di donne: cameriere, cuoche, governanti, sarte e balie provenienti - come ci racconta un documento del ricovero alessandrino “Francesco Giuseppe”, sorto per dare asilo e protezione a molte di queste giovani - “per lo più dalle province di Gorizia, Trieste e Lubiana...”. Talmente vasto fu questo fenomeno da far sì che fosse coniato un termine preciso per definire queste donne, che lasciavano la casa e talvolta i figli, il marito, tutto ciò che era loro noto, per lavorare in terre lontane e procurarsi una dote, oppure salvare la situazione finanziaria della famiglia, dare un futuro migliore alla prole: erano le “Aleksandrinke”, dalla città dove sbarcavano e, molto spesso, trovavano impiego. Sono storie di coraggio e di nostalgie, di aspirazioni ed emancipazione, storie che però – a uno sguardo meno superficiale – non riguardano un tempo lontano ma, anzi, molto vicino a noi, quando le rotte del lavoro e della cultura non erano sempre nella direzione che osserviamo troppo spesso oggi, da Sud verso Nord, ma anche nella direzione opposta: e cominciare a rileggere dentro queste storie con sguardo libero potrebbe, magari, fornirci qualche strumento nuovo per guardare quell’oggi in cui ritrovare legami è sempre più necessario.

Come abbiamo già ricordato, a far vibrare emozioni, suggestioni, contraddizioni di queste coraggiose donne di fine Ottocento, sarà un cast tutto al femminile, capitanato da una straordinaria Elisabetta Pozzi, una delle più significative interpreti della scena attuale: dopo aver esordito giovanissima con Squarzina ne Il fu Mattia Pascal con Giorgio Albertazzi, quest’ultimo la vorrà accanto a sé in molti altri spettacoli, fra cui Memorie dal sottosuolo da Dostoevskij e Peer Gynt di Ibsen. Ha poi continuato a confrontarsi con un vastissimo repertorio di autori classici e contemporanei, diretta dai maggiori registi, plasmando un proprio stile di recitazione personale, connotato da una vitale e morbida duttilità che la rende credibile e intensa in ogni ruolo.

Accanto a Elisabetta Pozzi (che interpreta il ruolo di Milena), si muovono in scena Laura Bussani (Alexandra), Michela Mocchiutti (Olga) e Marzia Postogna (Irene).
Interpreti del video che viene trasmesso durante lo spettacolo sono invece Isaura Argese, Sara Cecchet Woodcock, Chiara Pasqualini, Vesna Hrovatin, Elena Husu, Julian Sgherla, Raffaele Sinkovic, Ivan Zerbinati.

Alexandria debutta in prima nazionale a Trieste, alla Sala Bartoli del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia venerdì 28 novembre alle ore 21 e replica fino a domenica 14 dicembre: seguirà un tour in regione e in Slovenia nel corso del quale lo spettacolo toccherà, fra l’altro, Udine, Gorizia e Capodistria.
Alla Sala Bartoli Alexandria andrà in scena sempre alle ore 21 tranne le domeniche (in cui lo spettacolo è pomeridiano con inizio alle ore 17) e giovedì 4 e mercoledì 10 dicembre, quando la recita andrà in scena alle ore 19.

Come già accennato, l’1 e il 2 dicembre a Trieste, si terrà il convegno Le rotte di Alexandria -Po aleksandrinskih poteh promosso dal Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia e dalla provincia di Trieste, in collaborazione con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e il Gruppo 85 e con il patrocinio dell’Università degli studi di Trieste. Sede di queste due giornate di studi internazionali sarà la Sala Tessitori del Consiglio regionale, in Piazza Oberdan a Trieste (per ulteriori dettagli v. comunicato stampa).

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