RITORNA A TRIESTE IL BALLETTO DI MOSCA "LA CLASSIQUE" CON DUE CLASSICI DELLA DANZA: "LO SCHIACCIANOCI" E "CENERENTOLA" DAL 27 AL 29 DICEMBRE
- 27 Dicembre 2006
- Generale
Saranno i titoli del grande e
amatissimo repertorio della danza classica a riempire d’incanto gli
ultimi giorni del 2006 al Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia: si
inizia il 27 dicembre con un appuntamento “fuori abbonamento”, Lo Schiaccianoci eseguito dal Balletto di Mosca “La Classique”. La stessa compagnia sarà protagonista il 28 e 29 dicembre di Cenerentola,
inserito nel cartellone “Danza & dintorni”: ogni balletto gode
dell’apporto della musica dal vivo – grazie all’Orchestra del Teatro
Coccia di Novara, diretta da Silvia Casarin Rizzoli – e di un
ricchissimo patrimonio di fondali coloratissimi e di costumi fatti a
mano, realizzati nel segno della più preziosa tradizione russa.
Di ottimo livello l’ensemble ed i primi ballerini della Compagnia “La Classique” che nelle ultime tre stagioni si è esibita più volte al Politeama Rossetti ottenendo sempre ottimo successo di pubblico e di critica.
Fondato nel 1990, il Balletto di Mosca “La Classique”, annovera fra le sue file danzatori di notevole tecnica classico-accademica provenienti dai maggiori teatri russi, dal Teatro Bolscioi di Mosca al Kirov di San Pietroburgo. Costantemente impegnata in tour internazionali, la compagnia si è esibita – oltre che nel nostro Paese – in Egitto, Marocco, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Italia, Austria, Norvegia, Israele, Thailandia, Taiwan, Cina, Giappone, Australia. Composta da 48 elementi fra corpo di ballo, solisti e primi ballerini “La Classique”, diretta da Elik Melikov, vanta in repertorio i più famosi titoli della tradizione tersicorea, come Giselle, Il lago dei cigni, Don Chisciotte, La bella addormentata, Lo Schiaccianoci.
Lo Schiaccianoci ritorna allo Stabile regionale nella deliziosa edizione che già due anni orsono era stata molto applaudita: balletto fantastico in due atti, il balletto scaturisce dalla trama di un racconto di E.T. Hoffmann. Musicato da Ciaikovskij fu rappresentato per la prima volta a San Pietroburgo 17 dicembre 1872. A Trieste lo ammireremo – soltanto il 27 dicembre – coreografato da Alexander Vorotnikov.
La celeberrima fiaba è ambientata la notte della vigilia di Natale a Norimberga: il borgomastro si prepara a dare una gran festa attorno all’albero di Natale con la moglie e i due figli Clara e Fritz. Fra gli invitati vi è uno strano personaggio, Drosselmeyer, un po’ mago, un po’ giocattolaio, che ha portato con sé alcuni pupazzi meccanici e uno schiaccianoci di legno a forma di soldatino. Quest’ultimo è un regalo per Carla e Fritz, invidioso, cerca per dispetto di strapparlo alla sorella e lo rompe. Mentre la festa riprende fra i giochi dei bambini e le danze degli adulti, fra cui la famosa “Danza del nonno”, Drosselmeyer consola Clara aggiustando lo schiaccianoci.
Conclusa la festa, gli ospiti prendono congedo e Clara si addormenta su una poltrona, stringendo il suo schiaccianoci fra le braccia. A mezzanotte la realtà diventa sogno, la stanza e l’albero di Natale assumono dimensioni enormi e Clara, proiettata in un mondo fantastico, si ritrova minacciata da una torma di topi schierati in ordine di battaglia e capitanati dal loro Re. Improvvisamente lo schiaccianoci prende vita e, con l’aiuto di un esercito di soldatini, si lancia in battaglia. Con l’aiuto di Clara mette fuori combattimento l’avversario e come per magia, lo schiaccianoci di legno si trasforma in uno splendido principe che conduce Clara nel regno dei dolciumi.
La stanza si trasforma allora in un bosco magico e innevato, con tanti alberi addobbati a festa, dove anche i fiocchi di neve danzano a tempo di valzer (in uno dei più delicati momenti del repertorio della danza classica). È in questo paese fatato (Konfituremburg) che Clara fa conoscenza della Fata Confetto e d’altri personaggi della fantasia che danzeranno per lei in un variopinto ed esotico divertissement: fra loro riconosceremo il Cioccolato (danza spagnola), il Caffè (danza araba), il Tè (danza cinese). La conclusione è segnata dallo squisito e celeberrimo Valzer dei Fiori, dopo il quale Clara si ritroverà nella sua poltrona con il suo schiaccianoci in grembo, felice di questo sogno di Natale che sembrava proprio realtà…
Dopo il successo della Bella addormentata, Ciaikovskij e Petipa si accinsero a creare un nuovo balletto seguendo il consiglio dell’instancabile principe Vsevloskij, che propose come soggetto il racconto di Hoffmann: nasce così Lo Schiaccianoci. Ciaikovskij, che già conosceva questa favola per bambini in cui fantasia e realtà si confondono trovava la vicenda di impianto narrativo squilibrato e inadatta al palcoscenico: fu Petipa a convincerlo del contrario. Dopo un inizio faticoso, Ciaikovskij decise di sperimentare alcuni strumenti per bambini-trombetta, tamburo, sonagli, cucù, richiami per uccelli, e un nuovo strumento musicale da lui scoperto in un viaggio a Parigi: la “Celesta di Mustel”, che si affrettò ad associare alla Fata Confetto, uno dei principali personaggi del balletto. L’orchestrazione del balletto fu portata a termine nel 1892, dopo il successo della Suite, eseguita in forma di concerto. Purtroppo Petipa fu costretto, per questioni di salute, ad affidare la coreografia al suo assistente Lev Ivanov: la prima del balletto al Teatro Mariinskj di San Pietroburgo fu siglata da entrambi i coreografi ed ebbe gli elogi del penultimo zar di Russia, Alessandro III. Da allora il balletto ha subito svariate modifiche coreografiche e, nel 1934, fu per la prima volta eseguito in Occidente, a Londra, dal Vic Wells Ballet. La prima italiana avvenne nel 1938 al Teatro della Scala di Milano. Come molti dei balletti appartenenti al periodo tardo-romantico, Lo Schiaccianoci, con la sua musica allegra, sognante e divertente, attinge all'inesauribile ricchezza delle favole: il fattore psicologico-sentimentale però emerge in maniera significativa, anticipando il balletto del Novecento, con dei chiaroscuri che oscillano dal dorato mondo infantile ad una freudiana interpretazione del primo amore.
Cenerentola invece giunge per la prima volta – giovedì 28 e venerdì 29 dicembre – sul maggior palcoscenico regionale: uno dei momenti più poetici e sognanti della danza classica che gli appassionati non possono assolutamente lasciarsi sfuggire, soprattutto nell’esecuzione precisa e assolutamente rispettosa della tradizione del Balletto di Mosca “La Classique”.
Balletto narrativo in tre atti, Cenerentola prende ispirazione dalla fiaba di Charles Perrault e narra una vicenda molto amata in Russia per la sua valenza metaforica: il motivo dell’oppressione ingiusta cui segue un riscatto glorioso e il recupero della sovranità era perfettamente in linea con le speranze della popolazione al termine del secondo conflitto mondiale.
In realtà, è curioso sapere che la storia di Cenerentola ha radici molto più antiche e lontane di quanto si pensi: infatti è originaria della Cina, dove Tuan Ch’ing-Shih scrisse dell’affascinante Yen-Shen che aveva i piedi più piccoli del regno (questo particolare, oltre ad essere distintivo di nobiltà nella cultura cinese, spiega anche perché il principe sia tanto fiducioso che una sola ragazza avrebbe potuto calzare la scarpetta perduta); altre versioni sono la favola persiana Il vasetto magico, la russa Vassilissa la bella, l’inglese Peldicenere e la brasiliana La gatta Cenerentola, quest’ultima riportata nel 1634 dal napoletano Giambattista Basile e ripresa da qui da Perrault stesso, che inventò la scarpetta di cristallo (un materiale assai prezioso nel XVII secolo) rimasta nell’immaginario collettivo mondiale.
La musica, anch’essa incantevole e sognante, è di Sergej Prokofiev.
La celeberrima trama viene trasformata in una danza delicata e ricca di momenti d’emozione e di difficoltà tecnica: dopo le seconde nozze del padre, la docile Cenerentola si trova vessata dalla matrigna e dalle due sorellastre. Un giorno bussa alla porta per elemosinare una vecchietta e Cenerentola, al contrario delle altre donne di casa indaffarate a prepararsi per il ballo al castello del Principe, la accoglie e le offre ristoro. La mendicante si palesa allora quale Fata Madrina e trasforma gli stracci della giovane benefattrice in un abito meraviglioso, i topolini di casa in cavalli e una zucca in una pomposa carrozza. Anche Cenerentola così potrà andare al ballo, ma con il vincolo di rientrare entro mezzanotte: all’ultimo rintocco di orologio, infatti, l’incantesimo è destinato a svanire. Arrivata al palazzo reale Cenerentola, misteriosa e bellissima fanciulla, conquista le attenzioni di molti nobili invitati, ma soprattutto il cuore del principe; quando fugge dalle danze lascia come unica traccia di sé una scarpetta di cristallo sfilatasi sulla scalinata della reggia. Il principe, innamoratissimo della sconosciuta con la quale ha ballato tutta la sera, parte deciso a far provare la scarpina a tutte le ragazze del reame pur di ritrovarla. Proprio a casa di Cenerentola, mentre sorellastre e matrigna tentano l’impossibile per calzare la scarpetta, il principe riconosce l’amata grazie all’altra scarpina tenuta nascosta nel grembiule e rimasta reale, anche dopo che si era spezzato l’incantesimo della Fata Madrina. Con la benedizione della Fata, Cenerentola sposa il principe e incontra una vita nuova e felice.
Lo Schiaccianoci e Cenerentola vanno in scena sempre alle 20.30 al Politeama Rossetti. Il prossimo spettacolo in programma è il 30 e 31 dicembre e si tratta ancora di un appuntamento del cartellone “Danza”: si tratta infatti dello splendido Romeo e Giulietta di Prokofiev, eseguito dal Balletto di Stato della Siberia.
Acquisti di biglietti sono ancora possibili presso la Biglietteria del Politeama Rossetti (da lunedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19), il Ticket Point di Corso Italia (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19) e Agenzia Pansepol (via del Monte, 2), e presso le agenzie di Muggia (Agenzia Peekabooh) e presso le agenzie di Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani), San Vito al Tagliamento (Agenzia Medina Viaggi) e presso le Agenzie del circuito Charta presenti sul territorio nazionale (elenco sul sito del Teatro). Informazioni anche sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511.
L’ufficio stampa
Di ottimo livello l’ensemble ed i primi ballerini della Compagnia “La Classique” che nelle ultime tre stagioni si è esibita più volte al Politeama Rossetti ottenendo sempre ottimo successo di pubblico e di critica.
Fondato nel 1990, il Balletto di Mosca “La Classique”, annovera fra le sue file danzatori di notevole tecnica classico-accademica provenienti dai maggiori teatri russi, dal Teatro Bolscioi di Mosca al Kirov di San Pietroburgo. Costantemente impegnata in tour internazionali, la compagnia si è esibita – oltre che nel nostro Paese – in Egitto, Marocco, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Italia, Austria, Norvegia, Israele, Thailandia, Taiwan, Cina, Giappone, Australia. Composta da 48 elementi fra corpo di ballo, solisti e primi ballerini “La Classique”, diretta da Elik Melikov, vanta in repertorio i più famosi titoli della tradizione tersicorea, come Giselle, Il lago dei cigni, Don Chisciotte, La bella addormentata, Lo Schiaccianoci.
Lo Schiaccianoci ritorna allo Stabile regionale nella deliziosa edizione che già due anni orsono era stata molto applaudita: balletto fantastico in due atti, il balletto scaturisce dalla trama di un racconto di E.T. Hoffmann. Musicato da Ciaikovskij fu rappresentato per la prima volta a San Pietroburgo 17 dicembre 1872. A Trieste lo ammireremo – soltanto il 27 dicembre – coreografato da Alexander Vorotnikov.
La celeberrima fiaba è ambientata la notte della vigilia di Natale a Norimberga: il borgomastro si prepara a dare una gran festa attorno all’albero di Natale con la moglie e i due figli Clara e Fritz. Fra gli invitati vi è uno strano personaggio, Drosselmeyer, un po’ mago, un po’ giocattolaio, che ha portato con sé alcuni pupazzi meccanici e uno schiaccianoci di legno a forma di soldatino. Quest’ultimo è un regalo per Carla e Fritz, invidioso, cerca per dispetto di strapparlo alla sorella e lo rompe. Mentre la festa riprende fra i giochi dei bambini e le danze degli adulti, fra cui la famosa “Danza del nonno”, Drosselmeyer consola Clara aggiustando lo schiaccianoci.
Conclusa la festa, gli ospiti prendono congedo e Clara si addormenta su una poltrona, stringendo il suo schiaccianoci fra le braccia. A mezzanotte la realtà diventa sogno, la stanza e l’albero di Natale assumono dimensioni enormi e Clara, proiettata in un mondo fantastico, si ritrova minacciata da una torma di topi schierati in ordine di battaglia e capitanati dal loro Re. Improvvisamente lo schiaccianoci prende vita e, con l’aiuto di un esercito di soldatini, si lancia in battaglia. Con l’aiuto di Clara mette fuori combattimento l’avversario e come per magia, lo schiaccianoci di legno si trasforma in uno splendido principe che conduce Clara nel regno dei dolciumi.
La stanza si trasforma allora in un bosco magico e innevato, con tanti alberi addobbati a festa, dove anche i fiocchi di neve danzano a tempo di valzer (in uno dei più delicati momenti del repertorio della danza classica). È in questo paese fatato (Konfituremburg) che Clara fa conoscenza della Fata Confetto e d’altri personaggi della fantasia che danzeranno per lei in un variopinto ed esotico divertissement: fra loro riconosceremo il Cioccolato (danza spagnola), il Caffè (danza araba), il Tè (danza cinese). La conclusione è segnata dallo squisito e celeberrimo Valzer dei Fiori, dopo il quale Clara si ritroverà nella sua poltrona con il suo schiaccianoci in grembo, felice di questo sogno di Natale che sembrava proprio realtà…
Dopo il successo della Bella addormentata, Ciaikovskij e Petipa si accinsero a creare un nuovo balletto seguendo il consiglio dell’instancabile principe Vsevloskij, che propose come soggetto il racconto di Hoffmann: nasce così Lo Schiaccianoci. Ciaikovskij, che già conosceva questa favola per bambini in cui fantasia e realtà si confondono trovava la vicenda di impianto narrativo squilibrato e inadatta al palcoscenico: fu Petipa a convincerlo del contrario. Dopo un inizio faticoso, Ciaikovskij decise di sperimentare alcuni strumenti per bambini-trombetta, tamburo, sonagli, cucù, richiami per uccelli, e un nuovo strumento musicale da lui scoperto in un viaggio a Parigi: la “Celesta di Mustel”, che si affrettò ad associare alla Fata Confetto, uno dei principali personaggi del balletto. L’orchestrazione del balletto fu portata a termine nel 1892, dopo il successo della Suite, eseguita in forma di concerto. Purtroppo Petipa fu costretto, per questioni di salute, ad affidare la coreografia al suo assistente Lev Ivanov: la prima del balletto al Teatro Mariinskj di San Pietroburgo fu siglata da entrambi i coreografi ed ebbe gli elogi del penultimo zar di Russia, Alessandro III. Da allora il balletto ha subito svariate modifiche coreografiche e, nel 1934, fu per la prima volta eseguito in Occidente, a Londra, dal Vic Wells Ballet. La prima italiana avvenne nel 1938 al Teatro della Scala di Milano. Come molti dei balletti appartenenti al periodo tardo-romantico, Lo Schiaccianoci, con la sua musica allegra, sognante e divertente, attinge all'inesauribile ricchezza delle favole: il fattore psicologico-sentimentale però emerge in maniera significativa, anticipando il balletto del Novecento, con dei chiaroscuri che oscillano dal dorato mondo infantile ad una freudiana interpretazione del primo amore.
Cenerentola invece giunge per la prima volta – giovedì 28 e venerdì 29 dicembre – sul maggior palcoscenico regionale: uno dei momenti più poetici e sognanti della danza classica che gli appassionati non possono assolutamente lasciarsi sfuggire, soprattutto nell’esecuzione precisa e assolutamente rispettosa della tradizione del Balletto di Mosca “La Classique”.
Balletto narrativo in tre atti, Cenerentola prende ispirazione dalla fiaba di Charles Perrault e narra una vicenda molto amata in Russia per la sua valenza metaforica: il motivo dell’oppressione ingiusta cui segue un riscatto glorioso e il recupero della sovranità era perfettamente in linea con le speranze della popolazione al termine del secondo conflitto mondiale.
In realtà, è curioso sapere che la storia di Cenerentola ha radici molto più antiche e lontane di quanto si pensi: infatti è originaria della Cina, dove Tuan Ch’ing-Shih scrisse dell’affascinante Yen-Shen che aveva i piedi più piccoli del regno (questo particolare, oltre ad essere distintivo di nobiltà nella cultura cinese, spiega anche perché il principe sia tanto fiducioso che una sola ragazza avrebbe potuto calzare la scarpetta perduta); altre versioni sono la favola persiana Il vasetto magico, la russa Vassilissa la bella, l’inglese Peldicenere e la brasiliana La gatta Cenerentola, quest’ultima riportata nel 1634 dal napoletano Giambattista Basile e ripresa da qui da Perrault stesso, che inventò la scarpetta di cristallo (un materiale assai prezioso nel XVII secolo) rimasta nell’immaginario collettivo mondiale.
La musica, anch’essa incantevole e sognante, è di Sergej Prokofiev.
La celeberrima trama viene trasformata in una danza delicata e ricca di momenti d’emozione e di difficoltà tecnica: dopo le seconde nozze del padre, la docile Cenerentola si trova vessata dalla matrigna e dalle due sorellastre. Un giorno bussa alla porta per elemosinare una vecchietta e Cenerentola, al contrario delle altre donne di casa indaffarate a prepararsi per il ballo al castello del Principe, la accoglie e le offre ristoro. La mendicante si palesa allora quale Fata Madrina e trasforma gli stracci della giovane benefattrice in un abito meraviglioso, i topolini di casa in cavalli e una zucca in una pomposa carrozza. Anche Cenerentola così potrà andare al ballo, ma con il vincolo di rientrare entro mezzanotte: all’ultimo rintocco di orologio, infatti, l’incantesimo è destinato a svanire. Arrivata al palazzo reale Cenerentola, misteriosa e bellissima fanciulla, conquista le attenzioni di molti nobili invitati, ma soprattutto il cuore del principe; quando fugge dalle danze lascia come unica traccia di sé una scarpetta di cristallo sfilatasi sulla scalinata della reggia. Il principe, innamoratissimo della sconosciuta con la quale ha ballato tutta la sera, parte deciso a far provare la scarpina a tutte le ragazze del reame pur di ritrovarla. Proprio a casa di Cenerentola, mentre sorellastre e matrigna tentano l’impossibile per calzare la scarpetta, il principe riconosce l’amata grazie all’altra scarpina tenuta nascosta nel grembiule e rimasta reale, anche dopo che si era spezzato l’incantesimo della Fata Madrina. Con la benedizione della Fata, Cenerentola sposa il principe e incontra una vita nuova e felice.
Lo Schiaccianoci e Cenerentola vanno in scena sempre alle 20.30 al Politeama Rossetti. Il prossimo spettacolo in programma è il 30 e 31 dicembre e si tratta ancora di un appuntamento del cartellone “Danza”: si tratta infatti dello splendido Romeo e Giulietta di Prokofiev, eseguito dal Balletto di Stato della Siberia.
Acquisti di biglietti sono ancora possibili presso la Biglietteria del Politeama Rossetti (da lunedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19), il Ticket Point di Corso Italia (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19) e Agenzia Pansepol (via del Monte, 2), e presso le agenzie di Muggia (Agenzia Peekabooh) e presso le agenzie di Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani), San Vito al Tagliamento (Agenzia Medina Viaggi) e presso le Agenzie del circuito Charta presenti sul territorio nazionale (elenco sul sito del Teatro). Informazioni anche sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511.
L’ufficio stampa