PAOLO BONACELLI INTERPRETA ALDO MORO ALLO STABILE REGIONALE ULTIMO TITOLO DEL CARTELLONE ALTRIPERCORSI
- 16 Maggio 2008
- Generale
Va in scena al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia - con protagonista un grande Paolo Bonacelli – Aldo Moro. Una tragedia italiana:
uno spettacolo che suscita grande interesse non solo per la già citata
prova d’attore, ma anche per la brillante drammaturgia di Corrado Augias e Vladimiro Polchi e
per la delicatezza del tema che vi viene trattato, che tratteggia uno
dei momenti più laceranti e discussi della nostra storia recente.
L’appuntamento – per il cartellone altripercorsi – è per martedì 20 e mercoledì 21 maggio alle ore 20.30.
Abbiamo assistito da poco alle celebrazioni del “Giorno della memoria” istituito il 9 maggio – data dell’uccisione di Aldo Moro – al fine di ricordare tutte le vittime del terrorismo nazionale e internazionale e delle stragi. E a trent’anni di distanza dal tragico ritrovamento del corpo senza vita del Presidente della Democrazia Cristiana, è apparso evidente quanto ancora il “Caso Moro” susciti emozioni, turbi la nostra coscienza. La “memoria”, la “verità” di questi avvenimenti, rappresentano infatti un terreno tuttora molto sensibile.
Aldo Moro. Una tragedia italiana si muove proprio nei reperti della memoria e della verità del “Caso Moro”: una memoria ricostruita attraverso la cronaca dei 55 giorni di prigionia cui il politico è stato costretto, e ricorrendo a filmati e notiziari dell’epoca, ai film recentemente dedicati al rapimento, ai crudeli comunicati dei terroristi, ai commenti di intellettuali contemporanei, fra cui Pasolini, Sciascia.
La verità è soprattutto quella dell’uomo, solo davanti al proprio passato, ai propri atti, alle proprie convinzioni e dignitosamente addolorato davanti all’immagine dei familiari e al pensiero di un futuro che ormai sa di non poter più condividere con loro: un universo di pensieri, riflessioni, raccomandazioni, preghiere raccolte in lettere e rivolte con delicatezza e tenerezza alla moglie e ai figli, ma anche a personaggi pubblici che intervenivano nella situazione politica e nell’“affare Moro” stesso, come il Papa Paolo VI, Francesco Cossiga, il segretario della DC Zaccagnini…
Queste realtà e queste emozioni si intrecciano nella scrittura elegante e implacabile nella struttura drammaturgica, lucida e assolutamente corretta nella ricostruzione storica di Corrado Augias e Vladimiro Polchi, che – nelle mani del regista Giorgio Ferrara e attraverso la voce di Paolo Bonacelli – diventano teatro. Un teatro che si riappropria di un ruolo sociale di imponente rilevanza.
La storia inizia la mattina del 16 marzo 1978, con l’agguato ad una Fiat 130: scariche di colpi d’arma da fuoco, cinque uomini della scorta caduti, rapito l’onorevole Aldo Moro che viaggiava a bordo della macchina per andare alla Camera a presentare il nuovo Governo, in cui, proprio grazie alla sua intuizione, per la prima volta veniva incluso il Partito Comunista.
A rivendicare l’assurdo gesto furono immediatamente le Brigate Rosse: il loro atto precipitò l’Italia per 55 giorni in un gorgo oscuro in cui al dolore umano si univa l’ansia per la situazione politica, che il rapimento del Presidente della Democrazia Cristiana rendeva delicatissima. Si generarono nel Paese due fazioni, opposte in un confronto senza soluzione, poiché possedevano entrambe una parte di ragione e una motivazione etica. Da un lato coloro che ritenevano la vita umana un valore indiscutibile, a cui subordinare ogni esigenza e che quindi propugnavano per salvare l’ostaggio, a costo di venire a patti con i terroristi (che avrebbero liberato Moro a fronte di pesanti scambi). Dall’altro lato c’era invece chi difendeva la collettività, sostenendo che cedere ai ricatti delle Brigate Rosse significava dare loro un “riconoscimento”, e soprattutto diventare oggetto di ulteriori coercizioni a cui poteva soccombere la concezione stessa dello Stato. I terroristi attesero, sottoposero Aldo Moro a un loro processo nella “Prigione del Popolo” dove era recluso, fino alla drammatica risoluzione dell’assassinio, che pose un tragico finale a questo lacerante episodio della storia italiana.
Una messinscena essenziale e raffinata che non lascia spazio alla retorica, chiude il protagonista Bonacelli in una metaforica gabbia (la cella di Moro, realizzata dallo scenografo Gianni Silvestri) attorno alla quale si muove in scena un secondo attore (Lorenzo Amato) a cui è affidato il ruolo di coro, speaker, narratore, cronista: da questo confronto, nasce uno spettacolo che riesce a essere storia per chi non è stato direttamente testimone dei fatti del 1978, ed appassionata e struggente occasione di riflessione per chi ha vissuto quei durissimi momenti. Lo spettacolo è prodotto dal Teatro di Sardegna.
La Stagione 2007-2008 del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia va in scena grazie al sostegno della Fondazione CRTrieste.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511 per informazioni e acquisti: Biglietteria del Politeama Rossetti (da martedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19) e Ticket Point di Corso Italia (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19), Centro Commerciale Torri d’Europa e presso Agenzia Bagolandia (via S.Marco 45, da lunedì a venerdì 9-13 e 16-19; sabato 9-12), Agenzia Peekabooh (Muggia, Riva De Amicis, 21, da lunedì a venerdì 9-12.30, 16-19; sabato 9-12) e presso le agenzie di Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani), San Vito al Tagliamento (Agenzia Medina Viaggi), Udine (Biglietteria del Teatro Nuovo Giovanni da Udine), Venezia (Agenzie IAT di Piazzale Roma, San Marco e Bookshop di Venice Pavillon), Mestre (Agenzia Felicità Viaggi), Vittorio Veneto (Agenzia Medina Viaggi) e Vicenza (Agenzia Vicenza.com) e presso le altre Agenzie del Circuito Charta presenti sul territorio nazionale (elenco sul sito del Teatro).
L’ufficio stampa
L’appuntamento – per il cartellone altripercorsi – è per martedì 20 e mercoledì 21 maggio alle ore 20.30.
Abbiamo assistito da poco alle celebrazioni del “Giorno della memoria” istituito il 9 maggio – data dell’uccisione di Aldo Moro – al fine di ricordare tutte le vittime del terrorismo nazionale e internazionale e delle stragi. E a trent’anni di distanza dal tragico ritrovamento del corpo senza vita del Presidente della Democrazia Cristiana, è apparso evidente quanto ancora il “Caso Moro” susciti emozioni, turbi la nostra coscienza. La “memoria”, la “verità” di questi avvenimenti, rappresentano infatti un terreno tuttora molto sensibile.
Aldo Moro. Una tragedia italiana si muove proprio nei reperti della memoria e della verità del “Caso Moro”: una memoria ricostruita attraverso la cronaca dei 55 giorni di prigionia cui il politico è stato costretto, e ricorrendo a filmati e notiziari dell’epoca, ai film recentemente dedicati al rapimento, ai crudeli comunicati dei terroristi, ai commenti di intellettuali contemporanei, fra cui Pasolini, Sciascia.
La verità è soprattutto quella dell’uomo, solo davanti al proprio passato, ai propri atti, alle proprie convinzioni e dignitosamente addolorato davanti all’immagine dei familiari e al pensiero di un futuro che ormai sa di non poter più condividere con loro: un universo di pensieri, riflessioni, raccomandazioni, preghiere raccolte in lettere e rivolte con delicatezza e tenerezza alla moglie e ai figli, ma anche a personaggi pubblici che intervenivano nella situazione politica e nell’“affare Moro” stesso, come il Papa Paolo VI, Francesco Cossiga, il segretario della DC Zaccagnini…
Queste realtà e queste emozioni si intrecciano nella scrittura elegante e implacabile nella struttura drammaturgica, lucida e assolutamente corretta nella ricostruzione storica di Corrado Augias e Vladimiro Polchi, che – nelle mani del regista Giorgio Ferrara e attraverso la voce di Paolo Bonacelli – diventano teatro. Un teatro che si riappropria di un ruolo sociale di imponente rilevanza.
La storia inizia la mattina del 16 marzo 1978, con l’agguato ad una Fiat 130: scariche di colpi d’arma da fuoco, cinque uomini della scorta caduti, rapito l’onorevole Aldo Moro che viaggiava a bordo della macchina per andare alla Camera a presentare il nuovo Governo, in cui, proprio grazie alla sua intuizione, per la prima volta veniva incluso il Partito Comunista.
A rivendicare l’assurdo gesto furono immediatamente le Brigate Rosse: il loro atto precipitò l’Italia per 55 giorni in un gorgo oscuro in cui al dolore umano si univa l’ansia per la situazione politica, che il rapimento del Presidente della Democrazia Cristiana rendeva delicatissima. Si generarono nel Paese due fazioni, opposte in un confronto senza soluzione, poiché possedevano entrambe una parte di ragione e una motivazione etica. Da un lato coloro che ritenevano la vita umana un valore indiscutibile, a cui subordinare ogni esigenza e che quindi propugnavano per salvare l’ostaggio, a costo di venire a patti con i terroristi (che avrebbero liberato Moro a fronte di pesanti scambi). Dall’altro lato c’era invece chi difendeva la collettività, sostenendo che cedere ai ricatti delle Brigate Rosse significava dare loro un “riconoscimento”, e soprattutto diventare oggetto di ulteriori coercizioni a cui poteva soccombere la concezione stessa dello Stato. I terroristi attesero, sottoposero Aldo Moro a un loro processo nella “Prigione del Popolo” dove era recluso, fino alla drammatica risoluzione dell’assassinio, che pose un tragico finale a questo lacerante episodio della storia italiana.
Una messinscena essenziale e raffinata che non lascia spazio alla retorica, chiude il protagonista Bonacelli in una metaforica gabbia (la cella di Moro, realizzata dallo scenografo Gianni Silvestri) attorno alla quale si muove in scena un secondo attore (Lorenzo Amato) a cui è affidato il ruolo di coro, speaker, narratore, cronista: da questo confronto, nasce uno spettacolo che riesce a essere storia per chi non è stato direttamente testimone dei fatti del 1978, ed appassionata e struggente occasione di riflessione per chi ha vissuto quei durissimi momenti. Lo spettacolo è prodotto dal Teatro di Sardegna.
La Stagione 2007-2008 del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia va in scena grazie al sostegno della Fondazione CRTrieste.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511 per informazioni e acquisti: Biglietteria del Politeama Rossetti (da martedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19) e Ticket Point di Corso Italia (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19), Centro Commerciale Torri d’Europa e presso Agenzia Bagolandia (via S.Marco 45, da lunedì a venerdì 9-13 e 16-19; sabato 9-12), Agenzia Peekabooh (Muggia, Riva De Amicis, 21, da lunedì a venerdì 9-12.30, 16-19; sabato 9-12) e presso le agenzie di Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani), San Vito al Tagliamento (Agenzia Medina Viaggi), Udine (Biglietteria del Teatro Nuovo Giovanni da Udine), Venezia (Agenzie IAT di Piazzale Roma, San Marco e Bookshop di Venice Pavillon), Mestre (Agenzia Felicità Viaggi), Vittorio Veneto (Agenzia Medina Viaggi) e Vicenza (Agenzia Vicenza.com) e presso le altre Agenzie del Circuito Charta presenti sul territorio nazionale (elenco sul sito del Teatro).
L’ufficio stampa