MARTEDì 9 OTTOBRE SI APRE LA STAGIONE 2007-2008 DEL TEATRO STABILE DEL FRIULI-VENEZIA GIULIA CON "VITA DI GALILEO"
- 8 Ottobre 2007
- Generale
Debutta a Trieste, dopo i successi registrati fin dal debutto nazionale avvenuto nel marzo scorso, il capolavoro brechtiano Vita di Galileo, diretto da Antonio Calenda e interpretato – nel ruolo del titolo, da un emozionante Franco Branciaroli.
Lo spettacolo – produzione dello Stabile regionale e del Teatro de Gli Incamminati – va in scena martedì 9 ottobre alle 20.30 e replica fino a domenica 14 ottobre, inducendo a riflettere su temi di grande attualità.
«Credo che l’unico scopo possibile per la scienza sia quello di alleviare la fatica dell’esistenza umana. Se gli uomini di scienza non reagiscono all’intimidazione dei potenti, se si limitano ad accumulare sapere su sapere, la scienza stessa può essere colpita al cuore un giorno o l’altro per sempre. Ogni nuova macchina non sarà altro che fonte di nuovi triboli per l’uomo. E quando, nel tempo dei tempi, tutto ciò che c’è da scoprire sarà stato scoperto, il vostro progresso non sarà stato altro che un progressivo allontanamento dall’umanità. Tra voi e l’umanità si sarà scavato un abisso così profondo che ad ogni vostro eureka risponderà soltanto un grido d’orrore universale».
Sembra scritta per adombrare le inquietudini del nostro tempo, questa frase che Bertolt Brecht affida a Galileo nell’ultimo quadro del dramma con cui si inaugura la Stagione 2007-2008 dello Stabile regionale: un’inaugurazione nel segno del teatro di pensiero e di un autore che – a più di cinquant’anni dalla morte – rappresenta ancora, come sottolinea Antonio Calenda «un’importante guida critica per le nostre menti e illumina di senso e di problematicità la nostra visione dell’uomo».
Fin dal debutto, Vita di Galileo – firmato da Antonio Calenda, con protagonista un emozionante Franco Branciaroli e coprodotto con il Teatro de Gli Incamminati – ha raccolto il plauso delle platee e della critica e giunge ora sotto la volta stellata del Politeama Rossetti, che sembra quasi proseguirne l’incanto scenografico. Un universo di stelle – creato da Pier Paolo Bisleri – avvolge infatti la realtà di Galileo: eroe negativo ma ricco di tratti positivi, raffigurato in tutta la sua palpitante pienezza, nelle sue contraddizioni, nell’inappagabile sete di verità, nella sua coraggiosa solitudine, come pure nella sua umanissima vulnerabilità.
La storia percorre la parabola del grande scienziato pisano dal tempo dell’insegnamento a Padova agli ultimi anni vissuti forzatamente in “ritiro” a Firenze, sotto la sorveglianza della Santa Inquisizione: un’esistenza densa di entusiasmi, affermazioni, sconfitte, dominata da un desiderio di “sapere” a cui Galileo non sa resistere e che lo induce a una ricerca febbrile, modernissima nei metodi. La rivelazione più clamorosa riguarda il Modello Copernicano: Galilei per primo riesce a dimostrarlo scientificamente, grazie proprio all’uso di quel telescopio di cui si era impropriamente attribuito l’invenzione. Le conseguenze di tale dimostrazione sono dirompenti: la Chiesa non è disposta a negare la teoria tolemaica, l’Inquisizione processa Galileo e gli pone una scelta fra le più laceranti. Restare fedele a sé stesso, agli allievi, accondiscendere fino in fondo al demone della scienza e ad essa sacrificare la vita, oppure salvarsi, abiurando?
Lo scienziato decide per la salvezza. E se nella prima edizione del dramma Brecht scorge in ciò il tentativo di continuare segretamente le sue ricerche, nelle rielaborazioni successive appare invece sempre più determinato a condannare la codardia con cui il protagonista sottomette la scienza al potere, alla politica. In questo gesto infatti, Brecht ravvisa il presagio dei gravi turbamenti che l’uso distorto della scienza avrebbe procurato all’umanità, e che oggi più che mai ci opprimono, e ci fanno sentire la necessità di una rigenerazione della ricerca secondo un’etica che le offra motivazioni assolute.
Accanto a Branciaroli, daranno vita alle tante figure che popolano il grande capolavoro brechtiano Lello Abate (Padre Cristoforo/ Clavio astronomo/ il Cantastorie/ un Monaco), Giancarlo Cortesi (Cardinale Barberini/ Filosofo/ Secondo Prelato), Daniele Griggio (Cardinale Bellarmino/ Matematico/ Primo Prelato), Giorgio Lanza (Sagredo, sodale di Galileo), Lucia Ragni (Signora Sarti/ poi moglie del Cantastorie) e Alessandro Albertin (Procuratore/ Terzo Prelato/Messo dell’Inquisizione), Giulia Beraldo (Andrea Sarti Bambino/ poi Figlia del Cantastorie), Tommaso Cardarelli (Frate Fulgenzio, sodale di Galileo), Emanuele Fortunati (Ludovico, fidanzato di Virginia), Jacopo Venturiero (Andrea Sarti ragazzo/giovane scienziato), Nicole Vignola (Virginia, figlia di Galileo).
Le scene sono del già citato Pier Paolo Bisleri, i costumi di Elena Mannini, le musiche di Germano Mazzocchetti e le luci di Gigi Saccomandi.
In concomitanza con le repliche dello spettacolo viene programmato un ciclo di conferenze dal titolo Le sfide della ricerca scientifica e l’eredità di Galileo – organizzato dall’Univrsità degli studi di Trieste e dallo Stabile regionale – che prende ispirazione dalle attualissime induzioni che ci regala Vita di Galileo. I cardini fra cui si sviluppa l’opera brechtiana divengono suggestioni per le conferenze che comporranno il programma, a partire dall’eccellente apertura dei lavori, con la conferenza dell’astrofisica Margherita Hack che lunedì 8 ottobre alle ore 18 al Politeama Rossetti terrà una conferenza dal titolo “Eppur si muove”: la nascita della scienza moderna. Martedì 9 ottobre, alle ore 11 nell’Aula Bachelet di Piazzale Europa il professor Francesco Balsano, che dirige il Dipartimento di medicina interna dell’Università La Sapienza di Roma tratterà di Le cellule staminali: nuova era della medicina un argomento di grande attualità, su cui oggi con forza e partecipazione fortissime si confrontano l’etica e la ricerca scientifica.
Mercoledì 10 ottobre nell’Aula Venezian di Piazzale Europa alle ore 11, Mauro Barberis, ordinario della Facoltà di Giurisprudenza di Trieste si occuperà dei delicati nessi tra scienza, etica e diritto affrontando il tema Scienza, fede e diritto. Il professore pordenonese Andrea Del Col, tra i massimi esperti di Inquisizione in Italia, affronterà in chiave storica la vicenda di Galileo giovedì 11 ottobre, alle ore 18 al Politeama Rossetti nella conferenza dal titolo L’Inquisizione e Galileo Galilei. A chiusura dei lavori, ascolteremo Giancarlo Ghirardi, fisico di fama internazionale e coautore di una delle più importanti teorie sul mondo dei quanti, meglio conosciuta come teoria GRW (Ghirardi-Rimini-Weber) nella conferenza intitolata Il pensiero di Galileo: alcune riflessioni su come “fare scienza” che si terrà venerdì 12 ottobre alle ore 11 nell’Aula Bachelet di Piazzale Europa.
Le conferenze, saranno sempre a ingresso libero.
A ingresso libero anche il primo degli incontri che – nel decennale della morte di Giorgio Strehler – anticiperanno la grande mostra che gli sarà dedicata a Palazzo Gopcevich dai Civici Musei e che vedranno grandi attori impegnati allo Stabile regionale, leggere alcune delle lettere e dei documenti esposti nella mostra “Strehler privato”, e recuperare al tempo stesso episodi dalla memoria. Venerdì 12 ottobre alle ore 18 al CaféRossetti Franco Branciaroli aprirà la rassegna leggendo “Va in scena Galileo”.
Martedì 9 ottobre dalle 18.30 si festeggerà l’inaugurazione del nuovo CaféRossetti che sarà aperto e in piena attività: per l’apertura brindisi gratuito per tutti e fino alle 20 musica con la Ragtime jazz band di Giorgio Berni.
Lo spettacolo – produzione dello Stabile regionale e del Teatro de Gli Incamminati – va in scena martedì 9 ottobre alle 20.30 e replica fino a domenica 14 ottobre, inducendo a riflettere su temi di grande attualità.
«Credo che l’unico scopo possibile per la scienza sia quello di alleviare la fatica dell’esistenza umana. Se gli uomini di scienza non reagiscono all’intimidazione dei potenti, se si limitano ad accumulare sapere su sapere, la scienza stessa può essere colpita al cuore un giorno o l’altro per sempre. Ogni nuova macchina non sarà altro che fonte di nuovi triboli per l’uomo. E quando, nel tempo dei tempi, tutto ciò che c’è da scoprire sarà stato scoperto, il vostro progresso non sarà stato altro che un progressivo allontanamento dall’umanità. Tra voi e l’umanità si sarà scavato un abisso così profondo che ad ogni vostro eureka risponderà soltanto un grido d’orrore universale».
Sembra scritta per adombrare le inquietudini del nostro tempo, questa frase che Bertolt Brecht affida a Galileo nell’ultimo quadro del dramma con cui si inaugura la Stagione 2007-2008 dello Stabile regionale: un’inaugurazione nel segno del teatro di pensiero e di un autore che – a più di cinquant’anni dalla morte – rappresenta ancora, come sottolinea Antonio Calenda «un’importante guida critica per le nostre menti e illumina di senso e di problematicità la nostra visione dell’uomo».
Fin dal debutto, Vita di Galileo – firmato da Antonio Calenda, con protagonista un emozionante Franco Branciaroli e coprodotto con il Teatro de Gli Incamminati – ha raccolto il plauso delle platee e della critica e giunge ora sotto la volta stellata del Politeama Rossetti, che sembra quasi proseguirne l’incanto scenografico. Un universo di stelle – creato da Pier Paolo Bisleri – avvolge infatti la realtà di Galileo: eroe negativo ma ricco di tratti positivi, raffigurato in tutta la sua palpitante pienezza, nelle sue contraddizioni, nell’inappagabile sete di verità, nella sua coraggiosa solitudine, come pure nella sua umanissima vulnerabilità.
La storia percorre la parabola del grande scienziato pisano dal tempo dell’insegnamento a Padova agli ultimi anni vissuti forzatamente in “ritiro” a Firenze, sotto la sorveglianza della Santa Inquisizione: un’esistenza densa di entusiasmi, affermazioni, sconfitte, dominata da un desiderio di “sapere” a cui Galileo non sa resistere e che lo induce a una ricerca febbrile, modernissima nei metodi. La rivelazione più clamorosa riguarda il Modello Copernicano: Galilei per primo riesce a dimostrarlo scientificamente, grazie proprio all’uso di quel telescopio di cui si era impropriamente attribuito l’invenzione. Le conseguenze di tale dimostrazione sono dirompenti: la Chiesa non è disposta a negare la teoria tolemaica, l’Inquisizione processa Galileo e gli pone una scelta fra le più laceranti. Restare fedele a sé stesso, agli allievi, accondiscendere fino in fondo al demone della scienza e ad essa sacrificare la vita, oppure salvarsi, abiurando?
Lo scienziato decide per la salvezza. E se nella prima edizione del dramma Brecht scorge in ciò il tentativo di continuare segretamente le sue ricerche, nelle rielaborazioni successive appare invece sempre più determinato a condannare la codardia con cui il protagonista sottomette la scienza al potere, alla politica. In questo gesto infatti, Brecht ravvisa il presagio dei gravi turbamenti che l’uso distorto della scienza avrebbe procurato all’umanità, e che oggi più che mai ci opprimono, e ci fanno sentire la necessità di una rigenerazione della ricerca secondo un’etica che le offra motivazioni assolute.
Accanto a Branciaroli, daranno vita alle tante figure che popolano il grande capolavoro brechtiano Lello Abate (Padre Cristoforo/ Clavio astronomo/ il Cantastorie/ un Monaco), Giancarlo Cortesi (Cardinale Barberini/ Filosofo/ Secondo Prelato), Daniele Griggio (Cardinale Bellarmino/ Matematico/ Primo Prelato), Giorgio Lanza (Sagredo, sodale di Galileo), Lucia Ragni (Signora Sarti/ poi moglie del Cantastorie) e Alessandro Albertin (Procuratore/ Terzo Prelato/Messo dell’Inquisizione), Giulia Beraldo (Andrea Sarti Bambino/ poi Figlia del Cantastorie), Tommaso Cardarelli (Frate Fulgenzio, sodale di Galileo), Emanuele Fortunati (Ludovico, fidanzato di Virginia), Jacopo Venturiero (Andrea Sarti ragazzo/giovane scienziato), Nicole Vignola (Virginia, figlia di Galileo).
Le scene sono del già citato Pier Paolo Bisleri, i costumi di Elena Mannini, le musiche di Germano Mazzocchetti e le luci di Gigi Saccomandi.
In concomitanza con le repliche dello spettacolo viene programmato un ciclo di conferenze dal titolo Le sfide della ricerca scientifica e l’eredità di Galileo – organizzato dall’Univrsità degli studi di Trieste e dallo Stabile regionale – che prende ispirazione dalle attualissime induzioni che ci regala Vita di Galileo. I cardini fra cui si sviluppa l’opera brechtiana divengono suggestioni per le conferenze che comporranno il programma, a partire dall’eccellente apertura dei lavori, con la conferenza dell’astrofisica Margherita Hack che lunedì 8 ottobre alle ore 18 al Politeama Rossetti terrà una conferenza dal titolo “Eppur si muove”: la nascita della scienza moderna. Martedì 9 ottobre, alle ore 11 nell’Aula Bachelet di Piazzale Europa il professor Francesco Balsano, che dirige il Dipartimento di medicina interna dell’Università La Sapienza di Roma tratterà di Le cellule staminali: nuova era della medicina un argomento di grande attualità, su cui oggi con forza e partecipazione fortissime si confrontano l’etica e la ricerca scientifica.
Mercoledì 10 ottobre nell’Aula Venezian di Piazzale Europa alle ore 11, Mauro Barberis, ordinario della Facoltà di Giurisprudenza di Trieste si occuperà dei delicati nessi tra scienza, etica e diritto affrontando il tema Scienza, fede e diritto. Il professore pordenonese Andrea Del Col, tra i massimi esperti di Inquisizione in Italia, affronterà in chiave storica la vicenda di Galileo giovedì 11 ottobre, alle ore 18 al Politeama Rossetti nella conferenza dal titolo L’Inquisizione e Galileo Galilei. A chiusura dei lavori, ascolteremo Giancarlo Ghirardi, fisico di fama internazionale e coautore di una delle più importanti teorie sul mondo dei quanti, meglio conosciuta come teoria GRW (Ghirardi-Rimini-Weber) nella conferenza intitolata Il pensiero di Galileo: alcune riflessioni su come “fare scienza” che si terrà venerdì 12 ottobre alle ore 11 nell’Aula Bachelet di Piazzale Europa.
Le conferenze, saranno sempre a ingresso libero.
A ingresso libero anche il primo degli incontri che – nel decennale della morte di Giorgio Strehler – anticiperanno la grande mostra che gli sarà dedicata a Palazzo Gopcevich dai Civici Musei e che vedranno grandi attori impegnati allo Stabile regionale, leggere alcune delle lettere e dei documenti esposti nella mostra “Strehler privato”, e recuperare al tempo stesso episodi dalla memoria. Venerdì 12 ottobre alle ore 18 al CaféRossetti Franco Branciaroli aprirà la rassegna leggendo “Va in scena Galileo”.
Martedì 9 ottobre dalle 18.30 si festeggerà l’inaugurazione del nuovo CaféRossetti che sarà aperto e in piena attività: per l’apertura brindisi gratuito per tutti e fino alle 20 musica con la Ragtime jazz band di Giorgio Berni.