MADDALENA CRIPPA, ATTRICE VERSATILE E RAFFINATISSIMA È PROTAGONISTA AL ROSSETTI DI "A SUD DELL'ALMA"
- 13 Gennaio 2007
- Generale
Il canto s’intreccia alla musica e alla poesia, creando mille suggestioni, regalando un’infinità di spunti e di emozioni in A Sud dell’alma, spettacolo che conduce al Teatro Stabile regionale – dopo ben 16 anni d’assenza – Maddalena Crippa, fra le migliori attrici del panorama nazionale, dotata di classe, sensibilità e versatilità davvero rare.
L’appuntamento dunque, da non lasciarsi sfuggire, è per martedì 16 e mercoledì 17 gennaio al Politeama Rossetti: le recite saranno entrambe serali, con inizio alle 20.30.
Diretta da Letizia Quintavalla, Maddalena Crippa sarà accompagnata in scena da un ottimo complesso di musicisti: Alessandro Nidi al pianoforte, che è anche il compositore delle musiche originali, Giuliano Nidi al contrabbasso e alle percussioni, Sam Marlieri al clarinetto, sassofono e percussioni e Paolo Schianchi alla chitarra e al bandoneon.
Musica, parole e la voce della bravissima attrice per dipingere un Sud problematico ma affascinante.
(…) Amo tanto le parole... Quelle inaspettate... Quelle che si aspettano golosamente, si spiano, finché ad un tratto cadono...Vocaboli amati... Brillano come pietre preziose, saltano come pesci d’argento, sono spuma, filo, metallo, rugiada... Inseguo alcune parole... Sono tanto belle che le voglio mettere tutte nella mia poesia... Le afferro al volo, quando se ne vanno ronzando, le catturo, le pulisco, le sento cristalline, vibranti, eburnee, vegetali, oleose, come frutti, come alghe, come agate, come olive (…) Hanno ombra, trasparenza, peso, piume, capelli, hanno tutto ciò che s’andò loro aggiungendo, da tanto rotolare per il fiume, da tanto trasmigrare di patria,da tanto essere radici... Sono antichissime e recentissime (…) Che buona lingua la mia, che buona lingua abbiamo ereditato dai biechi conquistatori spagnoli... Trangugiavano tutto, con religioni, piramidi, tribù, idolatrie uguali a quelle che portavano nei loro sacchi... Dovunque passavano non restava pietra su pietra (…) Fummo sconfitti... E fummo vincitori... Si portarono via l’oro e ci lasciarono l’oro... Se lo portarono via tutto e ci lasciarono tutto... Ci lasciarono le parole.
Per Pablo Neruda – poeta cileno, fra i massimi rappresentanti della letteratura sudamericana del Novecento – la parola rappresenta un bene amato e prezioso, da inseguire e custodire accuratamente: basta leggere pochi dei bellissimi versi di questa sua composizione, intitolata appunto La palabra (La parola) per comprenderlo. Lo citano in A Sud dell’alma – sicuramente concordando appieno con questa sua posizione – Crippa, Quintavalla e Nidi che curano anche la drammaturgia dello spettacolo.
A Sud dell’alma è una piéce ricca di gioiosità lirica e di grande raffinatezza che armonizzando parole e note ci racconta una storia, o meglio le mille storie legate a un ideale “Sud del mondo”. Un “Sud del mondo” difficile, povero, ma anche ricco di un patrimonio di sentimenti, profumi, colori, creatività di valore inestimabile: un “Sud del mondo” che trova il suo simbolo espressivo nella musicalità e nella poesia dell’America Latina.
Nell’essenzialità del palcoscenico, ove l’atmosfera è mossa dalla duttilità di Maddalena Crippa e dalle vibrazioni del complesso musicale guidato da Alessandro Nidi, si compirà quindi un sortilegio: quello di condurre per mano il pubblico in un lungo viaggio. Un viaggio che si protrarrà per poco più di un’ora, ma porterà ogni spettatore molto lontano: ne muoverà la mente, l’anima, il cuore.
Il suggerimento è di lasciarsi rapire dalla magia delle canzoni e delle poesie che animeranno il Politeama Rossetti, per poter spingere la mente molto profondamente dentro di sé e poi molto oltre… La malinconia di un tango sa esprimere come poche altre cose l’anima dolente di un uomo, altri solari ritmi latini sono voce ineguagliabile della gioia; la palpitante costruzione di un testo poetico lascia intuire con altrettanta intensità gli indugi, le incertezze, gli abbandoni più intimi…
E se dall’interiorità gli occhi vogliono spingersi anche all’esterno, ai colori, ai paesaggi, alla varietà delle figure di un mondo solo apparentemente lontano, quante descrizioni, racconti, quanti accenti commoventi o allegri possiamo trovare fra le pagine di scrittori, giornalisti, musicisti, poeti come Eduardo Galeano, lo stesso Neruda, Silvio Rodriguez, Mario Benedetti, Xavier Mantsalvatge, Ariel Ramirez, Feliz Luna, Violeta Parra, Mariangela Gualtieri…
Sono le loro frasi, i loro righi musicali a tracciare i confini e a suggerire le atmosfere del “Sud del mondo” dove indugeremo assieme a Maddalena Crippa in questa “esperienza dell’anima”.
A Sud dell’alma sceglie una formula spettacolare nient’affatto convenzionale, dona molto più di un semplice recital, rifugge i consueti confini, nega di raccontare una storia, per poterne racchiudere invece infinite: storie di uomini e donne, dei loro affetti e delle loro passioni, storie di speranze, di amore, di dolore, di giustizie e ingiustizie, di generosità che appartengono a un modo a cui vale la pena d’aprirsi. Per conoscerne la bellezza come pure le ombre, e quando questi non si possono dissolvere, per poter dire di averli almeno conosciuti e vissuti.
Ospite del cartellone altripercorsi del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia, A Sud dell’alma è in scena martedì 16 e mercoledì 17 gennaio al Politeama Rossetti alle ore 20.30.
Maddalena Crippa - Biografia
Il palcoscenico del Piccolo Teatro di Milano, Giorgio Strehler che la sceglie per il ruolo di Lucietta nel suo Il campiello e poi una tournée all’estero di enorme prestigio: Parigi, Berlino, Mosca, Varsavia… Ecco l’esordio di una Maddalena Crippa appena diciottenne e già ammirata e cercata dal più celebre e autorevole regista italiano: poteva essere solo questo il preludio a una carriera di grande prestigio, in cui l’attrice – di certo una delle più affascinanti, complete e versatili protagoniste del teatro italiano – ha collezionato successi nazionali e internazionali, spettacoli dei generi più vari, personaggi sempre di profondo spessore. Originalità, serietà nella preparazione, rigore stilistico ma contemporaneamente anche un’accesa capacità di emozionare e coinvolgere sono le linee lungo le quali costruisce ognuna delle sue interessanti interpretazioni. Dopo quella Lucietta con Strehler è stata la volta di molte altre esperienze nodali: nel 1980 è Lady Macbeth con la regia di Egisto Marcucci, poi Luca Ronconi la vuole ne La commedia della seduzione di Schnitzler contemporaneamente, nel 1985, è Leonide e Focino in Il trionfo dell’amore di Marivaux, per la regia di Vitez. Lavora spesso con Antonio Calenda che la guida nel goldoniano Sior Todero brontolon nel 1983, nel 1986 nel musicale Le ragazze di Lisistrata – un grande successo, in cui può mettere in luce le sue doti di interprete e cantante eclettica e di forte personalità – e l’anno successivo in Ti ho sposato per allegria di Natalia Ginzburg.
Massimo Castri la dirige in Fedra di D’Annunzio, è una sensuale Tamora nella versione del Tito Andronico di Shakespeare firmato da Peter Stein, che diventerà anche suo compagno di vita. Poi è un’intensa Nora in Casa di bambola di Ibsen, la nobile Cornelia e la governante Rosa nell’ Attesa di Binosi per la regia di Cristina Pezzoli. Partecipa al Festival di Salisburgo costantemente dal 1994 al 1997, recitando in tedesco la parte della lussuria (Buhlschaft) nello Jedermann di Hofmannsthal. Nel 1996 per la regia di Stein è Elena in Zio Vanja di Cechov che debutta a Mosca e vince il premio come miglior spettacolo al Festival di Edimburgo, poi è protagonista nel Pierrot lunaire di Schönberg con la regia di Le Moli e negli stessi anni si confronta con il genere del recital musicale con ottimi esiti e porta in scena in tutta Italia Canzoni italiane e poi Canzonette vagabonde un excursus nella musica dal 1919-39 e poi degli anni 20 – 40. Ammirata e pluripremiata (ottiene nel 1994 la Maschera d’Argento come miglior attrice, nel 2004 addirittura il Premio Duse) prosegue in un percorso versatile e mai scontato che le permette di portare avanti un intelligente linea di ricerca teatrale assieme a diverse registe (basta pensare a Sboom! ad esempio) senza abbandonare gli spettacoli d’impronta musicale, né le scelte legate alla prosa classica, il cinema o gli impegni internazionali.
La Stagione 2006-2007 del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia viene realizzata con il contributo della Fondazione CrTrieste.
Acquisti e informazioni presso la Biglietteria del Politeama Rossetti (da lunedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19), il Ticket Point di Corso Italia (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19) e Agenzia Pansepol (via del Monte, 2) Agenzia Bagolandia (Via San Marco, 45) e presso le agenzie di Muggia (Agenzia Peekabooh), Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani), San Vito al Tagliamento (Agenzia Medina Viaggi) e presso le Agenzie del circuito Charta presenti sul territorio nazionale (elenco sul sito del Teatro). Informazioni anche sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511.
L’appuntamento dunque, da non lasciarsi sfuggire, è per martedì 16 e mercoledì 17 gennaio al Politeama Rossetti: le recite saranno entrambe serali, con inizio alle 20.30.
Diretta da Letizia Quintavalla, Maddalena Crippa sarà accompagnata in scena da un ottimo complesso di musicisti: Alessandro Nidi al pianoforte, che è anche il compositore delle musiche originali, Giuliano Nidi al contrabbasso e alle percussioni, Sam Marlieri al clarinetto, sassofono e percussioni e Paolo Schianchi alla chitarra e al bandoneon.
Musica, parole e la voce della bravissima attrice per dipingere un Sud problematico ma affascinante.
(…) Amo tanto le parole... Quelle inaspettate... Quelle che si aspettano golosamente, si spiano, finché ad un tratto cadono...Vocaboli amati... Brillano come pietre preziose, saltano come pesci d’argento, sono spuma, filo, metallo, rugiada... Inseguo alcune parole... Sono tanto belle che le voglio mettere tutte nella mia poesia... Le afferro al volo, quando se ne vanno ronzando, le catturo, le pulisco, le sento cristalline, vibranti, eburnee, vegetali, oleose, come frutti, come alghe, come agate, come olive (…) Hanno ombra, trasparenza, peso, piume, capelli, hanno tutto ciò che s’andò loro aggiungendo, da tanto rotolare per il fiume, da tanto trasmigrare di patria,da tanto essere radici... Sono antichissime e recentissime (…) Che buona lingua la mia, che buona lingua abbiamo ereditato dai biechi conquistatori spagnoli... Trangugiavano tutto, con religioni, piramidi, tribù, idolatrie uguali a quelle che portavano nei loro sacchi... Dovunque passavano non restava pietra su pietra (…) Fummo sconfitti... E fummo vincitori... Si portarono via l’oro e ci lasciarono l’oro... Se lo portarono via tutto e ci lasciarono tutto... Ci lasciarono le parole.
Per Pablo Neruda – poeta cileno, fra i massimi rappresentanti della letteratura sudamericana del Novecento – la parola rappresenta un bene amato e prezioso, da inseguire e custodire accuratamente: basta leggere pochi dei bellissimi versi di questa sua composizione, intitolata appunto La palabra (La parola) per comprenderlo. Lo citano in A Sud dell’alma – sicuramente concordando appieno con questa sua posizione – Crippa, Quintavalla e Nidi che curano anche la drammaturgia dello spettacolo.
A Sud dell’alma è una piéce ricca di gioiosità lirica e di grande raffinatezza che armonizzando parole e note ci racconta una storia, o meglio le mille storie legate a un ideale “Sud del mondo”. Un “Sud del mondo” difficile, povero, ma anche ricco di un patrimonio di sentimenti, profumi, colori, creatività di valore inestimabile: un “Sud del mondo” che trova il suo simbolo espressivo nella musicalità e nella poesia dell’America Latina.
Nell’essenzialità del palcoscenico, ove l’atmosfera è mossa dalla duttilità di Maddalena Crippa e dalle vibrazioni del complesso musicale guidato da Alessandro Nidi, si compirà quindi un sortilegio: quello di condurre per mano il pubblico in un lungo viaggio. Un viaggio che si protrarrà per poco più di un’ora, ma porterà ogni spettatore molto lontano: ne muoverà la mente, l’anima, il cuore.
Il suggerimento è di lasciarsi rapire dalla magia delle canzoni e delle poesie che animeranno il Politeama Rossetti, per poter spingere la mente molto profondamente dentro di sé e poi molto oltre… La malinconia di un tango sa esprimere come poche altre cose l’anima dolente di un uomo, altri solari ritmi latini sono voce ineguagliabile della gioia; la palpitante costruzione di un testo poetico lascia intuire con altrettanta intensità gli indugi, le incertezze, gli abbandoni più intimi…
E se dall’interiorità gli occhi vogliono spingersi anche all’esterno, ai colori, ai paesaggi, alla varietà delle figure di un mondo solo apparentemente lontano, quante descrizioni, racconti, quanti accenti commoventi o allegri possiamo trovare fra le pagine di scrittori, giornalisti, musicisti, poeti come Eduardo Galeano, lo stesso Neruda, Silvio Rodriguez, Mario Benedetti, Xavier Mantsalvatge, Ariel Ramirez, Feliz Luna, Violeta Parra, Mariangela Gualtieri…
Sono le loro frasi, i loro righi musicali a tracciare i confini e a suggerire le atmosfere del “Sud del mondo” dove indugeremo assieme a Maddalena Crippa in questa “esperienza dell’anima”.
A Sud dell’alma sceglie una formula spettacolare nient’affatto convenzionale, dona molto più di un semplice recital, rifugge i consueti confini, nega di raccontare una storia, per poterne racchiudere invece infinite: storie di uomini e donne, dei loro affetti e delle loro passioni, storie di speranze, di amore, di dolore, di giustizie e ingiustizie, di generosità che appartengono a un modo a cui vale la pena d’aprirsi. Per conoscerne la bellezza come pure le ombre, e quando questi non si possono dissolvere, per poter dire di averli almeno conosciuti e vissuti.
Ospite del cartellone altripercorsi del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia, A Sud dell’alma è in scena martedì 16 e mercoledì 17 gennaio al Politeama Rossetti alle ore 20.30.
Maddalena Crippa - Biografia
Il palcoscenico del Piccolo Teatro di Milano, Giorgio Strehler che la sceglie per il ruolo di Lucietta nel suo Il campiello e poi una tournée all’estero di enorme prestigio: Parigi, Berlino, Mosca, Varsavia… Ecco l’esordio di una Maddalena Crippa appena diciottenne e già ammirata e cercata dal più celebre e autorevole regista italiano: poteva essere solo questo il preludio a una carriera di grande prestigio, in cui l’attrice – di certo una delle più affascinanti, complete e versatili protagoniste del teatro italiano – ha collezionato successi nazionali e internazionali, spettacoli dei generi più vari, personaggi sempre di profondo spessore. Originalità, serietà nella preparazione, rigore stilistico ma contemporaneamente anche un’accesa capacità di emozionare e coinvolgere sono le linee lungo le quali costruisce ognuna delle sue interessanti interpretazioni. Dopo quella Lucietta con Strehler è stata la volta di molte altre esperienze nodali: nel 1980 è Lady Macbeth con la regia di Egisto Marcucci, poi Luca Ronconi la vuole ne La commedia della seduzione di Schnitzler contemporaneamente, nel 1985, è Leonide e Focino in Il trionfo dell’amore di Marivaux, per la regia di Vitez. Lavora spesso con Antonio Calenda che la guida nel goldoniano Sior Todero brontolon nel 1983, nel 1986 nel musicale Le ragazze di Lisistrata – un grande successo, in cui può mettere in luce le sue doti di interprete e cantante eclettica e di forte personalità – e l’anno successivo in Ti ho sposato per allegria di Natalia Ginzburg.
Massimo Castri la dirige in Fedra di D’Annunzio, è una sensuale Tamora nella versione del Tito Andronico di Shakespeare firmato da Peter Stein, che diventerà anche suo compagno di vita. Poi è un’intensa Nora in Casa di bambola di Ibsen, la nobile Cornelia e la governante Rosa nell’ Attesa di Binosi per la regia di Cristina Pezzoli. Partecipa al Festival di Salisburgo costantemente dal 1994 al 1997, recitando in tedesco la parte della lussuria (Buhlschaft) nello Jedermann di Hofmannsthal. Nel 1996 per la regia di Stein è Elena in Zio Vanja di Cechov che debutta a Mosca e vince il premio come miglior spettacolo al Festival di Edimburgo, poi è protagonista nel Pierrot lunaire di Schönberg con la regia di Le Moli e negli stessi anni si confronta con il genere del recital musicale con ottimi esiti e porta in scena in tutta Italia Canzoni italiane e poi Canzonette vagabonde un excursus nella musica dal 1919-39 e poi degli anni 20 – 40. Ammirata e pluripremiata (ottiene nel 1994 la Maschera d’Argento come miglior attrice, nel 2004 addirittura il Premio Duse) prosegue in un percorso versatile e mai scontato che le permette di portare avanti un intelligente linea di ricerca teatrale assieme a diverse registe (basta pensare a Sboom! ad esempio) senza abbandonare gli spettacoli d’impronta musicale, né le scelte legate alla prosa classica, il cinema o gli impegni internazionali.
La Stagione 2006-2007 del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia viene realizzata con il contributo della Fondazione CrTrieste.
Acquisti e informazioni presso la Biglietteria del Politeama Rossetti (da lunedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19), il Ticket Point di Corso Italia (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19) e Agenzia Pansepol (via del Monte, 2) Agenzia Bagolandia (Via San Marco, 45) e presso le agenzie di Muggia (Agenzia Peekabooh), Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani), San Vito al Tagliamento (Agenzia Medina Viaggi) e presso le Agenzie del circuito Charta presenti sul territorio nazionale (elenco sul sito del Teatro). Informazioni anche sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511.
18 Gennaio 2007