LA MITOLOGIA GRECA SECONDO NATALINO BALASSO: VA IN SCENA IL 19 E 20 OTTOBRE AL POLITEAMA ROSSETTI
Natalino Balasso
è stato un ospite assiduo e molto amato del Teatro Stabile del
Friuli-Venezia Giulia, nelle ultime stagioni: lo si ricorderà
bravissimo, nel gennaio 2006, in Libera nos, il poetico spettacolo ispirato alla scrittura di Luigi Meneghello.
Risulta dunque ancor più gradito il suo ritorno nel cartellone altripercorsi 2007-2008, protagonista con Ercole in Polesine del secondo appuntamento della Stagione, venerdì 19 e sabato 20 ottobre alle 20.30 al Politeama Rossetti.
Questa volta, a catturare la fantasia e l’attenzione del simpaticissimo
artista è la mitologia greca: tema sorprendente all’apparenza, ma che
Balasso tratta con rigore e competenza, restituendogli – come vedremo –
un soffio di vitalità e umanità. A partire dal più celebre degli eroi
di tutti i tempi: Ercole.
Ercole è il più grande eroe della mitologia: molti studiosi credono che
il suo mito raccolga le gesta di almeno quaranta personaggi. Semidio,
figlio di Zeus ed Alcmena, suscitò fin da prima di nascere l’orgoglio
del padre e l’odio di Era. Crebbe a Tebe, istruito dai maggiori maestri
fra cui Eurite per l’arco, Chitone per la medicina e Anfitrione per la
guida dei carri… Divenne simbolo di coraggio ed eroismo, venerato dai
mortali per la sua forza, ma anche per l’umanità e la generosità. Sono
celeberrime le sue dodici fatiche che adombrano la lotta vittoriosa
degli uomini contro la morte e la natura ostile: ucciso dalla gelosa
Deianira che, ingannata, gli fece indossare una tunica intinta nel
sangue velenoso di Nesso, fu accolto sul carro di Atena e condotto fra
gli Olimpi…
Fino a qui la mitologia classica. Ma che accadrebbe se un simile
personaggio, in tutto il suo ardimento e la sua nobiltà, si trovasse
improvvisamente in Polesine, magari avvolto dall’eterna nebbia padana?
Parte da qui la riflessione di Natalino Balasso, capace di conquistare
l’affetto degli spettatori stupendoli continuamente, con scelte
insolite e sfide sempre nuove.
«Quello che salta agli occhi a chiunque guardi uno degli sceneggiati tv
nostrani, è che non siamo più in grado di innamorarci delle storie»
spiega infatti l’attore, che di Ercole in Polesine è anche autore e
regista. «E non è perché le storie, gira gira, sono sempre le stesse
(anche una volta erano sempre le stesse): è perché oggi ci interessano
più gli attori che i personaggi, più i nomi che le vicende. C’è tutto
un materiale umano negli antichi racconti mitologici, fatto di sudore e
di gioia, di guerra e di sesso, che sembra nascosto dalle parole
difficili dei nostri letterati traduttori. Quello che voglio fare con
questo spettacolo è restituire a quelle storie le passioni vere, gli
odori e i sapori che non sono perduti, perché sono quelli che viviamo
tutti i giorni, in quest’epoca poco epica».
Balasso dunque sceglie ancora una volta materiali assai singolari per
le sue iperboli comiche: questa volta sono le storie fantastiche del
mito, le vicende degli antichi Dei ed eroi greci che ci sembrano
lontane ma che invece ci si riveleranno molto affini.
Nel viaggio che Balasso compie attraverso oltre 5.000 anni di storie e
leggende, raccontate negli accenti della sua divertentissima e
grottesca parlata, conosceremo infatti Dei cornuti e imbroglioni, eroi
mitomani o svogliati, uomini sbruffoni e disperati, i cui tratti
riverberano anche in molti nostri contemporanei… E così, la strada
immensa che ci sembrava di aver fatto dalla civiltà dell’Olimpo
all’”era del bancomat” si annulla e – grazie al talento del comico
veneto e al suo acuto mix di razionalismo popolare e di spirito
irriverente, che non risparmia acute frecciatine nemmeno agli Dei più
sacri – ci appassioniamo alle particolarità dell’era matriarcale, al
Viaggio degli Argonauti, alle evoluzioni del Carro del Sole, ai misteri
della nascita di Paride e a quelli della morte di Euridice.
E fra la spiegazione di un episodio dell’Odissea e il racconto
dell’amore fra Cadmo e Armonia, Natalino Balasso ci sorprende ancora
una volta, costruendo un monologo di assoluta comicità ma rigoroso
nella trattazione, capace di coniugare rispetto filologico e parodia,
risate e intelligenza.
Lo spettacolo – prodotto da Teatria Srl – va in scena al Teatro Stabile
del Friuli-Venezia Giulia il 19 e il 20 ottobre alle ore 20.30.
La Stagione 2007-2008 del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia va in scena grazie al sostegno della Fondazione CRTrieste.