EROS PAGNI GRANDE INTERPRETE DI "MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE" DAL 13 DICEMBRE ALLO STABILE REGIONALE
- 10 Dicembre 2005
- Generale
Ritorna al Politeama Rossetti dopo quasi vent’anni d’assenza Morte di un commesso viaggiatore,
capolavoro di Arthur Miller che ammireremo nel nuovo allestimento
prodotto dal Teatro Stabile di Genova e diretto da Marco Sciaccaluga.
A interpretare il complesso e profondo ruolo del protagonista, Willy Loman, sarà un grande della scena italiana, Eros Pagni: un attore che nella sua lunga carriera ha saputo conquistare costantemente il pubblico con prove di grande eleganza e attentamente costruite, capaci di trasmettere intense emozioni.
Un’occasione da non perdere dunque, Morte di un commesso viaggiatore, in scena a Trieste da martedì 13 a domenica 18 dicembre.
Se Erano tutti miei figli rivelò il talento drammaturgico di Arthur Miller, con Morte di un commesso viaggiatore l’autore fu consacrato a livello internazionale: il testo infatti – rappresentato per la prima volta nel 1949, con la regia di Elias Kazan – è stato immediatamente un successo mondiale. Il motivo di tanto favore, oltre che nella perfetta concezione di Miller, va ricercato anche nel grande fascino sprigionato dall’umanissimo protagonista.
«Costruito inizialmente sul ricordo di un mio zio – spiegava nel 1999 l’autore – il personaggio di Willy s’impadronì velocemente della mia immaginazione e divenne qualcosa che non era mai esistito prima: un commesso viaggiatore con i piedi sui gradini della metropolitana e la testa nelle stelle. Gli esiti ottenuti dalla commedia sembrano aver dimostrato che la maggior parte del mondo partecipa di qualcosa di simile a quella condizione. Avendola vista rappresentata in cinque o sei paesi diversi, e avendola diretta personalmente in Cina e Svezia, le cui lingue non conosco, è stato insieme mistificante e gratificante constatare che gli spettatori reagiscono dovunque quasi in modo identico (…) E quello che in Cina pensavano era più o meno lo stesso che a New York o a Londra o a Parigi: vale a dire che l’essere umano – padre, madre, figlio – è qualcosa che molti dimentichiamo per la maggior parte del tempo; e che in rapporto alla società in cui viviamo, bisogna provare un po’ di pietà nei confronti di chi pretende di essere stabile e si mostra saldo come una montagna, mentre di fatto sta tremando nel turbinoso vento che, di lui noncurante, soffia intorno alla terra».
Al centro di Morte di un commesso viaggiatore è la vicenda della famiglia Loman. Il padre, Willy, è il tipico “self-made man” americano che, nonostante i fallimenti personali, ha cercato di inculcare nei figli – Biff e Happy – le sue idee positive sullo spirito d’iniziativa privata, la sua fiducia nel mito americano del costruirsi da sé la propria ricchezza e posizione sociale. Al suo fianco, la moglie Linda cerca, con difficoltà, di tenere unita la famiglia e di superare le quotidiane angustie di bilancio che s’inaspriscono quando Willy viene licenziato. Pressata dalla crisi economica, la famiglia lentamente si sgretola e l’azione precipita verso la tragedia finale: Willy chiede un prestito al fratello Charley, che invece ha fatto fortuna, ma per orgoglio rifiuta il posto che questi gli offre. Intanto cerca invano di non rivelare il proprio degrado esistenziale al figlio Biff, il quale però rifiuta i falsi ideali del padre, da quando lo ha scoperto in flagrante adulterio.
Strutturato in modo libero, con audaci flashback e incursioni nell’onirico, Morte di un commesso viaggiatore conserva tutta l’attualità del suo discorso di fondo che mette in scena il crollo di un mondo costruito sul primato dell’apparenza rispetto alla sostanza. Un mondo in cui per molti aspetti e con toni inquietanti riecheggia la realtà che adesso viviamo.
Con la sua forza esteriore e l’intima profonda fragilità, Willy Loman offre al talento attoriale di Eros Pagni l’opportunità di costruire un altro personaggio memorabile nella sua carriera: una prova interpretativa in cui Pagni, grazie alla sua intensa espressività, ha saputo eccellere, apprezzato fin dal debutto dal pubblico e dalla più attenta stampa del settore.
Attorno a lui una compagnia veramente interessante e armoniosa, in cui spicca il nome di un attore molto amato come Ugo Maria Morosi, nel ruolo del fratello Charley; Orietta Notari dà vita a Linda (la moglie di Willy), Gianluca Gobbi è il figlio Biff, mentre a Aldo Ottobrino tocca il ruolo dell’altro figlio Happy. Completano il cast Fabrizio Careddu (Stanley), Davide Lorino (Howard Wagner), Mario Menini (Zio Ben), Barbara Moselli (La donna), Enzo Paci (Bernard), Stefania Pascali (Miss Forsythe), Fiorenza Pieri (Jenny e Letta).
In una scenografia essenziale, di grande suggestione – creata come i costumi da Valeria Manari e illuminata dalle luci di Sandro Sussi – Marco Sciaccaluga realizza il nuovo allestimento dello Stabile genovese incentrando la propria attenzione sull’inganno di cui Willy Loman è vittima: «È difficile non essere d’accordo con l’idea centrale del sogno americano – ammette il regista – il diritto di ognuno alla felicità. Ma quando la felicità diventa un dovere, un’ossessione persecutoria e trasforma le tribù degli uomini in un branco di cacciatori ciechi, il sogno si spezza».
Le musiche dello spettacolo sono di Andrea Nicolini. La produzione è firmata dal Teatro Stabile di Genova con la Compagnia Mario Chiocchio.
Morte di un commesso viaggiatore è stato dato al Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia soltanto per due altre volte nei suoi oltre cinquant’anni d’attività: la prima edizione risale al 1968 ed era diretta da Edmo Fenoglio e interpretata fra gli altri da Tino Buazzelli, Eva Maltagliati, Massimo de Francovich, Egisto Marcucci, Giancarlo Cajo, Paola Mannoni; nel 1987 il capolavoro di Miller fu riproposto dallo stesso Sciaccaluga, allora con la Compagnia di Giulio Bosetti cui andò il ruolo del titolo.
Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller va in scena al Politeama Rossetti – terzo titolo del cartellone Prosa dello Stabile regionale – da martedì 13 a domenica 18 dicembre: le recite serali (martedì, giovedì, venerdì sabato) hanno inizio alle ore 20.30, le pomeridiane di mercoledì e domenica alle ore 16.
Sono ancora in vendita posti per lo spettacolo. Acquisti di biglietti sono possibili presso la Biglietteria del Politeama Rossetti (da martedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19) e il Ticket Point di Corso Italia (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19), presso le agenzie di Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani) e Udine (Associazione Culturale Udine Sipario) e presso le Agenzie del circuito Charta presenti sul territorio nazionale.
Informazioni e acquisti anche sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511.
A interpretare il complesso e profondo ruolo del protagonista, Willy Loman, sarà un grande della scena italiana, Eros Pagni: un attore che nella sua lunga carriera ha saputo conquistare costantemente il pubblico con prove di grande eleganza e attentamente costruite, capaci di trasmettere intense emozioni.
Un’occasione da non perdere dunque, Morte di un commesso viaggiatore, in scena a Trieste da martedì 13 a domenica 18 dicembre.
Se Erano tutti miei figli rivelò il talento drammaturgico di Arthur Miller, con Morte di un commesso viaggiatore l’autore fu consacrato a livello internazionale: il testo infatti – rappresentato per la prima volta nel 1949, con la regia di Elias Kazan – è stato immediatamente un successo mondiale. Il motivo di tanto favore, oltre che nella perfetta concezione di Miller, va ricercato anche nel grande fascino sprigionato dall’umanissimo protagonista.
«Costruito inizialmente sul ricordo di un mio zio – spiegava nel 1999 l’autore – il personaggio di Willy s’impadronì velocemente della mia immaginazione e divenne qualcosa che non era mai esistito prima: un commesso viaggiatore con i piedi sui gradini della metropolitana e la testa nelle stelle. Gli esiti ottenuti dalla commedia sembrano aver dimostrato che la maggior parte del mondo partecipa di qualcosa di simile a quella condizione. Avendola vista rappresentata in cinque o sei paesi diversi, e avendola diretta personalmente in Cina e Svezia, le cui lingue non conosco, è stato insieme mistificante e gratificante constatare che gli spettatori reagiscono dovunque quasi in modo identico (…) E quello che in Cina pensavano era più o meno lo stesso che a New York o a Londra o a Parigi: vale a dire che l’essere umano – padre, madre, figlio – è qualcosa che molti dimentichiamo per la maggior parte del tempo; e che in rapporto alla società in cui viviamo, bisogna provare un po’ di pietà nei confronti di chi pretende di essere stabile e si mostra saldo come una montagna, mentre di fatto sta tremando nel turbinoso vento che, di lui noncurante, soffia intorno alla terra».
Al centro di Morte di un commesso viaggiatore è la vicenda della famiglia Loman. Il padre, Willy, è il tipico “self-made man” americano che, nonostante i fallimenti personali, ha cercato di inculcare nei figli – Biff e Happy – le sue idee positive sullo spirito d’iniziativa privata, la sua fiducia nel mito americano del costruirsi da sé la propria ricchezza e posizione sociale. Al suo fianco, la moglie Linda cerca, con difficoltà, di tenere unita la famiglia e di superare le quotidiane angustie di bilancio che s’inaspriscono quando Willy viene licenziato. Pressata dalla crisi economica, la famiglia lentamente si sgretola e l’azione precipita verso la tragedia finale: Willy chiede un prestito al fratello Charley, che invece ha fatto fortuna, ma per orgoglio rifiuta il posto che questi gli offre. Intanto cerca invano di non rivelare il proprio degrado esistenziale al figlio Biff, il quale però rifiuta i falsi ideali del padre, da quando lo ha scoperto in flagrante adulterio.
Strutturato in modo libero, con audaci flashback e incursioni nell’onirico, Morte di un commesso viaggiatore conserva tutta l’attualità del suo discorso di fondo che mette in scena il crollo di un mondo costruito sul primato dell’apparenza rispetto alla sostanza. Un mondo in cui per molti aspetti e con toni inquietanti riecheggia la realtà che adesso viviamo.
Con la sua forza esteriore e l’intima profonda fragilità, Willy Loman offre al talento attoriale di Eros Pagni l’opportunità di costruire un altro personaggio memorabile nella sua carriera: una prova interpretativa in cui Pagni, grazie alla sua intensa espressività, ha saputo eccellere, apprezzato fin dal debutto dal pubblico e dalla più attenta stampa del settore.
Attorno a lui una compagnia veramente interessante e armoniosa, in cui spicca il nome di un attore molto amato come Ugo Maria Morosi, nel ruolo del fratello Charley; Orietta Notari dà vita a Linda (la moglie di Willy), Gianluca Gobbi è il figlio Biff, mentre a Aldo Ottobrino tocca il ruolo dell’altro figlio Happy. Completano il cast Fabrizio Careddu (Stanley), Davide Lorino (Howard Wagner), Mario Menini (Zio Ben), Barbara Moselli (La donna), Enzo Paci (Bernard), Stefania Pascali (Miss Forsythe), Fiorenza Pieri (Jenny e Letta).
In una scenografia essenziale, di grande suggestione – creata come i costumi da Valeria Manari e illuminata dalle luci di Sandro Sussi – Marco Sciaccaluga realizza il nuovo allestimento dello Stabile genovese incentrando la propria attenzione sull’inganno di cui Willy Loman è vittima: «È difficile non essere d’accordo con l’idea centrale del sogno americano – ammette il regista – il diritto di ognuno alla felicità. Ma quando la felicità diventa un dovere, un’ossessione persecutoria e trasforma le tribù degli uomini in un branco di cacciatori ciechi, il sogno si spezza».
Le musiche dello spettacolo sono di Andrea Nicolini. La produzione è firmata dal Teatro Stabile di Genova con la Compagnia Mario Chiocchio.
Morte di un commesso viaggiatore è stato dato al Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia soltanto per due altre volte nei suoi oltre cinquant’anni d’attività: la prima edizione risale al 1968 ed era diretta da Edmo Fenoglio e interpretata fra gli altri da Tino Buazzelli, Eva Maltagliati, Massimo de Francovich, Egisto Marcucci, Giancarlo Cajo, Paola Mannoni; nel 1987 il capolavoro di Miller fu riproposto dallo stesso Sciaccaluga, allora con la Compagnia di Giulio Bosetti cui andò il ruolo del titolo.
Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller va in scena al Politeama Rossetti – terzo titolo del cartellone Prosa dello Stabile regionale – da martedì 13 a domenica 18 dicembre: le recite serali (martedì, giovedì, venerdì sabato) hanno inizio alle ore 20.30, le pomeridiane di mercoledì e domenica alle ore 16.
Sono ancora in vendita posti per lo spettacolo. Acquisti di biglietti sono possibili presso la Biglietteria del Politeama Rossetti (da martedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19) e il Ticket Point di Corso Italia (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19), presso le agenzie di Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani) e Udine (Associazione Culturale Udine Sipario) e presso le Agenzie del circuito Charta presenti sul territorio nazionale.
Informazioni e acquisti anche sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511.
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7 Dicembre 2005