CON "OPERA COMIQUE" SI INAUGURA STASERA, 17 OTTOBRE, LA NUOVA STAGIONE DEL TEATRO STABILE DEL FRIULI-VENEZIA GIULIA
  • 17 Ottobre 2006
  • Generale
Un nuovo spettacolo di produzione inaugura – martedì 17 ottobre al Politeama Rossetti – la Stagione 2006-2007 del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia: si tratta di Opéra Comique “dramma giocoso” firmato da Antonio Calenda, scritto da Nicola Fano e interpretato da due comici di grande scuola come Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina.

Un’apertura nel segno del divertimento elegante che intreccia piacevolmente musica e prosa, comicità e melodramma: Opéra Comique nasce da un’idea di Calenda che fa omaggio a due pilastri fondamentali dell’identità culturale italiana, la comicità popolare e l’opera lirica, simboli che continuano a rappresentarci in tutto il mondo. E a fare da trait d’union fra queste due affascinanti dimensioni, c’è la figura geniale e misteriosa di Gioacchino Rossini.

Nel 1829, a soli trentasette anni, dopo dozzine di straordinari successi, all’apice assoluto della sua carriera, dopo aver conquistato fama, autorevolezza e fortuna più di quante qualunque artista avesse mai potuto sognarne, Gioacchino Rossini compone la sua ultima opera, Guglielmo Tell. Da allora fino alla sua morte avvenuta nel 1868 –  dunque dopo trentanove anni, più della metà della sua vita – Rossini non scrive più opere. Smette di rifornire il mercato forsennato che si era creato intorno alla sua straordinaria creatività; ma apre la via a un mito che non ha avuto pari né prima né dopo di lui. Il mito del suo silenzio. In quei trentanove anni che vanno dal Guglielmo Tell alla morte di Rossini, il mondo intero ha vissuto nella spasmodica attesa della “nuova opera di Rossini”. Era un’ossessione, un delirio collettivo che travalicava il mondo della musica e dei melomani. Non era un gioco di società, ma il segno di un mondo nel quale l’arte muoveva sogni, desideri e speranze di tutti. Da questa premessa prende le mosse Opéra Comique, non a caso ambientata in due capitali della musica e della creatività, Napoli e Parigi.

L’autore immagina che Domenico Barbaja, famoso impresario dell’epoca, a capo per lungo tempo del Teatro alla Scala di Milano, del San Carlo di Napoli e dell’Opera di Vienna, nonché scopritore del genio pesarese, decida di impossessarsi ad ogni costo di questa tanto attesa “nuova opera” di Rossini. Invia dunque a Parigi i suoi emissari, due buffi pasticcieri-musicisti siciliani, con il compito di recuperare quella preziosa partitura che, se rappresentata in prima assoluta al San Carlo, potrebbe restituire alla città partenopea il sopito splendore di un tempo… I due partono alla volta di Parigi dove vengono assunti “in incognito” in Casa Rossini in qualità di cuochi; lì – in un mondo tutto votato alla musica e all’arte, in una casa dove anche l’ultimo dei servitori è un melomane o un aspirante artista e dove, in visita al genio pesarese,  giunge la créme della cultura ottocentesca – iniziano la loro indagine. Fra astuzie e speranze, tentativi di seduzione e allestimenti d’opera sullo sfondo di tegami e padelle, si giungerà ad un inatteso finale in cui poesia e finzione, musica e canto si fondono in un rapinoso vortice di creatività, un delizioso momento di “teatro nel teatro”…
Alla fine, i due cuochi torneranno a Napoli certi di avere fra le mani il sospirato inedito rossiniano, i servitori di Casa Rossini  invece festeggeranno il fatto di aver beffato con successo i due  ignari e ingenui protagonisti… Chi mai avrà ragione? L’operina Le bon mariage è vera o falsa? Soltanto Rossini potrà scioglierci dal dubbio.

Opéra Comique si avvale dunque di un plot ricco di verve, che il regista ha voluto affidare alla forza e alla sintonia recitativa di una collaudata coppia d’interpreti, Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina. La loro ricca e antica scuola li rende gli unici plausibili interpreti dei due “mami” protagonisti dello spettacolo (grandi mami sono stati Ciccio De Rege e – almeno in certe caratterizzazioni – Totò, poi Peppino De Filippo, Beniamino Maggio e Pietro De Vico).
«Nei trucchi dei comici – scrivono l’autore e il regista nelle note allo spettacolo – nelle loro camminate, nei loro gesti, nelle loro smorfie, nelle loro parole, c’è la traccia indelebile di ciò che siamo noi altri italiani: uno splendido miscuglio di fantasia e codardia, di accensione poetica e cialtroneria, di furbizia e innocenza. E nelle loro storie di sogni e miseria, di espedienti e poesia c’è la trama di secoli di vita comune che dal Cinquecento, appunto, arrivano giù giù fino a noi».

Accanto a Musumeci e Pattavina una compagnia che non lesina energie, talento, affiatamento dà corpo a quel “recitar cantando” che percorre l’intero spettacolo: attori e cantanti intrecciano le loro competenze e rendono omaggio anche a quel mondo del melodramma che, come sostiene Calenda , «(…) con la sua propensione all’emozione assoluta, alla partecipazione piena dello spettatore, ha rappresentato un collante formidabile steso fra pubblico e palcoscenico alla ricerca di un’identità comune, negata per secoli sul piano giuridico e politico».

Attraverso questo suo gioco teatrale di echi e citazioni, di invenzioni e gag Opéra Comique, intende dire qualcosa “di noi”, ora e adesso, usando gli strumenti secolari della nostra poesia scenica. «Un’urgenza – concludono Fano e Calenda – cui non potevamo sottrarci giacché l’identità italiana, a nostro avviso, ha mostrato negli ultimi decenni solo la sua faccia peggiore, quella della furbizia e del sotterfugio; giacché il teatro – di prosa o musicale che sia – sembra aver smarrito quella funzione di grande rito poetico collettivo che lo faceva circondare di speranze e attese; giacché, infine, il contatto una volta stretto, vincolante, fra l’immaginario del pubblico e quello degli attori ha finito per essere messo in mora da un processo di globalizzazione che fin qui ha riguardato le economie a discapito delle culture»

Dopo molte stagioni dedicate a una ricerca volta soprattutto al repertorio elisabettiano e ai classici greci e senza togliere spazio ed attenzione alla drammaturgia contemporanea – che nell’attività dello Stabile regionale rimane una priorità assoluta – Antonio Calenda ritorna con Opéra Comique al teatro leggero, e a linguaggi e itinerari percorsi sulla scia di altri apprezzatissimi spettacoli storici realizzati in passato (basti ricordare Cinecittà e ‘Na sera ‘e maggio).

Per l’allestimento, il regista si è avvalso dell’apporto di uno staff collaudatissimo: il Maestro Germano Mazzocchetti ha composto le musiche originali dello spettacolo, compresa la partitura di un’operina che nel finale costituisce un godibilissimo momento di “teatro nel teatro”; di Bruno Buonincontri è la movimentata e colorata scenografia, i costumi sono creazioni di Elena Mannini e le luci sono firmate da Nino Napoletano.
Il cast – capeggiato dagli ottimi Tuccio Musumeci (Bartolomeo, cuoco e poeta dilettante, tuttofare di Barbaja) e Pippo Pattavina (Basilio, cuoco e musicista dilettante, tuttofare di Barbaja) – si compone di un gruppo fresco e numeroso di attori e cantanti: fra i nomi spiccano Roberto Bencivenga (Lecoc, cameriere di Casa Rossini, poi Renzo), Francesco Benedetto (Domenico Barbaja, impresario teatrale), Rossana Bonafede (Ninette, capo-cameriera di Casa Rossini), Stefano Galante (Colbert, cameriere di stanza di Casa Rossini) e Concetta Ascrizzi (Ernestine, cameriera di Casa Rossini, poi Lucia), Stefano Bembi (Danilo, musicista slavo inventore del soffiamantice, poi Bravo, fisarmonica), Silvia Bossi (Emma, cameriera timida, poi Donna Lasciva), Massimo Di Stefano (Jean, uomo pio e cameriere di Casa Rossini, poi Don Abbondio), Elisabetta Farris  (Helene, cameriera in Casa Rossini devota al Maestro, poi Madre di Lucia), Carlo Ferreri  (Marzio, segretario personale di Barbaja), Antonio Kozina (Antoine cameriere, violino, pianoforte e chitarra), Luciano Pasini (Charles, teatrante e vecchio servo di Casa Rossini, poi Bravo), Mauro Utzeri (Didier, cameriere di Casa Rossini innamorato di Emma, poi Don Rodrigo).

Opéra Comique debutta al Politeama Rossetti – primo spettacolo del cartellone “Prosa” – martedì 17 ottobre alle 20.30 e replica fino a domenica 22 ottobre. Le recite di mercoledì e domenica iniziano alle ore 16. Il prossimo appuntamento con la “Prosa” è il 7 novembre con Paola Cortellesi ne Gli ultimi saranno gli ultimi. Il prossimo spettacolo in programma sarà invece Alice. Una meraviglia di paese con Lella Costa, il 27 ottobre, per altripercorsi.

Acquisti di abbonamenti e di biglietti sono ancora possibili presso la Biglietteria del Politeama Rossetti (da lunedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19), il Ticket Point di Corso Italia (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19) e Agenzia Pansepol (via del Monte, 2) e presso le agenzie di Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani), San Vito al Tagliamento (Agenzia Medina Viaggi) e presso le Agenzie del circuito Charta presenti sul territorio nazionale (elenco sul sito del Teatro). Informazioni anche sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511.

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