• Crediti

    Di: Furio Bordon

    Regia: Giovanni Anfuso
    regista assistente Angelo D'Agosta

    Interpreti: Massimo Dapporto, Ariella Reggio, 
Francesco Foti, Debora Bernardi

    Scene: Alessandro Chiti
    
movimenti di scena Amalia Borsellino

    Costumi: Riccardo Cappello

    Musiche: Musiche originali di Paolo Daniele

    Luci: Gaetano La Mela

    Produzione: Teatro Stabile di Catania in coproduzione con Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

    Repliche: 6

PREZZO DEI BIGLIETTI

Platea A Interi € 25 | Ridotti € 22 | 2★

Platea B-C Interi € 16 | Ridotti € 14 | 1★

 

Prenotazioni stelle 22/1 h. 10.00

Vendita biglietti 24/1 h. 10.00

Martedì 26 Febbraio
20:30
Mercoledì 27 Febbraio
20:30
Giovedì 28 Febbraio
20:30
Venerdì 1 Marzo
20:30
Sabato 2 Marzo
20:30
Domenica 3 Marzo
16:00

Dopo aver ospitato più volte “Le ultime lune” e dopo la produzione de “La notte dell’angelo”, con cui Furio Bordon ha riflettuto sulle “età indifese” (la vecchiai, l’infanzia) e indagato attraverso il teatro nei rapporti familiari più privati, lo Stabile regionale coproduce ora con il Teatro di Catania un nuovo testo dello scrittore triestino: l’inedito “Un momento difficile”.

Bordon vi racconta, con “profonda leggerezza” e con tagliente ironia – per questo ancor più penetrante e dolorosa – i difficili istanti che precedono la morte della madre del protagonista. Protagonista che l’autore ha deciso di chiamare semplicemente TU, creando con lo spettatore un immediato avvicinamento.

Un tema profondamente toccante, di cui saranno portatori interpreti di spessore, capaci di condensare nella loro interpretazione ironia e commozione, rigore e abbandono, come richiede la Weltanschaung di questo autore, molto amato e rappresentato anche all’estero. Ariella Reggio, attrice d’intuito sottile e di rigorosa esperienza si impegnerà nel ruolo della madre, mentre Massimo Dapporto interpreterà lo struggimenti e le emozioni di TU: per il pubblico del Rossetti è il ritorno di due artisti molto amati, qui diretti da Giovanni Anfuso.
In quella che “forse” è una stanza «ci sei Tu, che sembri un bambino avvizzito, e sei accanto al letto di una vecchia signora... è tua madre, ma la chiameremo la vecchia signora, perché qua dentro c’è un’altra donna, che ti sta guardando, e anche lei è tua madre, è bella ed elegante. Accanto a lei c’è un uomo, è tuo padre, morto tanti anni fa, di infarto».
Come in un moderno “Canto di Natale”, ma senza né Natale né buone novelle, l’autore concede al protagonista, Tu, un’occasione, tramite questi spiriti del tempo. Ma questa occasione non servirà, a “Tu”, perché quando tutto è finito e giunge inesorabile l’abbraccio fra i nostri cari e sorella morte, rimane un senso di incompiuto, un bisogno di mettere a fuoco. Perché non ci si comprende mai abbastanza. E quando tutto finisce rimane solo un senso di vuoto per ciò che non si è detto, o non si è fatto. Chissà per quale strano meccanismo, si radica, in ogni uomo, la certezza che i genitori siano eterni; e non si è mai sufficientemente pronti e preparati alla loro partenza. Il momento difficile è l’ultimo istante insieme, è il momento del confronto con un vuoto che riempirà per sempre ogni giornata; perché c’è un momento in cui ogni figlio, figlio più non è. È quello, l’istante in cui inizia un lungo, interminabile, infinito “momento difficile”.

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