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Crediti
Testo e regia Stefano Ricci
assistente alla regia Liliana Laera
con Donatella Finocchiaro, Alberto Carbone, Giulia Eugeni, Alessandra Fazzino
operatore di camera Giulio Magazzù
movimenti Stellario Di Blasiscene Eleonora De Leo
costumi Gianluca Sbicca
musiche Andrea Cera
light designer Gianni Staropoli
produzione Teatro Biondo Palermo
Donatella Finocchiaro interpreterà Thérèse, la protagonista dell’omonima opera di Émile Zola. La magistrale regia di Stefano Ricci, drammaturgo e regista pluripremiato per il suo teatro di ricerca dal distintivo linguaggio contemporaneo, coglie pienamente l’indagine sulla fragilità umana trasferendola ai giorni nostri.
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PREZZO DEI BIGLIETTI
Premium Seat Interi € 34,00 | Ridotti € 29,00 | 3★
Poltronissima Interi € 33,00 | Ridotti € 28,00 2★
Platea GOLD Interi € 28,00 | Ridotti € 23,00 2★
Platea SILVER Interi € 25,00 | Ridotti € 21,00 2★
Platea SMART Interi € 22,00 | Ridotti € 18,00 1★
Palchi Platea Interi € 110,00 | Ridotti € 92,00 8★
Galleria GOLD Interi € 21,00 | Ridotti € 17,00 1★
Galleria SILVER Interi € 18,00 | Ridotti € 15,00 1★
Galleria SMART Interi € 15,00 | Ridotti € 13,00 1★
Economy 1 (visibilità ridotta) Interi € 11,00
Economy 2 (visibilità ridottissima) Interi € 9,00
Prenotazioni stelle/abbonamento libero 4/03 h. 10.00
Vendita biglietti/school card 6/03 h. 10.00
Confrontandosi con “Thérèse Raquin”, il celebre romanzo naturalista di Émile Zola, Stefano Ricci stringe saldamente la mano di Donatella Finocchiaro e la conduce in quella che è una rivoluzione copernicana conoscitiva, in un sistema orbitale antropologico che parte dalla figura di Thérèse e, attraverso il Tempo, fotografa le fragilità del nostro quotidiano.
La torbida storia di adulterio, delitto e rimorso, che Zola definiva un «grande studio psicologico e fisiologico», nel quale ha fatto «su due corpi vivi ciò che i chirurghi fanno su dei cadaveri», assume nello spettacolo di Ricci le caratteristiche di un’indagine dei nostri giorni, un vagabondaggio nell’acre coscienza di poter sopravvivere dopo la tragedia in un mondo privo di intelaiatura emotiva.
Ricci destruttura l’opera di Zola per raccontare il tempo che abitiamo oggi, a partire dal senso di colpa che condiziona i comportamenti dei personaggi come un’affezione, un’attitudine corporale e febbrile.
Il teatro fisico e catartico di Ricci diventa dunque lo spazio per l’elaborazione di un lutto, di un’assenza fisica e morale, la riscoperta dell’arte della responsabilità dopo che il sole si è fermato.