Votazioni aperte dal 1 Aprile
  • Crediti

    di e con Roberta Piazza e Andrea Rizzo
    sguardo critico Mauro Zocchetta

    coreografie e regia Luciano Padovani

    costumi Lucia Lapolla

    luci Thomas Heuger

    una produzione Compagnia Naturalis Labor
    co-produzione Festival AbanoDanza 2024
    con il sostegno di MIC/ Regione Veneto / Arco Danza / Comune di Vicenza

Spettacolo di teatro e danza che segna una tappa della ricerca coreografica di Luciano Padovani. Roberta Piazza e Andrea Rizzo rendono materico e gestuale il terrore e la tensione vissuta durante il rapimento di Aldo Moro.
 

PREZZO DEI BIGLIETTI

Posto unico Interi € 19 | Ridotti € 16 | 1★

Last minute € 15

 

Prenotazioni stelle/abbonamento libero 25/02 h. 10.00

Vendita biglietti/school card 27/02 h. 10.00

Martedì 1 Aprile
19:30
Mercoledì 2 Aprile
21:00

La bandiera con la stella a cinque punte e la scritta Brigate Rosse, simbolo dell’organizzazione terroristica paramilitare attiva negli Anni ’70, riporta automaticamente alle memoria uno dei periodi più bui della storia italiana e al fatto tragico e gravissimo del rapimento e dell’uccisione del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro. L’avvenimento viene portato sulla scena in “Stella”, la nuova creazione che segna un importante momento nella ricerca artistica del coreografo Luciano Padovani, presente sul palcoscenico nelle vesti dell’illustre prigioniero, che racconta la vicenda da un punto di vista del tutto inconsueto, grazie al linguaggio del teatro-danza. I due eccellenti protagonisti, Roberta Piazza e Andrea Rizzo, fanno rivivere agli spettatori con i loro corpi e le voci il clima storico di quell’epoca di grandi conflitti e battaglie ideologiche in uno spazio scenico molto suggestivo, un’interno suggerito da un’atmosfera calda fatta di illusioni e proiezioni, che rappresenta il covo dei brigatisti. Questa produzione di Naturalis Labor in collaborazione con Abanodanza Festival fa riemergere dalla memoria di chi già c’era, immagini e sentimenti collettivi e personali di quei giorni che appaiono ormai tanto lontani. Ma sono, allo stesso momento, un modo per raccontare, a chi invece non c’era ancora, un pezzo importante della storia del Paese, costellato da violenze ma anche da momenti di profonda umanità: gli “anni di piombo” vissuti nell’illusione di riuscire a cambiare il mondo ma con la tardiva consapevolezza che, alla fine, nulla è cambiato.

Congratulazioni

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