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Crediti
drammaturgia e ricerca Angela Pianca e Antonella Carlucci
regia Antonella Carlucci
coreografie e movimenti di scena Sarah Taylorin scena Gabriele Palmano, Marzia Ritossa, Pavel Berdon, Carmela Bevilacqua, Giuseppe Feminiano, Paola Di Florio, Franco Cedolin, Abril Pimentel, Giodano Vascotto
scenografia a cura di Luca Bencich
scenografia realizzata da Strambo - Collina coop.soc.musiche Mario Rui
canto a cura di Alice Gherzilproduzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Accademia della Follia
Dopo i sold-out dell’anno scorso, torneranno i matt-attori dell’Accademia della Follia dedicando a Franco Basaglia uno spettacolo che intreccia parole, musica e danza.
PREZZO DEI BIGLIETTI
Posto unico Interi € 19 | Ridotti € 16 | 1★
Last minute € 15
Prossimamente verranno comunicate le date di prevendita.
l centenario della nascita di Franco Basaglia che ricorreva nel 2024 ha assicurato ulteriore impulso alla creatività della compagnia de l’Accademia della Follia, di cui il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia è stato ed è partner storico e consolidato. Il gruppo ha raccolto negli ultimi mesi notevoli successi e realizzato lavori memorabili: ha compiuto un’importante esperienza internazionale in Colombia con il progetto “La libertà è terapeutica” e si è posto all’attenzione della stampa nazionale. Forti di questi risultati - e per dare una nuova opportunità al pubblico che lo scorso anno ha trovato una Sala Bartoli sempre esaurita a tutte le loro repliche - i matt-attori ritornano in scena con “Quelli di Basaglia… A 180°” che - come evidenzia la presentazione dello spettacolo «È il racconto di chi prende parte, di chi prende le parti, di chi tocca la terra, bagna le rose e cambia le cose» ed è dedicato a Franco Basaglia, di cui celebra la personalità e la coraggiosa e necessaria rivoluzione.
Lo spettacolo è quasi una sintesi del percorso che ha reso possibile l’impossibile: gli attori si muovono fra testi, articoli, interviste, poesie, testimonianze autentiche di Franco Basaglia, dei basagliani e dei matti. Nell’espressività totale, fisica, coinvolgente che connota il loro modello di teatro, intrecciano alle parole, musica e danza, reinventando anche sulle tavole del palcoscenico i modi per cui la follia non sia ridotta a malattia dalla violenza delle istituzioni, ma sia considerata semplicemente una maniera di stare nel mondo.