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Crediti
scritto da Alessandro Albertin
a cura di Michela Ottolini
con Alessandro Albertin
disegno luci di Emanuele Lepore
prodotto dal Teatro de Gli Incamminati e dal Teatro di Roma in collaborazione con Overlord Teatro e col patrocinio della Fondazione Giorgio Perlasca
«Nitida, lieve, sincera e semplice arriva l’immagine del Giusto tra le Nazioni Giorgio Perlasca. Il tempo passa in un soffio. Un attimo prima ti sei seduto tra il pubblico, un attimo dopo sei dentro la Storia. E quando lo spettacolo finisce, sei innamorato» commenta Laura Curino a proposito dello spettacolo “Perlasca. Il coraggio di dire no”. E va certo tenuto conto il parere di una delle migliori protagoniste di quel teatro di impegno e di narrazione, a cui, con una propria originalità anche questo spettacolo si può ricondurre. «Alessandro Albertin – continua l’attrice – interpreta tutti i personaggi della vicenda con grande chiarezza e intensità. È diretto molto lucidamente da Michela Ottolini e lo spettacolo non ha mai un momento di stanchezza o debolezza narrativa».
PREZZO DEI BIGLIETTI
Platea A Interi € 25 | Ridotti € 22 | 2★
Platea B-C Interi € 16 | Ridotti € 14 | 1★
Prenotazioni stelle 19/11 h. 10.00
Vendita biglietti 21/11 h. 10.00
“Perlasca. Il coraggio di dire no” ha già conquistato gli spettatori alla Sala Bartoli, ma l’accoglienza e la serie di “tutto esaurito” che sempre accolgono questa proposta, assieme all’importanza della testimonianza storica e al pregio della dimensione artistica dello spettacolo inducono lo Stabile regionale a riproporlo in questa stagione.
Al centro della scena c’è un attore solo – Alessandro Albertin – impeccabile nella sua versatilità, intensità interpretativa, nella capacità proteiforme di passare da un ruolo all’altro in pochi istanti, mutando voce, accento, mimica, con una coerenza e limpidezza da ammirare. E al centro del plot c’è lo “Schindler italiano”, Giorgio Perlasca, la cui storia va conosciuta per onorare la sua figura, il suo coraggio, la sua incredibile umiltà e per far sì che il suo esempio continui a donare un monito fondamentale per il presente ed il futuro.
La seconda guerra mondiale è nel il suo periodo più crudele, è il 1944 a Budapest: le SS cercano Giorgio Perlasca, commerciante italiano di carni, colpevole di tradimento per non aver aderito alla Repubblica di Salò. Fortunatamente, Perlasca possiede una lettera di Francisco Franco che lo invita, in caso di bisogno, a presentarsi presso una qualunque ambasciata spagnola: lui lo fa, diventa Jorge Perlasca e invece di pensare a sé si mette al servizio dell’ambasciatore per salvare dalla deportazione quanti più ebrei possibile. Quando l’ambasciatore è costretto a lasciare l’Ungheria, ne assume il ruolo e in 45 giorni, in una folle, disperata corsa contro il tempo, evita la morte a 5.200 persone. Alla fine del conflitto non fa parola del proprio eroismo: diviene noto appena 1988, perché due ebrei ungheresi che gli devono la vita lo trovano e raccontano la sua storia.