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  • Crediti

    di Luigi Lunari

    regia e scene di Alfio Scuderi

    con Paolo Briguglia, Silvia Ajelli

    scultura di Marcello Chiarenza
    aiuto regista Valentina Enea

    produzione Teatro Biondo di Palermo

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PREZZO DEI BIGLIETTI

Posto unico Interi € 19 | Ridotti € 16 | 1★

Last minute € 15

 

Prenotazioni abbonati altri-percorsi 24/1 h. 10.00

Prenotazioni stelle 28/1 h. 10.00

Vendita biglietti 30/1 h. 10.00

Martedì 26 Maggio
19:30
Mercoledì 27 Maggio
21:00
Giovedì 28 Maggio
21:00
Venerdì 29 Maggio
19:30
Sabato 30 Maggio
21:00
Domenica 31 Maggio
17:00

È una sorta di sala d’attesa verso l’aldilà, o un luogo dell’anima non ben precisato, a fare da sfondo a quest’insolita pièce che Luigi Lunari ha scritto alla fine degli anni Novanta. Vi si immagina il dialogo fra due giovani che, prima di approdare a una meritata pace eterna, devono liberarsi dai ricordi più drammatici della loro vita terrena appena conclusa. Un dialogo serrato e profondo, certo, ma anche ricco di ironia e leggerezza, che ha fatto di questa commedia un successo internazionale: è stata infatti allestita, oltre che in Italia, in Svizzera, in Giappone, a New York e tradotta anche in francese, tedesco, russo, olandese, bulgaro, turco...

A interpretare i protagonisti in questo nuovo allestimento, il regista Alfio Scuderi ha chiamato due attori di notevole forza espressiva, Silvia Ajelli – che forte della sua salda esperienza teatrale sarà una interessante Rosemary – e Paolo Briguglia di cui il pubblico, dopo averlo molto apprezzato sul grande e piccolo schermo (in film diretti da Marco Bellocchio, Pupi Avati, Sergio Rubini e in fiction popolari come “Tutto può succedere” o “Non mentire”) scoprirà l’intensità e il talento “dal vivo”, nel ruolo di Aldo. Rosemary e Aldo provengono dai poli opposti della nostra società: sono figli di due importanti uomini politici, storicamenteesistiti, e di contrapposte posizioni ideologiche. Lei è figlia di unuomo potentissimo, un vero e proprio protagonista del mondo del potere e del danaro; il padre di lui invece è stato un povero rivoluzionario, per lungo tempo esule dalla sua patria, che ha lottato per sconfiggere quel mondo ed imporre una nuova eguaglianza tra gli uomini. Per paternità, si tratta dunque di “una capitalista” e “un comunista”. Ma entrambi i giovani hanno pagato un durissimo prezzo alla personalità e alle ambizioni – pur così diverse – dei rispettivi padri, dai quali sono rimasti irrimediabilmente schiacciati.

Politica, futuro, impegno, contrasti generazionali e aspettative realizzate o deluse... Luigi Lunari intreccia tematiche essenziali ed esistenziali in questo stimolante testo, che arriva alla Sala Bartoli a pochi mesi dalla sua scomparsa. “Nel nome del padre” è dunque anche un modo per fare omaggio alla sapienza teatrale, all’eleganza di un autore che ha attraversato da protagonista una tranche rilevante della storia del teatro italiano, collaborando con Paolo Grassi e Giorgio Strehler (fu il suo Dramaturg), e donando un proprio prezioso, eclettico contributo attraverso l’insegnamento universitario e la creazione di critiche, saggi, testi, commedie.

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