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Crediti
Di: Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière
Traduzione: Versione italiana di Fausto Paravidino
Regia: Antonio Zavatteri
Interpreti: Alessia Giuliani, Alberto Giusta, Davide Lorino, Aldo Ottobrino, Gisella Szaniszlò
Scene: Laura Benzi
Costumi: Laura Benzi
Luci: Sandro Sussi
Produzione: Teatro Stabile di Verona
Repliche: 5
PREZZO DEI BIGLIETTI
Platea A Interi € 25 | Ridotti € 22 | 2★
Platea B-C Interi € 16 | Ridotti € 14 | 1★
Prenotazioni stelle 12/2 h. 10.00
Vendita biglietti 14/2 h. 10.00
«La nuova messinscena di “Le prénom” – assicura la recensione de La Repubblica – mantiene inalterati musicalità e ritmo della versione francese, anche grazie alla capace disinvoltura dell’intero cast. Una commedia divertente, che mette a proprio agio lo spettatore grazie a un susseguirsi continuo di situazioni che poggiano su un dialogare intelligente e arguto. Pubblico travolto da fragorose risate».
Autori di questa piacevolissima commedia sono due scrittori e registi francesi – Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière – entrambi del 1971 ed entrambi dotati della capacità di “raccontarsi” e di raccontare il loro tempo con leggerezza, senza lesinare battute graffianti e giudizi oggettivi. Dunque si ride, ma anche “ci si guarda” attraverso la lente del teatro e magari ci si riconosce un po’, nel bene e nel male. Il testo nel 2015 ha già dato origine a un film firmato da Francesca Archibugi, “Il nome del figlio”, ed arriva sulle tavole del palcoscenico nella versione italiana di un drammaturgo incisivo (e molto amato dal pubblico dello Stabile) come Fausto Paravidino, e con un cast affiatato diretto da Antonio Zavatteri.
Al centro della trama sono alcuni quarantenni di oggi, tutti appartenenti alla media borghesia, che si incontrano per una cena fra amici. I padroni di casa sono due professori – lei di liceo, lui universitario – chiaramente di sinistra; al convivio sono invitati anche il fratello di lei (agente immobiliare) e la sua compagna, che arriva in ritardo per badare a dei clienti giapponesi. Completa il gruppo un amico single, musicista in un’orchestra sinfonica, che tutti sospettano omosessuale. La serata procede fra battute comiche, ricordi, provocazioni e verità che tratteggiano il profilo di una intera generazione. Tutto procede bene, finché il fratello della padrona di casa annuncia la sua imminente paternità: alle felicitazioni di rito segue però un inatteso colpo di scena, la rivelazione del nome scelto per il piccolo. Si tratta di un nome che riporta a imbarazzanti memorie storiche, e compreso che non si tratta di uno scherzo, il confronto fra gli amici si fa duro, investendo valori e scelte personali. Perché quella dei quarantenni, appare come una generazione allo sbando, che se da un lato vive di grandi sentimenti, dall’altro possiede notevoli meschinità: ognuno degli amici ha dunque qualcosa da nascondere e qualcosa da rinfacciare.
Un ritratto ironico e reale, fatto di chiaroscuri e in linea con la sapiente e vivissima tradizione della scrittura comica francese.
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