• Crediti

    di e con Mauro Covacich

    a cura di Massimo Navone

    produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

Dopo la lezione monologo dedicata a Svevo, Mauro Covacich affronta un altro corpo a corpo con un gigante della letteratura triestina, James Joyce, la cui opera mondo, “Ulisse”, festeggia nel 2022 i cento anni della sua prima edizione integrale.

Inserito fra gli eventi del Bloomsday 2022 il “Joyce” di Mauro Covacich ha debuttato a Trieste con grande successo, fra sold out e una preziosa anteprima in diretta su Radio Uno.

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PREZZO DEI BIGLIETTI

Posto unico Interi € 19 | Ridotti € 16 | 1★
Last minute € 15

 

Prenotazioni stelle 04/10 h. 10.00

Vendita biglietti 06/10 h. 10.00

Venerdì 4 Novembre
19:30
Turno PLATINUM 1
Aggiungi al calendario
Sabato 5 Novembre
21:00
Turno PLATINUM 2
Aggiungi al calendario
Domenica 6 Novembre
17:00
Martedì 8 Novembre
19:30
Mercoledì 9 Novembre
21:00
Giovedì 10 Novembre
21:00

Lo spettacolo ritorna ora alla Sala Bartoli a fornire una chiave per conoscere il grande scrittore che visse nella nostra città una significativa parte della propria parabola artistica ed esistenziale.

«Ancorché irlandese, o forse proprio per questo - spiega Mauro Covacich -  Joyce ha trovato nei suoi lunghi anni a Trieste la condizione di isolamento linguistico che gli ha permesso di scavare nei giacimenti più profondi dell’inglese, quasi fosse una lingua morta, accedendo a un livello di verità e purezza che l’uso comune delle parole, sia nella comunicazione che nella narrativa, gli avrebbe difficilmente consentito. Partendo da un approccio autobiografico, Covacich metterà in luce i tratti umani ed artistici di quello che può essere considerato il primo scrittore performer, un uomo che ha subito quindici operazioni agli occhi e ha dato vita a una nuova forma di visibilità, un uomo ritenuto troppo cerebrale e che non ha mai smesso di parlare del corpo, un autore accusato di essere elitario e che si è sempre pensato come un operaio della scrittura, il genio che, meglio di ogni altro, ha mostrato come gli uomini siano un’invenzione del linguaggio».

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