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Crediti
testo e regia di Andrea Ortis
con Andrea Ortis
e con Michele Renzullo, Selene Demaria, Elisa Dal Corso, Mariacarmen Iafigliola, Jacopo Siccardiscene Gabriele Moreschi
suono Francesca Iannotta
arrangiamento musicale Francesco Cipullo
con il coro "La Voce della Valle"luci Virginio Levrio
video Mariano Soriaco-produzione Mic International Company e Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
«Dissesto idrogeologico, domanda di energia e abusi edilizi sono temi della contemporaneità, intrecciati ad un passato dalle cui dinamiche, che continuano a scuoterci riproponendosi nel presente, non possiamo distogliere lo sguardo» scrive Andrea Ortis autore e regista di “Il Vajont di tutti”, e prosegue «Ognuno ha il “suo” dolore ecco perché la storia del Vajont è la storia di tutti, un monito attualissimo che parla alle nostre coscienze, richiamandoci al ruolo di ospiti in questo pianeta, non di padroni». Ecco riassunto in poche righe il senso profondo dello spettacolo e le ragioni per cui essere in platea. “Il Vajont di tutti”, parte dai nostri giorni: il narratore (Andrea Ortis) con il supporto di proiezioni documentali, filmati, immagini storiche e musiche, presenta la vicenda del Vajont - avvenuta il 9 ottobre 1963, poco lontano da qui - e segue un percorso a ritroso nel tempo, dettagliando i retro- scena del disastro e le cause che lo determinarono.
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PREZZO DEI BIGLIETTI
Platea A-B Interi € 27 | Ridotti € 24 | 2★
Platea C Interi € 23 | Ridotti € 19 | 1★
Gallerie Interi € 18 | Ridotti € 16 | 1★
Prenotazioni stelle 12/09 h. 10.00
Vendita biglietti 14/09 h. 10.00
A questa linea s’intreccia la presenza in scena di due personaggi del passato: l’ingegnere Carlo Semenza, responsabile della S.A.D.E. e progettista della diga del Vajont e Tina Merlin, unica giornalista che all’epoca si batté per i diritti delle popolazioni montane interessate. Si rende così presente da diversi punti di vista un evento di trent’anni fa: ma giungeranno alla mente degli spettatori gli echi di Sarno, della Val di Stava, di Rigopiano e Genova, fino ai disastri recentissimi dell’Emilia Romagna, tutti uniti dal comune denominatore dell’ottusità e dell’ingordigia dell’uomo nel rapporto con l’ambiente.