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Crediti
Di: di Michail Bulgakov
Drammaturgia: Letizia RussoRegia: Andrea Baracco
Interpreti: Michele Riondino, nel ruolo di Woland, e Francesco Bonomo (Maestro/Ponzio Pilato), Federica Rosellini (Margherita) e con (in o.a.) Giordano Agrusta, Carolina Balucani, Caterina Fiocchetti, Michele Nani, Alessandro Pezzali, Francesco Bolo Rossini, Diego Sepe, Oskar Winiarski
Scene: Marta Crisolini Malatesta
Costumi: Marta Crisolini Malatesta
Musiche: Musiche originali di Giacomo Vezzani
Luci: Simone De Angelis
Produzione: Teatro Stabile dell’Umbria con il contributo speciale della Brunello Cucinelli Spa in occasione dei 40 anni di attività dell’impresa
Repliche: 5
PREZZO DEI BIGLIETTI
Platea A Interi € 25 | Ridotti € 22 | 2★
Platea B-C Interi € 16 | Ridotti € 14 | 1★
Prenotazioni stelle 6/11 h. 10.00
Vendita biglietti 8/11 h. 10.00
È uno dei capolavori della letteratura russa del Novecento, “Il Maestro e Margherita” romanzo che Michail Bulgakov rielaborò più volte fra il 1928 e il 1940 e che venne pubblicato ormai postumo a metà anni Sessanta, regalando all’autore – noto fino ad allora soprattutto per “I racconti di un giovane medico” e “La guardia bianca” – la fama internazionale e i più alti riconoscimenti critici. Nell’opera si intrecciano diverse, stimolanti linee di racconto, che ritornano efficacemente nella riduzione drammaturgica concepita da Letizia Russo per il Teatro Stabile dell’Umbria, che ne produce una interessante edizione teatrale.
La regia è affidata a uno degli artisti emergenti delle ultime stagioni, Andrea Baracco, che restituisce le perturbanti e magiche pagine di Bulgakov attraverso il lavoro realizzato con un eterogeneo gruppo di attori, di cui fanno parte, fra gli altri, la brava Federica Rosellini (che in più occasioni ha lavorato con lo Stabile regionale, ad esempio in “Hedda Gabler” al fianco di Manuela Mandracchia) e Michele Riondino (in cui gli spettatori riconosceranno il protagonista della fiction “Il giovane Montalbano” e di diversi film), che qui affronta il misterioso e significativo ruolo di Woland.
Uno dei fili narrativi dello spettacolo immagina infatti che il Diavolo (assumendo le sembianze di Woland, un professore straniero) irrompa a Mosca con una schiera di aiutanti e crei grande scompiglio nella società. A questa linea si interseca il racconto dell’amore fra il Maestro – uno scrittore vittima di persecuzione politica nella Russia degli anni Trenta – e Margherita («una delle più strazianti e straordinarie storie d’amore della letteratura» la definisce Andrea Baracco). A tutto ciò si alternano ancora gli episodi della complessa vicenda umana di Ponzio Pilato, che in qualità di governatore della Palestina si trova costretto a prendere in mano la sorte di un innocente, anch’esso perseguitato.
«Il Maestro e Margherita – commenta il regista – è un romanzo pieno di colori potenti e assoluti, tutti febbrilmente accesi, quasi allucinanti. Si passa in un attimo dal registro comico alla tirata tragica, dal varietà più spinto all’ interrogarsi su quale sia la natura dell’uomo e dell’amore. Basso e alto convivono costantemente creando un gioco quasi funambolico, pirotecnico, in cui ci si muove sempre sulla soglia dell’impossibile, del grottesco, della miseria e del sublime. A volte si ride, a volte si piange, spesso si ride e piange nello stesso momento. Insomma, in questo romanzo, si vive, sempre».
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