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Crediti
Di: testi ispirati dalle opere di Publio Virgilio Marone, Hermann Broch, Emmanuel Carrère, Danilo Kiš, Alessandro Barchiesi, Alessandro Fo, Joyce Carol Oates
Drammaturgia: Simone Derai e Patrizia VercesiRegia: Simone Derai
Interpreti: Marco Menegoni, Gayanée Movsisyan, Massimiliano Briarava, Moreno Callegari, Brigita Marko, Mateja Gorjup, Paola Dallan/Aglaia Zannetti, Monica Tonietto, Artemio Tosello, Emanuela Guizzon
e con la partecipazione straordinaria di Marco CavalcoliDi: Anagoor 2014
in coproduzione con Festival delle Colline Torinesi, Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto, University of Zagreb- Student Centre in Zagreb-Culture of Change Anagoor è parte di Fies Factory e APAP-Performing EuropeRepliche: 1
Con “Socrate il sopravvissuto”, la compagnia Anagoor – fra le vette del nuovo teatro italiano – ha proposto lo scorso anno, per la prima volta allo Stabile regionale il proprio linguaggio colto e carico di suggestioni. L’esito è stato tale che nel nuovo cartellone il gruppo trevigiano, fondato nel 2000 da Simone Derai e Paolo Dallan, è presente con un nuovo lavoro “Virgilio Brucia”. Lo spettacolo inizia dalla morte del poeta e dall’inquietante interrogativo – a cui ogni spettatore dovrà trovare una propria risposta – sul perché avesse espresso la volontà di bruciare i rotoli dell’“Eneide” cui aveva lavorato per oltre dieci anni.
PREZZO DEI BIGLIETTI
Speciale PROMO BLAK FRIDAY: PLATEA A-B-C € 15
Platea A-B Interi € 25 | Ridotti € 22 | 2★
Platea C Interi € 19 | Ridotti € 16 | 1★
I galleria Interi € 12 | 1★
Prenotazioni stelle 7/11
Vendita biglietti 9/11
Con “Socrate il sopravvissuto”, la compagnia Anagoor – fra le vette del nuovo teatro italiano – ha proposto lo scorso anno, per la prima volta allo Stabile regionale il proprio linguaggio colto e carico di suggestioni. L’esito è stato tale che nel nuovo cartellone il gruppo trevigiano, fondato nel 2000 da Simone Derai e Paolo Dallan, è presente con un nuovo lavoro “Virgilio Brucia”. Lo spettacolo inizia dalla morte del poeta e dall’inquietante interrogativo – a cui ogni spettatore dovrà trovare una propria risposta – sul perché avesse espresso la volontà di bruciare i rotoli dell’“Eneide” cui aveva lavorato per oltre dieci anni
La riflessione di Anagoor si sviluppa poi per capitoli e sfiora il sospetto di connivenza fra Virgilio e la politica di potere di Augusto, ma tiene anche conto di un nuovo aspetto di Virgilio, più ravvisabile alla luce della sensibilità contemporanea, dei cambiamenti geopolitici e culturali che stiamo subendo.
Dopo una intensa preparazione che percorre i capisaldi dell’opera e del pensiero di Virgilio – attraverso eccellenti prove d’attore, sorprendenti intuizioni di regia e la stimolante e raffinata com- mistione di codici che appartiene a questi artisti – ecco allora il cuore della pièce.
Si rivive la notte del 22 a.C. in cui l’Imperatore volle che Virgilio leggesse il II libro dell’“Eneide”.
Li ascolta anche la platea, interpretati in latino secondo la pronuncia e la metrica classiche (con sopratitoli) da uno straordinario Marco Menegoni.
IL TRAILER DELLO SPETTACOLO
E come dev’essere accaduto in quel tempo lontano, ecco che si coglie come il progetto di Virgilio non sembri più quello di glori- ficare la nascita di un nuovo Impero. Il racconto della violenza su un regno antico, dello sterminio di un popolo, della fuga di Enea con il padre Anchise sulle spalle... Virgilio diviene voce dei vinti, in quel libro, non “poeta di corte”.
La compagnia diretta da Simone Derai affronta quindi i complessi temi di poesia e potere, bellezza e violenza, memoria e consenso in una prospettiva spiazzante e secondo la propria singolare poetica, che sperimenta la possibilità di fermare brani di una civiltà che si trasforma, per innestarli in una nuova visione. «Il teatro di Anagoor – spiegano gli artisti – risponde ad un’estetica iconica che precipita in diversi formati finali dove le performing arts e la scena ipermediale entrano in dialogo; penetra nei territori di altre discipline artistiche e pretende, tuttavia, con forza, in virtù della natura di quest’arte, di rimanere teatro».
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