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Crediti
di Giuseppe Manfridi e Guido Chiarotti
regia di Pietro Maccarinelli
con Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Francesco Migliaccio
scene e costumi di Andrea Stanisci
musiche di Antonio di Pofi
luci di Alessandro Macorigh
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
«Reduci dall’inaugurazione di una libreria, il Professore (non è detto chiaramente di che: forse di Fisica, forse di Economia) e il più giovane Dario, si sono trovati coinvolti in un pranzo in un ristorante. I due non si conoscono e si attardano a fumare una sigaretta dopo che gli altri commensali hanno lasciato la compagnia. Non hanno ancora scambiato una parola, ma Dario ha notato che durante il pranzo il Professore ha catalizzato su di sé l’attenzione dei presenti discutendo di complessità, crisi finanziaria e crisi economica. Così Dario inizia a porre domande, con l’aria di chi vuole comprendere senza troppo scoprire le proprie carte. Un cellulare, nascosto sotto un tovagliolo, squilla più volte. È di Lisa, una giovane amica del Professore, che tornerà per recuperarlo.
Lisa è in realtà Annalisa, Anna per Dario. Elementi del suo passato la legano ai due uomini, che si trovano ora coinvolti a discutere con lei di cosa significhi la complessità della vita e delle relazioni, al di là della finanza, e di come il concetto di complessità possa essere scientificamente compreso, pur se non dominato. La materia si fa spesso ostica, quasi criptica, in ragione di un codice linguistico di cui il Professore e Annalisa conoscono le chiavi di accesso: assai meno Dario, nonostante, dei tre, sia proprio lui quello più concretamente avvinto da un dibattito in cui sembra giocarsi molto. Lo sviluppo della vicenda ci spiegherà il perché. Darwin e Keynes si rivelano essere i numi tutelari di questo suggestivo simposio positivista che si sviluppa in equilibrio tra un ésprit de geometrie dai rigori quasi trascendentali, e lo scompiglio prodotto dagli elementi erotici messi in circolo dall’arrivo della donna. Quasi che la materia del contendere (all’apparenza arida, come la matematica, ma, come la matematica, provvista di fascini estremi) prenda corpo vivo nel sangue e nei nervi dei personaggi che se ne fanno portatori. Una commedia, dunque, sulla complessità e sulla difficoltà di descrivere le interazioni in un mondo complesso. Intrisa di citazioni, ma anche divertente e dagli inattesi colpi di scena. Una riflessione scanzonata sui nostri limiti, le nostre paure e le nostre aspettative».
Così gli autori presentano questo testo inedito, che lo Stabile ha commissionato nell’intento di parlare - attraverso il palcoscenico - di economia, complessità, relazioni: Guido Chiarotti è un fisico e un imprenditore. Da fisico ha studiato il comportamento della materia che ci circonda. Da imprenditore ha fondato e diretto per oltre dieci anni una azienda ICT. Tra conoscenza e sapere, sceglie la prima. Oggi studia i mercati dei beni alimentari e si occupa di editoria. Giuseppe Manfridi – per chi ama il teatro – non necessita di presentazioni: scrittore e autore teatrale romano è rappresentato con successo sia in Italia che all’estero. Assieme hanno costruito questa godibile e avvincente commedia, interpretata da una parte degli attori del Teatro Stabile, diretti da Piero Maccarinelli.
IL PROMO DELLO SPETTACOLO