OTTAVIA PICCOLO E SILVANO PICCARDI INTERPRETANO UNA COINVOLGENTE PIÈCE DI STEFANO MASSINI
- 7 Dicembre 2015
- Generale
Una delle attrici più amate dal pubblico, l’autore italiano vivente più rappresentato in Europa: Ottavia Piccolo e Stefano Massini sono i preziosi nomi all’insegna dei quali si rinnova anche quest’anno la sinergia fra il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e il Teatro Miela/ Bonawentura.
Enigma - niente significa mai una cosa sola, affascinante lavoro di Massini interpretato da Ottavia Piccolo e Silvano Piccardi che ne è anche l’applaudito regista è il primo titolo del cartellone altripercorsi dello Stabile che va in scena al Teatro Miela, da giovedì 10 a sabato 12 dicembre.
È il 2009, una sera di temporali a Berlino e i destini di due estranei, per un malaugurato incidente, s’incrociano: la bicicletta di lei viene travolta dall’automobile di lui che la soccorre. Si rifugiano nell’appartamento di lui, Jakob Hilder, schivo professore. Un luogo grigio e trasandato come un ufficio, dove però lei, Ingrid, ormai fradicia, potrà a riprendersi da quel fastidioso imprevisto.
È insolito per Jakob ricevere qualcuno, il dialogo fra i due è trattenuto da imbarazzi e diffidenze: ma presto invece si trasforma in una tesa partita a due. Il professore ama gli enigmi, ed Ingrid sarà l’enigma più appassionante: semplicissimo da decifrare alla prima apparenza, si complica imprevedibilmente sotto i suoi occhi, fino a risolversi in un’inattesa rivelazione finale.
Il pubblico - scena dopo scena - è attanagliato dalla suspance, partecipa al gioco di quei due personaggi le cui esistenze dal profilo prima anonimo, si scoprono lentamente annodate in un groviglio inestricabile che – enigmaticamente – li obbliga al confronto.
Si muovono infatti, dietro al loro incontro, le ombre di un passato irrisolto. È un passato che sta ancora “dietro l’angolo” quello che incombe su di loro, rimasto sepolto sotto le macerie del Muro di Berlino e ancora bruciante, vent’anni dopo.
L’Europa, il mondo intero assistettero – il 9 novembre 1989 – a quell’evento con il fiato sospeso e gli occhi increduli, e assieme ai berlinesi dell’est e dell’ovest che si abbracciavano finalmente sotto lo sguardo sperduto dei militari, colsero la gioia di quell’avvenimento storico, guardando al futuro. Ma l’unificazione della Germania non ha cancellato le tracce dell’oppressione assurda subita dai tedeschi della DDR.
In Enigma – scritto da Stefano Massini nel 2009 – ci si interroga proprio su questo: sulle ferite cicatrizzate, rimarginate o aperte che risalgono a quella pagina di storia del Novecento, su quello che è stato il suo senso profondo.
L’eccellente autore, scrive seguendo un meccanismo straordinario sedici segmenti, in ognuno dei quali - si è avvisati all’inizio - l’uno o l’altro dei protagonisti certamente mentirà: scandite dai colpi di una macchina per scrivere le diverse scene si succedono con precisione da orologiaio e scavano, fra l’altro, nella grande domanda sul rapporto che lega l’individuo alla società, questione tanto più drastica all’indomani di un regime che si vantava del più perfetto controllo dei singoli (nel Terzo Reich di Adolf Hitler c’era un agente della Gestapo ogni 2000 cittadini, nell’Unione Sovietica di Stalin un agente del KGB ogni 6000 persone, nella Germania dell’Est si arrivava a un informatore ogni 6 cittadini).
«Stefano Massini (oggi alla guida del Piccolo Teatro di Milano, dopo la scomparsa di Luca Ronconi che ha messo in scena il suo pluripremiato Lehman Trilogy – ha scritto Tommaso Chimenti, giornalista de “Il corriere di Firenze” e poi de “Il Fatto Quotidiano” – è sostanza e carne e non si ferma davanti al presente, non lascia scorrere nel silenzio le tragedie e le vicende drammatiche che affiorano da ogni angolo. (…) Perché siamo tutti assassini e boia se chiudiamo gli occhi davanti alla brutalità che l'uomo perpetra sull'uomo, del pesce grande che mangia pesce piccolo, di fronte alla legge della giungla».
Lo spettatore ricompone i pezzi di questo grande puzzle drammaturgico, aiutato dall’interpretazione ineccepibile di Ottavia Piccolo – una delle interpreti più attese dal pubblico dello Stabile, rigorosa ed emozionante, che con Stefano Massini ha un proficuo rapporto artistico (è stata applaudita in Processo a Dio e lo scorso anno in Sette minuti di questo autore) – e dal ritratto che Silvano Piccardi crea del Professore, firmando contemporaneamente una regia attenta e coinvolgente.
Produzione di Arca Azzurra Teatro e Ottavia Piccolo Enigma - niente significa mai una cosa sola si avvale anche delle scene di Pierluigi Piantanida, delle luci di Marco Messeri e delle musiche originali Mario Arcari.
I biglietti ancora disponibili si possono acquistare presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, ed i consueti circuiti e accedendo attraverso il sito www.ilrossetti.it all’acquisto on line. La biglietteria del Teatro Miela è a disposizione del pubblico a partire da un’ora prima dello spettacolo.
Lo spettacolo ha inizio ogni sera alle ore 21. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.
L’ufficio stampa
Enigma - niente significa mai una cosa sola, affascinante lavoro di Massini interpretato da Ottavia Piccolo e Silvano Piccardi che ne è anche l’applaudito regista è il primo titolo del cartellone altripercorsi dello Stabile che va in scena al Teatro Miela, da giovedì 10 a sabato 12 dicembre.
È il 2009, una sera di temporali a Berlino e i destini di due estranei, per un malaugurato incidente, s’incrociano: la bicicletta di lei viene travolta dall’automobile di lui che la soccorre. Si rifugiano nell’appartamento di lui, Jakob Hilder, schivo professore. Un luogo grigio e trasandato come un ufficio, dove però lei, Ingrid, ormai fradicia, potrà a riprendersi da quel fastidioso imprevisto.
È insolito per Jakob ricevere qualcuno, il dialogo fra i due è trattenuto da imbarazzi e diffidenze: ma presto invece si trasforma in una tesa partita a due. Il professore ama gli enigmi, ed Ingrid sarà l’enigma più appassionante: semplicissimo da decifrare alla prima apparenza, si complica imprevedibilmente sotto i suoi occhi, fino a risolversi in un’inattesa rivelazione finale.
Il pubblico - scena dopo scena - è attanagliato dalla suspance, partecipa al gioco di quei due personaggi le cui esistenze dal profilo prima anonimo, si scoprono lentamente annodate in un groviglio inestricabile che – enigmaticamente – li obbliga al confronto.
Si muovono infatti, dietro al loro incontro, le ombre di un passato irrisolto. È un passato che sta ancora “dietro l’angolo” quello che incombe su di loro, rimasto sepolto sotto le macerie del Muro di Berlino e ancora bruciante, vent’anni dopo.
L’Europa, il mondo intero assistettero – il 9 novembre 1989 – a quell’evento con il fiato sospeso e gli occhi increduli, e assieme ai berlinesi dell’est e dell’ovest che si abbracciavano finalmente sotto lo sguardo sperduto dei militari, colsero la gioia di quell’avvenimento storico, guardando al futuro. Ma l’unificazione della Germania non ha cancellato le tracce dell’oppressione assurda subita dai tedeschi della DDR.
In Enigma – scritto da Stefano Massini nel 2009 – ci si interroga proprio su questo: sulle ferite cicatrizzate, rimarginate o aperte che risalgono a quella pagina di storia del Novecento, su quello che è stato il suo senso profondo.
L’eccellente autore, scrive seguendo un meccanismo straordinario sedici segmenti, in ognuno dei quali - si è avvisati all’inizio - l’uno o l’altro dei protagonisti certamente mentirà: scandite dai colpi di una macchina per scrivere le diverse scene si succedono con precisione da orologiaio e scavano, fra l’altro, nella grande domanda sul rapporto che lega l’individuo alla società, questione tanto più drastica all’indomani di un regime che si vantava del più perfetto controllo dei singoli (nel Terzo Reich di Adolf Hitler c’era un agente della Gestapo ogni 2000 cittadini, nell’Unione Sovietica di Stalin un agente del KGB ogni 6000 persone, nella Germania dell’Est si arrivava a un informatore ogni 6 cittadini).
«Stefano Massini (oggi alla guida del Piccolo Teatro di Milano, dopo la scomparsa di Luca Ronconi che ha messo in scena il suo pluripremiato Lehman Trilogy – ha scritto Tommaso Chimenti, giornalista de “Il corriere di Firenze” e poi de “Il Fatto Quotidiano” – è sostanza e carne e non si ferma davanti al presente, non lascia scorrere nel silenzio le tragedie e le vicende drammatiche che affiorano da ogni angolo. (…) Perché siamo tutti assassini e boia se chiudiamo gli occhi davanti alla brutalità che l'uomo perpetra sull'uomo, del pesce grande che mangia pesce piccolo, di fronte alla legge della giungla».
Lo spettatore ricompone i pezzi di questo grande puzzle drammaturgico, aiutato dall’interpretazione ineccepibile di Ottavia Piccolo – una delle interpreti più attese dal pubblico dello Stabile, rigorosa ed emozionante, che con Stefano Massini ha un proficuo rapporto artistico (è stata applaudita in Processo a Dio e lo scorso anno in Sette minuti di questo autore) – e dal ritratto che Silvano Piccardi crea del Professore, firmando contemporaneamente una regia attenta e coinvolgente.
Produzione di Arca Azzurra Teatro e Ottavia Piccolo Enigma - niente significa mai una cosa sola si avvale anche delle scene di Pierluigi Piantanida, delle luci di Marco Messeri e delle musiche originali Mario Arcari.
I biglietti ancora disponibili si possono acquistare presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, ed i consueti circuiti e accedendo attraverso il sito www.ilrossetti.it all’acquisto on line. La biglietteria del Teatro Miela è a disposizione del pubblico a partire da un’ora prima dello spettacolo.
Lo spettacolo ha inizio ogni sera alle ore 21. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.
L’ufficio stampa