"LEI DUNQUE CAPIRA'", NUOVO TESTO DI CALUDIO MAGRIS DEBUTTA NELLA SALA BARTOLI CON PROTAGONISTA DANIELA GIOVANETTI
- 10 Novembre 2006
- Generale
È una prima assoluta quella di Lei dunque capirà – il nuovo monologo di Claudio Magris
– in scena il 10 novembre (con repliche fino al 3 dicembre) alla Sala
Bartoli del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia. Nuova produzione
dello Stabile regionale, Lei dunque capirà è stato affidato dallo stesso autore all’Ente e – per quanto attiene alla regia – ad Antonio Calenda, assicurando così un seguito al significativo e prezioso rapporto di reciprocità iniziato nel 2003 con la messinscena de La Mostra:
un rapporto – quello con il grande germanista, intellettuale, scrittore
triestino – che lo Stabile sente di assoluto rilievo nella propria
attività.
Daniela Giovanetti – attrice di riferimento dello Stabile, già ammirata in ruoli impegnativi quali Elettra nelle Coefore, la Corifea nelle Eumenidi, Cordelia nel Re Lear diretta da Calenda, Anita nel Pallido oggetto del desiderio diretta da Arias – interpreterà il ruolo della protagonista, una figura femminile di grande complessità e di straordinaria bellezza.
Lo spettacolo è stato presentato in conferenza stampa al Politeama Rossetti mercoledì 8 novembre 2006, alla presenza dell’autore, del regista e della protagonista.
Rispetto al resto dell’opera di saggista, narratore, drammaturgo di Claudio Magris, Lei dunque capirà – che nelle librerie è stato accolto molto calorosamente – è sorprendente, nuovo: topoi della sua scrittura come il tema del disincanto, i richiami alla cultura mitteleuropea (evocata qui da suggestive atmosfere kafkiane) permangono e percorrono un testo che si incentra però su una storia intima ed avvincente, sulla verità e l’impossibilità di un amore struggente e totale, raccontato in una dimensione che gioca continuamente sul filo fra realtà e metafora, rifacendosi al mito d’Orfeo.
Suggestioni che Antonio Calenda ha tradotto sul palcoscenico costruendo un emozionante e significativo universo di spazi, luci, ombre, suoni ove continuamente il realismo si fonde al mistero, all’impalpabile. È la rappresentazione attuale dell’Averno, così come lo intuisce Magris, così come lo sente Calenda: una casa silenziosa e grigia, essenziale negli arredi e labirintica negli spazi, inquietante talvolta. Un ospedale, o forse una casa di riposo… Un posto, comunque, ove si entra per non uscirne più: come vorrebbe la sorte di Euridice, la toccante figura monologante cui Daniela Giovanetti offre tutta la sua limpidezza interpretativa e la sua sensibilità, intrecciando appassionate memorie e malinconica dolcezza a una lancinante, femminile determinazione.
«Raramente – ha scritto su Il Manifesto Rossana Rossanda – è stata scritta una così assoluta elegia per una donna, come ha fatto Magris in Lei dunque capirà»: è vero.
La protagonista al suo uomo ha dato e insegnato tutto: a scrivere, a misurarsi con la vita, ad amare e ad essere generoso, a guardare con coraggio ciò che si teme… A lei egli deve ogni cosa, fino all’estremo sacrificio che – lasciandosi travolgere da un meraviglioso mare di nostalgie e ricordi veri, quotidiani, irraggiungibili o assoluti – la donna confida ora al misterioso Presidente che la sta ad ascoltare: è stata lei a chiamare il suo Orfeo, a costringerlo a guardarla, rimandandola nell’Averno…
Il racconto antico vuole invece che Orfeo straziato – dopo aver perso la propria sposa, morsa da un serpente – l’insegua, e con il suo canto commuova a tal punto Persefone e i guardiani degli Inferi, da ottenere di riportarla con sé sulla terra. A condizione che l’uomo non si volga mai a guardarla prima di essere uscito dall’Ade: ma egli, misteriosamente, non riesce a resistere, ed Euridice viene restituita per sempre suo destino di ombra e morte.
La novità e le ragioni della scelta di Magris rappresentano il punto focale della sua rilettura del mito greco: che in Lei dunque capirà appare arricchito di induzioni attuali che ci toccano profondamente e offerto al pubblico in un vortice di piccoli frammenti quotidiani, veri, palpitanti, accenti di un universo poetico commovente, espresso attraverso una scrittura che armonizza con raffinatezza, altissima consapevolezza culturale e intensa sensibilità.
Pur conservando il senso universale e profondo del mito originale i suoi moderni Orfeo ed Euridice sono tratteggiati nella loro umanità, puntando l’attenzione sulla loro interiorità ricca di sentimenti e contraddizioni. Attraverso le sole parole della donna – prigioniera d’un’Ade dal profilo talvolta angosciante e kafkiano, talvolta rassicurante – conosciamo ogni vibrazione del loro animo: la reciproca nostalgia, i loro sogni, la forza di Euridice, le fragilità e la sofferenza di Orfeo, l’egoismo, l’amore, i sensi di colpa, la gioia assoluta e disarmante che solo chi ama conosce.
«(…) questa luce velata, opaca, mi piace; mi sembra di essere sul fondo del mare, dove tutto è fermo, immobile, anche il tempo. Ci piaceva tanto scendere insieme nell’acqua blucupa, subito profonda, in riva a quella nostra isola; forse solo là sotto, nella fissità di quegli istanti lunghi come secoli, siamo stati felici…» così parla Euridice avvolta nella silenziosa e liquida penombra dell’Ade.
Per la prima volta, forse, nella storia del teatro è lei a raccontare la propria storia, a svelare il proprio animo, a farci conoscere – attraverso i propri occhi – il profilo di Orfeo: in un trascolorare di immagini e sensazioni, che grazie all’appassionato lavoro di messinscena e interpretazione degli artisti, raffigurano in modo ancor più vivo e coinvolgente «(…) la felicità, il vuoto, la catastrofe, la pienezza insostenibile di stare insieme».
Per l’allestimento di Lei dunque capirà Antonio Calenda si è avvalso dell’apporto di Pier Paolo Bisleri – per la creazione della scenografia – di Elena Mannini per i costumi e di Nino Napoletano per la concezione del disegno luci.
Lei dunque capirà va in scena alla Sala Bartoli – spazio in cui lo spettacolo è stato concepito e provato – da venerdì 10 novembre a domenica 3 dicembre, in abbonamento per il cartellone “altripercorsi” che proprio con questo titolo inedito e di produzione inaugura, per la Stagione 2006-2007, l’attività nella raccolta e suggestiva sala-atelier dello Stabile regionale.
Successivamente lo spettacolo sarà ospite di molti teatri italiani: fra le date in programma vanno certo segnalate quelle al Piccolo Eliseo di Roma (dal 24/1 all’11/2/2007) e al Teatro Stabile di Catania dal 27/3 all’1/4/2007.
Acquisti di biglietti sono ancora possibili presso la Biglietteria del Politeama Rossetti (da lunedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19), il Ticket Point di Corso Italia (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19) e Agenzia Pansepol (via del Monte, 2) e presso le agenzie di Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani), San Vito al Tagliamento (Agenzia Medina Viaggi) e presso le Agenzie del circuito Charta presenti sul territorio nazionale (elenco sul sito del Teatro). Informazioni anche sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511.
Daniela Giovanetti – attrice di riferimento dello Stabile, già ammirata in ruoli impegnativi quali Elettra nelle Coefore, la Corifea nelle Eumenidi, Cordelia nel Re Lear diretta da Calenda, Anita nel Pallido oggetto del desiderio diretta da Arias – interpreterà il ruolo della protagonista, una figura femminile di grande complessità e di straordinaria bellezza.
Lo spettacolo è stato presentato in conferenza stampa al Politeama Rossetti mercoledì 8 novembre 2006, alla presenza dell’autore, del regista e della protagonista.
Rispetto al resto dell’opera di saggista, narratore, drammaturgo di Claudio Magris, Lei dunque capirà – che nelle librerie è stato accolto molto calorosamente – è sorprendente, nuovo: topoi della sua scrittura come il tema del disincanto, i richiami alla cultura mitteleuropea (evocata qui da suggestive atmosfere kafkiane) permangono e percorrono un testo che si incentra però su una storia intima ed avvincente, sulla verità e l’impossibilità di un amore struggente e totale, raccontato in una dimensione che gioca continuamente sul filo fra realtà e metafora, rifacendosi al mito d’Orfeo.
Suggestioni che Antonio Calenda ha tradotto sul palcoscenico costruendo un emozionante e significativo universo di spazi, luci, ombre, suoni ove continuamente il realismo si fonde al mistero, all’impalpabile. È la rappresentazione attuale dell’Averno, così come lo intuisce Magris, così come lo sente Calenda: una casa silenziosa e grigia, essenziale negli arredi e labirintica negli spazi, inquietante talvolta. Un ospedale, o forse una casa di riposo… Un posto, comunque, ove si entra per non uscirne più: come vorrebbe la sorte di Euridice, la toccante figura monologante cui Daniela Giovanetti offre tutta la sua limpidezza interpretativa e la sua sensibilità, intrecciando appassionate memorie e malinconica dolcezza a una lancinante, femminile determinazione.
«Raramente – ha scritto su Il Manifesto Rossana Rossanda – è stata scritta una così assoluta elegia per una donna, come ha fatto Magris in Lei dunque capirà»: è vero.
La protagonista al suo uomo ha dato e insegnato tutto: a scrivere, a misurarsi con la vita, ad amare e ad essere generoso, a guardare con coraggio ciò che si teme… A lei egli deve ogni cosa, fino all’estremo sacrificio che – lasciandosi travolgere da un meraviglioso mare di nostalgie e ricordi veri, quotidiani, irraggiungibili o assoluti – la donna confida ora al misterioso Presidente che la sta ad ascoltare: è stata lei a chiamare il suo Orfeo, a costringerlo a guardarla, rimandandola nell’Averno…
Il racconto antico vuole invece che Orfeo straziato – dopo aver perso la propria sposa, morsa da un serpente – l’insegua, e con il suo canto commuova a tal punto Persefone e i guardiani degli Inferi, da ottenere di riportarla con sé sulla terra. A condizione che l’uomo non si volga mai a guardarla prima di essere uscito dall’Ade: ma egli, misteriosamente, non riesce a resistere, ed Euridice viene restituita per sempre suo destino di ombra e morte.
La novità e le ragioni della scelta di Magris rappresentano il punto focale della sua rilettura del mito greco: che in Lei dunque capirà appare arricchito di induzioni attuali che ci toccano profondamente e offerto al pubblico in un vortice di piccoli frammenti quotidiani, veri, palpitanti, accenti di un universo poetico commovente, espresso attraverso una scrittura che armonizza con raffinatezza, altissima consapevolezza culturale e intensa sensibilità.
Pur conservando il senso universale e profondo del mito originale i suoi moderni Orfeo ed Euridice sono tratteggiati nella loro umanità, puntando l’attenzione sulla loro interiorità ricca di sentimenti e contraddizioni. Attraverso le sole parole della donna – prigioniera d’un’Ade dal profilo talvolta angosciante e kafkiano, talvolta rassicurante – conosciamo ogni vibrazione del loro animo: la reciproca nostalgia, i loro sogni, la forza di Euridice, le fragilità e la sofferenza di Orfeo, l’egoismo, l’amore, i sensi di colpa, la gioia assoluta e disarmante che solo chi ama conosce.
«(…) questa luce velata, opaca, mi piace; mi sembra di essere sul fondo del mare, dove tutto è fermo, immobile, anche il tempo. Ci piaceva tanto scendere insieme nell’acqua blucupa, subito profonda, in riva a quella nostra isola; forse solo là sotto, nella fissità di quegli istanti lunghi come secoli, siamo stati felici…» così parla Euridice avvolta nella silenziosa e liquida penombra dell’Ade.
Per la prima volta, forse, nella storia del teatro è lei a raccontare la propria storia, a svelare il proprio animo, a farci conoscere – attraverso i propri occhi – il profilo di Orfeo: in un trascolorare di immagini e sensazioni, che grazie all’appassionato lavoro di messinscena e interpretazione degli artisti, raffigurano in modo ancor più vivo e coinvolgente «(…) la felicità, il vuoto, la catastrofe, la pienezza insostenibile di stare insieme».
Per l’allestimento di Lei dunque capirà Antonio Calenda si è avvalso dell’apporto di Pier Paolo Bisleri – per la creazione della scenografia – di Elena Mannini per i costumi e di Nino Napoletano per la concezione del disegno luci.
Lei dunque capirà va in scena alla Sala Bartoli – spazio in cui lo spettacolo è stato concepito e provato – da venerdì 10 novembre a domenica 3 dicembre, in abbonamento per il cartellone “altripercorsi” che proprio con questo titolo inedito e di produzione inaugura, per la Stagione 2006-2007, l’attività nella raccolta e suggestiva sala-atelier dello Stabile regionale.
Successivamente lo spettacolo sarà ospite di molti teatri italiani: fra le date in programma vanno certo segnalate quelle al Piccolo Eliseo di Roma (dal 24/1 all’11/2/2007) e al Teatro Stabile di Catania dal 27/3 all’1/4/2007.
Acquisti di biglietti sono ancora possibili presso la Biglietteria del Politeama Rossetti (da lunedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19), il Ticket Point di Corso Italia (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19) e Agenzia Pansepol (via del Monte, 2) e presso le agenzie di Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani), San Vito al Tagliamento (Agenzia Medina Viaggi) e presso le Agenzie del circuito Charta presenti sul territorio nazionale (elenco sul sito del Teatro). Informazioni anche sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511.