FRANCO BRANCIAROLI IN UNA GRANDISSIMA PROVA D'ATTORE E DI REGIA NEL PIRANDELLIANO "ENRICO IV"
  • 15 Dicembre 2014
  • Generale
Enrico IV di Luigi Pirandello, uno dei capolavori del teatro di prosa del Novecento, è in scena alla Sala Assicurazioni Generali da mercoledì 17 a domenica 21 dicembre per la stagione Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: lo dirige e interpreta Franco Branciaroli.

«Circa vent’anni addietro, alcuni giovani signori e signore dell’aristocrazia pensarono di fare per loro diletto, in tempo di carnevale, una "cavalcata in costume" in una villa patrizia: ciascuno di quei signori s’era scelto un personaggio storico, re o principe, da figurare con la sua dama accanto, regina o principessa, sul cavallo bardato secondo i costumi dell’epoca. Uno di questi signori s’era scelto il personaggio di Enrico IV; e per rappresentarlo il meglio possibile, s’era dato la pena e il tormento d’uno studio intensissimo, minuzioso e preciso, che lo aveva per circa un mese ossessionato. (...) Senza falsa modestia, l’argomento mi pare degno di Lei e della potenza della Sua arte». Così Luigi Pirandello riassumeva la trama dell’Enrico IV in una lettera a Ruggero Ruggeri, grande attore dell’epoca che nell’intento di convincerlo a sostenere il ruolo del titolo.
Un personaggio affascinante, sfaccettato, che Ruggeri naturalmente accettò e interpretò al debutto assoluto del dramma, il 24 febbraio 1922 al Teatro Manzoni di Milano.

Oggi quel ruolo resta uno dei più ambìti per gli attori di talento e forte personalità: Franco Branciaroli, ad esempio, forte dei grandi successi ottenuti in Servo di scena, Il Teatrante e Don Chisciotte, lo sceglie a coronamento della sua indagine sui grandi personaggi del teatro e vi individua alcuni dei temi per lui più appassionanti: «La follia, la bugia consapevole, il rifiuto delle mediocrità del mondo e dei buffoni che lo abitano» ha confidato in un’intervista a La Repubblica.

«Difficilissimo – continua Franco Branciaroli – complicato per i meccanismi ma soprattutto da recitare: se si casca dentro la sua superba sintassi teatrale scatta il ‘pirandellismo’ e si finisce per sembrare tutti uguali. È successo anche ai giganti come Memo Benassi o Salvo Randone. Bisogna entrare nella sua musicalità ma non lasciarsi intrappolare» eppure d’affrontare una simile fatica vale la pena se è vero – come sostiene – che «Se questo mestiere ha ancora un senso è perché in fondo l’attore è l’uomo per definizione: tutti recitiamo, anche semplicemente perché dobbiamo adattarci alla vita».

È proprio ciò che la vita costringe a fare a Enrico IV, inizialmente vittima di un’amnesia dovuta a una caduta da cavallo, durante la “cavalcata in costume”: il giovane protagonista dimentica sé stesso e si convince di essere il nobile del passato. Lo assecondano in questa follia, la famiglia e la servitù, trasformando il proprio presente in una simulazione del XII secolo. Quando dopo molti anni rinsavisce, scopre che la vita gli ha riservato molte amare verità: il suo rivale d’un tempo ha sposato la donna da lui amata, l’esistenza in generale gli appare inaffrontabile. E sceglie di rifugiarsi in una follia questa volta volontaria. Prigione dorata, recita nella recita, follia o maschera in cui Pirandello ravvede la sola possibilità di sostenere la vita.
Straordinaria – a detta della critica – la prova d’attore di Franco Branciaroli, che scivola con sapienza dall’enfasi dell’ipocrisia nel primo atto a una partitura carica di verità, dolore, crudeltà e fatica nella seconda parte del dramma.

Enrico IV di Luigi Pirandello, si avvale di scene e costumi di Margherita Palli e delle luci di Gigi Saccomandi. La regia è di Franco Branciaroli che veste anche il ruolo del titolo, circondato da un’ottima compagnia. Ne fanno parte Melania Giglio (La Marchesa Matilde Spina), Valentina Violo (Sua figlia Frida), Tommaso Cardarelli (il giovane Marchese Carlo di Nolli), Giorgio Lanza (Il Barone Tito Belcredi), Antonio Zanoletti (Il Dottor Dionisio Genoni). Nei panni dei quattro finti Consiglieri Segreti troveremo Sebastiano Bottari (Landolfo - Lolo), Mattia Sartoni (Arialdo - Franco), Pier Paolo D’Alessandro (Ordulfo - Momo), Andrea Carabelli (Bertoldo - Fino), Daniele Griggio (Il vecchio cameriere Giovanni).

Lo spettacolo è una produzione del CTB Teatro Stabile di Brescia – Teatro de Gli Incamminati.

Repliche da mercoledì 17 a sabato 20 dicembre alle ore 20.30; domenica 21 dicembre alle ore 16. I posti ancora disponibili si possono acquistare presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti e accedendo attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.


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