DEBUTTA IL 2 NOVEMBRE AL POLITEAMA ROSSETTI "ES IZ AMERIKE!" DI E CON MONI OVADIA
- 31 Ottobre 2005
- Generale
Moni Ovadia ritorna sul palcoscenico del Politeama Rossetti con un nuovo
spettacolo coprodotto dal Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia –
cui l’artista è legato da un lungo rapporto di reciprocità – e dalla
bolognese PromoMusic. L’appuntamento è per mercoledì 2 novembre alle 20.30 con repliche fino a domenica 6 novembre.
Accolto calorosamente all’anteprima offerta nel luglio scorso a Cividale del Friuli nell’ambito dell’edizione 2005 di Mittelfest e impegnato ora in una tournée nazionale, Es iz Amerike! – Cosa ci vuoi fare è l’America – questo il titolo del nuovo lavoro – schiera sul palcoscenico accanto a Moni Ovadia l’ottimo ensemble della Stage Orchestra e conta sul contributo della superba voce di Lee Colbert, cantante di rara eleganza e sensibilità, educata musicalmente a New York.
Un cast artistico di eccellente livello, per indagare in un ambito del tutto singolare – quello del musical americano – e per scoprire quanto esso sia debitore della ricca linfa culturale e creativa propria del mondo ebraico.
Il nome di Moni Ovadia si lega ad una originalissima forma di “teatro musicale”, a un personale modello spettacolare che nasce da un raffinato lavoro di sperimentazione, condotto negli anni da questo artista brillante e coltissimo. Armonie di canto, musica e narrazione, dunque, per raccontare fra struggimento e ironia la condizione dello sradicamento personale e collettivo, religioso e culturale dell’ebreo moderno, ma anche – con un respiro più ampio e metaforico – dell’uomo contemporaneo…
Dopo le prove recenti in Armata a cavallo e nel musical Il violinista sul tetto – in cui pur rimanendo coerente al suo percorso artistico si era un po’allontanato dalla dimensione originaria del suo teatro – Moni Ovadia ritorna ora con Es iz Amerike a quel teatro musicale che rappresenta il linguaggio vivacissimo ed emozionante che gli è più naturale.
Lo spettacolo propone dunque un’affascinante armonia di musica e narrazione, di storia e umorismo: un cocktail che – unito al talento dei protagonisti – coinvolge il pubblico e lo conduce alla scoperta delle origini del musical americano, sorprendentemente e fortemente venato della creatività compositiva e melodica del mondo ebraico.
Lo sconcertante humus del mondo yiddish ha influenzato e continua ad influenzare con la forza della propria tragica assenza gran parte del pensiero occidentale. Il suo arrivo negli Stati Uniti con i ripetuti flussi di emigrazione fra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento ha dato vita ad uno degli incontri più fertili fra culture nella storia dell’umanità. La presenza di autori ebrei nella scena musicale del song americano è rilevante, basta fare i nomi di Gershwin, Berlin, Rogers, Bernstein…
Uno dei pochi non ebrei fra i nomi che hanno fatto la storia di quella stagione, fu il leggendario Cole Porter. Di lui si racconta che mentre si trovava a Venezia in una bellissima magione della città lagunare, ricevette la visita di Rogers e Hart, a quel tempo non ancora affermati di musical. I due giovani artisti ammiravano il travolgente successo di Porter, che diede loro un prezioso suggerimento: «volete conoscere il segreto del mio successo? Beh ragazzi! Scrivete melodie ebraiche!». Paradossalmente il non ebreo, il goy, suggeriva ai due ebrei di scrivere musica ebraica.
Il nigun, la melodia che sgorga da un interiorità plurisecolare, era uno dei grandi scrigni che gli ebrei avevano portato fuggendo dai loro shtetlakh, le povere cittadine ebraiche ricche di una ineguagliata spiritualità. A quello scrigno pieno di canzoni in yiddish e di musiche klezmer dell’esilio bisognava attingere per dare all’America una parte fondamentale del suo futuro musicale.
La canzone in yiddish ebbe una sua gloriosa stagione anche negli Stati Uniti e quando abbandonò il campo a seguito dello sterminio degli ebrei d’Europa conobbe - e continua a conoscere - numerosi revival. Dissolvendosi, quell’interiorità ha disperso nell’aria numerosi pollini che producono singolari gemmazioni e infiorescenze.
Non è facile navigare in tutti gli affluenti ebraici che si sono riversati nel fiume impetuoso della cultura musicale e di spettacolo degli States: ma è proprio questo che Moni Ovadia, fra musica, cultura e umorismo, si propone di fare in questo recital. Assieme al pubblico compirà dunque un sorprendente viaggio che parte dall’interiorità musicale e umoristica della yiddishkeit e conduce fino ai confini dell’opera dei compositori minimalisti. Alla scoperta di quel genio ebraico statunitense che ormai è parte integrante del nostro immaginario.
Sul palcoscenico, animato da una spiritosa e essenziale scenografia, Moni Ovadia e Lee Colbert potranno contare sulle suggestioni musicali dell’ottima Stage Orchestra, composta da Janos Hasu (violino), Luca Garlaschelli (contrabbasso), Emilio Vallorani (flauto, ottavino, percussioni), Massimo Marcer (tromba, flicorno), Paolo Rocca (clarinetto, clarinetto basso), Albert Mihai (fisarmonica), Stefano Corradi (clarinetto e sassofono), Vincenzo Pasquariello (pianoforte). Il direttore musicale è Emilio Vallorani.
Es iz Amerike rappresenta un’occasione preziosa per il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia, che storicamente si riferisce e opera in un territorio dove la cultura ebraica possiede notevole rilievo, e dove la “vocazione musicale” è profondamente sentita. E, in una più ampia prospettiva, in un momento in cui il genere del musical si sta ritagliando crescente spazio e attenzione sui palcoscenici teatrali, sembra opportuna una riflessione sulle sue origini, soprattutto se condotta con l’ironia, il talento e la competenza di un grande artista come Moni Ovadia.
Es iz Amerike di Moni Ovadia e con Ovadia e Lee Colbert è prodotto da Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia e PromoMusic: va in scena al Politeama Rossetti – secondo titolo del cartellone Prosa dello Stabile regionale – da mercoledì 2 a domenica 6 novembre, secondo i consueti turni d’abbonamento (recite serali con inizio alle ore 20.30; pomeridiane di giovedì e domenica alle ore 16).
Sono ancora in vendita posti per lo spettacolo. Acquisti di biglietti sono possibili presso la Biglietteria del Politeama Rossetti (da martedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19) e il Ticket Point di Corso Italia (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19), presso le agenzie di Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani) e Udine (Associazione Culturale Udine Sipario) e presso le Agenzie del circuito Charta presenti sul territorio nazionale.
Informazioni e acquisti anche sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511.
Accolto calorosamente all’anteprima offerta nel luglio scorso a Cividale del Friuli nell’ambito dell’edizione 2005 di Mittelfest e impegnato ora in una tournée nazionale, Es iz Amerike! – Cosa ci vuoi fare è l’America – questo il titolo del nuovo lavoro – schiera sul palcoscenico accanto a Moni Ovadia l’ottimo ensemble della Stage Orchestra e conta sul contributo della superba voce di Lee Colbert, cantante di rara eleganza e sensibilità, educata musicalmente a New York.
Un cast artistico di eccellente livello, per indagare in un ambito del tutto singolare – quello del musical americano – e per scoprire quanto esso sia debitore della ricca linfa culturale e creativa propria del mondo ebraico.
Il nome di Moni Ovadia si lega ad una originalissima forma di “teatro musicale”, a un personale modello spettacolare che nasce da un raffinato lavoro di sperimentazione, condotto negli anni da questo artista brillante e coltissimo. Armonie di canto, musica e narrazione, dunque, per raccontare fra struggimento e ironia la condizione dello sradicamento personale e collettivo, religioso e culturale dell’ebreo moderno, ma anche – con un respiro più ampio e metaforico – dell’uomo contemporaneo…
Dopo le prove recenti in Armata a cavallo e nel musical Il violinista sul tetto – in cui pur rimanendo coerente al suo percorso artistico si era un po’allontanato dalla dimensione originaria del suo teatro – Moni Ovadia ritorna ora con Es iz Amerike a quel teatro musicale che rappresenta il linguaggio vivacissimo ed emozionante che gli è più naturale.
Lo spettacolo propone dunque un’affascinante armonia di musica e narrazione, di storia e umorismo: un cocktail che – unito al talento dei protagonisti – coinvolge il pubblico e lo conduce alla scoperta delle origini del musical americano, sorprendentemente e fortemente venato della creatività compositiva e melodica del mondo ebraico.
Lo sconcertante humus del mondo yiddish ha influenzato e continua ad influenzare con la forza della propria tragica assenza gran parte del pensiero occidentale. Il suo arrivo negli Stati Uniti con i ripetuti flussi di emigrazione fra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento ha dato vita ad uno degli incontri più fertili fra culture nella storia dell’umanità. La presenza di autori ebrei nella scena musicale del song americano è rilevante, basta fare i nomi di Gershwin, Berlin, Rogers, Bernstein…
Uno dei pochi non ebrei fra i nomi che hanno fatto la storia di quella stagione, fu il leggendario Cole Porter. Di lui si racconta che mentre si trovava a Venezia in una bellissima magione della città lagunare, ricevette la visita di Rogers e Hart, a quel tempo non ancora affermati di musical. I due giovani artisti ammiravano il travolgente successo di Porter, che diede loro un prezioso suggerimento: «volete conoscere il segreto del mio successo? Beh ragazzi! Scrivete melodie ebraiche!». Paradossalmente il non ebreo, il goy, suggeriva ai due ebrei di scrivere musica ebraica.
Il nigun, la melodia che sgorga da un interiorità plurisecolare, era uno dei grandi scrigni che gli ebrei avevano portato fuggendo dai loro shtetlakh, le povere cittadine ebraiche ricche di una ineguagliata spiritualità. A quello scrigno pieno di canzoni in yiddish e di musiche klezmer dell’esilio bisognava attingere per dare all’America una parte fondamentale del suo futuro musicale.
La canzone in yiddish ebbe una sua gloriosa stagione anche negli Stati Uniti e quando abbandonò il campo a seguito dello sterminio degli ebrei d’Europa conobbe - e continua a conoscere - numerosi revival. Dissolvendosi, quell’interiorità ha disperso nell’aria numerosi pollini che producono singolari gemmazioni e infiorescenze.
Non è facile navigare in tutti gli affluenti ebraici che si sono riversati nel fiume impetuoso della cultura musicale e di spettacolo degli States: ma è proprio questo che Moni Ovadia, fra musica, cultura e umorismo, si propone di fare in questo recital. Assieme al pubblico compirà dunque un sorprendente viaggio che parte dall’interiorità musicale e umoristica della yiddishkeit e conduce fino ai confini dell’opera dei compositori minimalisti. Alla scoperta di quel genio ebraico statunitense che ormai è parte integrante del nostro immaginario.
Sul palcoscenico, animato da una spiritosa e essenziale scenografia, Moni Ovadia e Lee Colbert potranno contare sulle suggestioni musicali dell’ottima Stage Orchestra, composta da Janos Hasu (violino), Luca Garlaschelli (contrabbasso), Emilio Vallorani (flauto, ottavino, percussioni), Massimo Marcer (tromba, flicorno), Paolo Rocca (clarinetto, clarinetto basso), Albert Mihai (fisarmonica), Stefano Corradi (clarinetto e sassofono), Vincenzo Pasquariello (pianoforte). Il direttore musicale è Emilio Vallorani.
Es iz Amerike rappresenta un’occasione preziosa per il Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia, che storicamente si riferisce e opera in un territorio dove la cultura ebraica possiede notevole rilievo, e dove la “vocazione musicale” è profondamente sentita. E, in una più ampia prospettiva, in un momento in cui il genere del musical si sta ritagliando crescente spazio e attenzione sui palcoscenici teatrali, sembra opportuna una riflessione sulle sue origini, soprattutto se condotta con l’ironia, il talento e la competenza di un grande artista come Moni Ovadia.
Es iz Amerike di Moni Ovadia e con Ovadia e Lee Colbert è prodotto da Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia e PromoMusic: va in scena al Politeama Rossetti – secondo titolo del cartellone Prosa dello Stabile regionale – da mercoledì 2 a domenica 6 novembre, secondo i consueti turni d’abbonamento (recite serali con inizio alle ore 20.30; pomeridiane di giovedì e domenica alle ore 16).
Sono ancora in vendita posti per lo spettacolo. Acquisti di biglietti sono possibili presso la Biglietteria del Politeama Rossetti (da martedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19) e il Ticket Point di Corso Italia (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19), presso le agenzie di Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani) e Udine (Associazione Culturale Udine Sipario) e presso le Agenzie del circuito Charta presenti sul territorio nazionale.
Informazioni e acquisti anche sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511.