CLAUDIA CARDINALE AL POLITEAMA ROSSETTI: "LO ZOO DI VETRO" È UN EVENTO NELLA STAGIONE DELLO STABILE REGIONALE
- 27 Gennaio 2007
- Generale
Claudia Cardinale protagonista sul palcoscenico del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia: nella Stagione 2006-2007 questo è uno degli eventi maggiori e più attesi.
Fra le attrici più amate e ammirate a livello internazionale, Claudia Cardinale continua a incantarci – oltre che con un indiscutibile fascino e una intensa bellezza – con la sua personalità forte, con sensibilità e doti drammatiche non comuni, con la sua classe naturale e con quell’inconfondibile voce, tanto singolare da sembrare all’inizio addirittura inadatta al cinema e al teatro, ma che poi si è rivelata una delle sue grandi doti…
Fra le poche vere dive del mondo dello spettacolo, ha al proprio attivo interpretazioni ormai entrate nell’immaginario collettivo, tra cui vanno almeno menzionate quelle ne Il Gattopardo, in Rocco e i suoi fratelli, nel felliniano 8 e 1/2, come pure quelle in C’era una volta il West di Leone o ne Il Bell’Antonio di Bolognini, nei film hollywoodiani e nei raffinati La pelle di Liliana Cavani, Claretta di Squitieri, La storia di Comencini… A Trieste, con particolare emozione si ricorda quel Senilità di Bolognini, tratto dall’omonimo capolavoro sveviano, in cui interpretava Angelina e le cui riprese, realizzate nel cuore della città, sono state seguite giorno per giorno da tanti appassionati... Il teatro – dove pure in passato era stata invitata da registi del rilievo di Giorgo Strehler e Luchino Visconti – rappresenta per Claudia Cardinale una sfida recente: sette anni fa l’esordio assoluto, guidata da Maurizio Scaparro al Théatre du Rond-Point di Parigi ne La Venexiana a cui sono seguiti Come tu mi vuoi di Pirandello e un’edizione francese de La dolce ala della giovinezza di Tennessee Williams.
È nuovamente il maggior autore americano del Novecento a condurla sulle tavole del palcoscenico, in uno dei suoi drammi più delicati e laceranti: Lo zoo di vetro, e nella sfida del teatro, Claudia Cardinale accetta un’ulteriore sfida, quella di affidarsi all’innovativo e mai scontato linguaggio scenico di Andrea Liberovici artista che si è affermato per la sua capacità di destreggiarsi tra generi ed espressività diverse. Il suo modello di messinscena si nutre di “molteplicità espressive” e – anche in questo atteso spettacolo – l’azione sarà arricchita da una “scenografia acustica” e da proiezioni che creeranno un suggestivo percorso evocativo, capace di avvolgere e completare l’azione.
Rappresentato per la prima volta nel 1944 a Chicago, Lo zoo di vetro fu subito un successo e salvò l’autore da una situazione economica vicina alla catastrofe: inoltre aprì la strada a una serie di capolavori come Un tram chiamato desiderio (1947), La rosa tatuata (1951), La gatta sul tetto che scotta (1955) che consacrarono Tennessee Williams sia in campo teatrale che cinematografico.
I lavori di Williams, attraverso un linguaggio intensamente emotivo, ruotano attorno ad alcuni temi cardine: la perdita dell’innocenza, la degradazione personale e collettiva, lo sfacelo fisico, la patologia sessuale, utilizzano il Sud degli Stati Uniti quale sfondo di storie sentimentali inevitabilmente votate alla catastrofe vissute da personaggi fragili, inermi davanti alla violenza del mondo.
Lo zoo di vetro è un’opera emblematica di Williams, con una grande forza metaforica: la metafora è proprio nell’immagine dello zoo di vetro, che riunisce in sé l’idea di luogo di protezione ma anche di prigionia.
La famiglia Wingfield vive un simile stato: Amanda Wingfield, abbandonata dal marito vive con i figli Tom e Laura, una ragazza delicata, solitaria e zoppa. Decaduta, tradita nelle aspettative, la famiglia sopravvive in attesa di un evento che la scuota: lo cerca con tenacia la madre, convinta di poter combattere con il vitalismo forzato l’apatia dei figli e soprattutto la fragilità di Laura. Ma – nonostante un sogno d’amore subito deluso – i Wingfield sembrano condannati a restare prigionieri della loro situazione, proprio come gli animaletti di vetro che Laura custodisce con infinita cura.
«Si scontrano nel testo di Williams, tre violenti egoismi diversi – commenta il regista Liberovici nelle sue note – con effetti al limite della patologia. La possessività morbosa della madre, il desiderio di fuga del figlio, il quasi autismo della figlia che delega la sua realtà alla sua immagine riflessa in uno…zoo di vetro. Ecco questi caratteri, per certi aspetti estremi, e nello stesso tempo così reali in molti gruppi familiari, si nutrono, a mio avviso, di tanti gesti, di non detti, di sguardi che incatenano e segnano il territorio, di rituali tesi a preservare un’idea di identità. Dalle parole di Williams desidero arrivare a far emergere non tanto, o non soltanto, la tragica realtà del presente in cui si sviluppa il dramma della famiglia stessa, ma parte del percorso a ritroso che li ha portati a questo presente. Non a caso Williams, in una modernissima presentazione al testo (parte integrante del testo stesso) parla di “dramma della memoria” ed affianca, ad una scrittura iperrealista, un’idea di scena simbolica, un luogo appunto della memoria dove ogni frammento di vita rimanda ad un “fantasma” passato ma comunque presente nel quotidiano.
Desidero quindi creare, attraverso video proiezioni ed una ricca “scenografia acustica”, un percorso parallelo e contemporaneo all’azione scenica. Un contrappunto evocativo audio-cinematografico della memoria dei personaggi, dei loro gesti, sussurri, sguardi ecc che avvolgerà il divenire dello spettacolo»
In questa creazione spaziale ha avuto un ruolo importante il contributo di Lucia Goj per le scene, mentre i costumi sono creati da Silvia Aymonino e le luci sono di luci Sandro Sussi. Andrea Liberovici, oltre alla regia firma anche le musiche di scena.
Prodotto da Fox & Gould Produzioni, Lo zoo di vetro di Tennessee Williams ha un’eccezionale protagonista in Claudia Cardinale (Amanda), accanto alla quale recitano Ivan Castiglione (Tom), Olga Rossi (Laura), Orlando Cinque (Jim).
Lo zoo di vetro debutta al Politeama Rossetti – sesto spettacolo del cartellone Prosa – martedì 30 gennaio alle 20.30 e replica fino a domenica 4 febbraio nei consueti orari (pomeridiane alle ore 16 di mercoledì e domenica). Prossimi spettacoli in programma saranno per la Prosa Sul lago dorato con Arnoldo Foà (13 e 14 febbraio) e fuori abbonamento Nuotando con le lacrime agli occhi con Cochi e Renato il 6 febbraio.
La stagione del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia viene realizzata con il contributo della Fondazione CrTrieste.
Acquisti e informazioni presso la Biglietteria del Politeama Rossetti (da lunedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19), il Ticket Point di Corso Italia (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19) e Agenzia Pansepol (via del Monte, 2) Agenzia Bagolandia (Via San Marco, 45) e presso le agenzie di Muggia (Agenzia Peekabooh), Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani), San Vito al Tagliamento (Agenzia Medina Viaggi) e presso le Agenzie del circuito Charta presenti sul territorio nazionale (elenco sul sito del Teatro). Informazioni anche sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511.
Fra le attrici più amate e ammirate a livello internazionale, Claudia Cardinale continua a incantarci – oltre che con un indiscutibile fascino e una intensa bellezza – con la sua personalità forte, con sensibilità e doti drammatiche non comuni, con la sua classe naturale e con quell’inconfondibile voce, tanto singolare da sembrare all’inizio addirittura inadatta al cinema e al teatro, ma che poi si è rivelata una delle sue grandi doti…
Fra le poche vere dive del mondo dello spettacolo, ha al proprio attivo interpretazioni ormai entrate nell’immaginario collettivo, tra cui vanno almeno menzionate quelle ne Il Gattopardo, in Rocco e i suoi fratelli, nel felliniano 8 e 1/2, come pure quelle in C’era una volta il West di Leone o ne Il Bell’Antonio di Bolognini, nei film hollywoodiani e nei raffinati La pelle di Liliana Cavani, Claretta di Squitieri, La storia di Comencini… A Trieste, con particolare emozione si ricorda quel Senilità di Bolognini, tratto dall’omonimo capolavoro sveviano, in cui interpretava Angelina e le cui riprese, realizzate nel cuore della città, sono state seguite giorno per giorno da tanti appassionati... Il teatro – dove pure in passato era stata invitata da registi del rilievo di Giorgo Strehler e Luchino Visconti – rappresenta per Claudia Cardinale una sfida recente: sette anni fa l’esordio assoluto, guidata da Maurizio Scaparro al Théatre du Rond-Point di Parigi ne La Venexiana a cui sono seguiti Come tu mi vuoi di Pirandello e un’edizione francese de La dolce ala della giovinezza di Tennessee Williams.
È nuovamente il maggior autore americano del Novecento a condurla sulle tavole del palcoscenico, in uno dei suoi drammi più delicati e laceranti: Lo zoo di vetro, e nella sfida del teatro, Claudia Cardinale accetta un’ulteriore sfida, quella di affidarsi all’innovativo e mai scontato linguaggio scenico di Andrea Liberovici artista che si è affermato per la sua capacità di destreggiarsi tra generi ed espressività diverse. Il suo modello di messinscena si nutre di “molteplicità espressive” e – anche in questo atteso spettacolo – l’azione sarà arricchita da una “scenografia acustica” e da proiezioni che creeranno un suggestivo percorso evocativo, capace di avvolgere e completare l’azione.
Rappresentato per la prima volta nel 1944 a Chicago, Lo zoo di vetro fu subito un successo e salvò l’autore da una situazione economica vicina alla catastrofe: inoltre aprì la strada a una serie di capolavori come Un tram chiamato desiderio (1947), La rosa tatuata (1951), La gatta sul tetto che scotta (1955) che consacrarono Tennessee Williams sia in campo teatrale che cinematografico.
I lavori di Williams, attraverso un linguaggio intensamente emotivo, ruotano attorno ad alcuni temi cardine: la perdita dell’innocenza, la degradazione personale e collettiva, lo sfacelo fisico, la patologia sessuale, utilizzano il Sud degli Stati Uniti quale sfondo di storie sentimentali inevitabilmente votate alla catastrofe vissute da personaggi fragili, inermi davanti alla violenza del mondo.
Lo zoo di vetro è un’opera emblematica di Williams, con una grande forza metaforica: la metafora è proprio nell’immagine dello zoo di vetro, che riunisce in sé l’idea di luogo di protezione ma anche di prigionia.
La famiglia Wingfield vive un simile stato: Amanda Wingfield, abbandonata dal marito vive con i figli Tom e Laura, una ragazza delicata, solitaria e zoppa. Decaduta, tradita nelle aspettative, la famiglia sopravvive in attesa di un evento che la scuota: lo cerca con tenacia la madre, convinta di poter combattere con il vitalismo forzato l’apatia dei figli e soprattutto la fragilità di Laura. Ma – nonostante un sogno d’amore subito deluso – i Wingfield sembrano condannati a restare prigionieri della loro situazione, proprio come gli animaletti di vetro che Laura custodisce con infinita cura.
«Si scontrano nel testo di Williams, tre violenti egoismi diversi – commenta il regista Liberovici nelle sue note – con effetti al limite della patologia. La possessività morbosa della madre, il desiderio di fuga del figlio, il quasi autismo della figlia che delega la sua realtà alla sua immagine riflessa in uno…zoo di vetro. Ecco questi caratteri, per certi aspetti estremi, e nello stesso tempo così reali in molti gruppi familiari, si nutrono, a mio avviso, di tanti gesti, di non detti, di sguardi che incatenano e segnano il territorio, di rituali tesi a preservare un’idea di identità. Dalle parole di Williams desidero arrivare a far emergere non tanto, o non soltanto, la tragica realtà del presente in cui si sviluppa il dramma della famiglia stessa, ma parte del percorso a ritroso che li ha portati a questo presente. Non a caso Williams, in una modernissima presentazione al testo (parte integrante del testo stesso) parla di “dramma della memoria” ed affianca, ad una scrittura iperrealista, un’idea di scena simbolica, un luogo appunto della memoria dove ogni frammento di vita rimanda ad un “fantasma” passato ma comunque presente nel quotidiano.
Desidero quindi creare, attraverso video proiezioni ed una ricca “scenografia acustica”, un percorso parallelo e contemporaneo all’azione scenica. Un contrappunto evocativo audio-cinematografico della memoria dei personaggi, dei loro gesti, sussurri, sguardi ecc che avvolgerà il divenire dello spettacolo»
In questa creazione spaziale ha avuto un ruolo importante il contributo di Lucia Goj per le scene, mentre i costumi sono creati da Silvia Aymonino e le luci sono di luci Sandro Sussi. Andrea Liberovici, oltre alla regia firma anche le musiche di scena.
Prodotto da Fox & Gould Produzioni, Lo zoo di vetro di Tennessee Williams ha un’eccezionale protagonista in Claudia Cardinale (Amanda), accanto alla quale recitano Ivan Castiglione (Tom), Olga Rossi (Laura), Orlando Cinque (Jim).
Lo zoo di vetro debutta al Politeama Rossetti – sesto spettacolo del cartellone Prosa – martedì 30 gennaio alle 20.30 e replica fino a domenica 4 febbraio nei consueti orari (pomeridiane alle ore 16 di mercoledì e domenica). Prossimi spettacoli in programma saranno per la Prosa Sul lago dorato con Arnoldo Foà (13 e 14 febbraio) e fuori abbonamento Nuotando con le lacrime agli occhi con Cochi e Renato il 6 febbraio.
La stagione del Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia viene realizzata con il contributo della Fondazione CrTrieste.
Acquisti e informazioni presso la Biglietteria del Politeama Rossetti (da lunedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19), il Ticket Point di Corso Italia (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19) e Agenzia Pansepol (via del Monte, 2) Agenzia Bagolandia (Via San Marco, 45) e presso le agenzie di Muggia (Agenzia Peekabooh), Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani), San Vito al Tagliamento (Agenzia Medina Viaggi) e presso le Agenzie del circuito Charta presenti sul territorio nazionale (elenco sul sito del Teatro). Informazioni anche sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511.