ANNA GALIENA INTERPRETA ALLA SALA BARTOLI LO SCONVOLGENTE "QUALE DROGA FA PER ME?"
- 13 Dicembre 2007
- Generale
È in scena dal 14 al 23 dicembre alla Sala Bartoli del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia Quale droga fa per me? di
Kai Hensel, un testo-choc interpretato in modo molto coinvolgente ed
emozionate da Anna Galiena, impegnata di una prova d’altissimo livello.
Lo spettacolo – firmato dalla regista Andrée Ruth Shammah per il Teatro
Franco Parenti – è inserito nel cartellone altripercorsi,
principalmente dedicato alla drammaturgia contemporanea.
«Bellissimo e sconvolgente» così ha concordato la critica italiana nel giudicare Quale droga fa per me?, testo-confessione di Kai Hensel, uno degli autori contemporanei europei più innovativi che giunge sui palcoscenici italiani grazie all’intuizione di una regista come Andrée Ruth Shammah – sempre alla ricerca di drammaturghi non banali e ferma nella volontà di far dire al teatro il massimo che può comunicare in termini di pensieri e sentimenti – e grazie anche alla professionalità di un’attrice come Anna Galiena, che non si è sottratta alla sfida di un’interpretazione che è anche “gioco al massacro”, costruita sul difficile equilibrio fra lucidità ed emozione.
Hensel, tedesco, appena quarantenne, pluripremiato (ha nel suo carnet il prestigioso Deutscher Jugendtheaterpreis, nel 2002, e la Nominations del Max-Ophüls-Preis e del Bundesdrehbuchpreis), scrive secondo parametri di assoluta originalità, ritraendo l’oggi non attraverso il teatro-documento ma creando uno choc della coscienza rispetto alle vicende che quotidianamente abbiamo sotto gli occhi.
Quale droga fa per me? sembrerebbe un monologo, ma presto tradisce gli schemi consueti di questa forma per porsi nei termini di una conferenza. Tavolo, bicchiere d’acqua, schermo con diapositive che illustrano i meccanismi neuronali della droga… ma poco dopo, cambia ancora, e svela la sua vera natura, assumendo le forme laceranti di un vero e proprio match fra attrice e pubblico, un’introspezione che non può lasciarci indifferenti, e mette a nudo molto della nostra realtà.
La protagonista, Hanna, è una donna assolutamente normale: vive in una bella casa di periferia, ha un marito ingegnere, un bambino desiderato, le rate del mutuo da assolvere… Un quadro sereno, se non fosse che in Hanna si insinua una sottile infelicità. Una solitudine sempre più profonda che incrina la sua vita e la spinge verso la droga: la “conferenza” su cui si apre lo spettacolo infatti tratta delle scelte che Hanna ha fatto per dare una svolta alla sua vita. E queste scelte sono la droga: tante droghe che la donna ha iniziato ad assumere in modo sempre più pressante e che le hanno fatto conoscere l’euforia, la liberazione, il disvelamento di parti di sé rimaste in ombra... All’esaltazione però sopravviene l’incubo, la caduta e la presa di coscienza del devastante labirinto chimico di cui è rimasta prigioniera. Tutto forse solo a causa del suo inespresso bisogno di amore, quell’amore che Seneca riassume in poche ma grandi parole: “per essere amati bisogna darsi, riempire la vita”.
Un testo scabroso e sincero a cui Anna Galiena offre anima, voce, corpo, senza permettere che vada perduta nemmeno la più flebile sfumatura, nessun doloroso accento, niente della scomoda verità e dell’umiliante denuncia che lo percorrono.
Hensel ha iniziato a scrivere Quale droga fa per me? subito dopo la propria esperienza con gli stupefacenti, durata oltre un anno: un anno passato assumendo droga quotidianamente e - come per la maggior parte dei consumatori di droghe - proseguendo la vita esteriormente in assoluta norma. Una volta uscito dal gorgo, ha iniziato a guardare la realtà in modo nuovo:«Droghe nel cuore della società, droghe che diventano una faccenda normale, banale, di gente sola, desolata, un mondo peggiore di quello che la gente, con l’aiuto delle droghe, cercava di fuggire» scrive infatti. «Guardo le riviste che promettono sempre i soliti miracoli: “sei settimane e perdi la pancia”, “i quindici migliori trucchi al mondo per far sesso” – aggiunge – Il miglior programma per perdere la pancia è nutrirsi in modo sano e fare sport. Il trucco migliore al mondo per il sesso è non aver pancia. La gente lo sa benissimo, ma non vuole crederci. Vuole essere illusa. E sperpera il proprio tempo, i soldi, la salute e a volte la propria vita dietro a frottole. La menzogna è la nostra droga peggiore».
Anna Galiena nasce a Roma, ma artisticamente si forma a New York, dove studia con Caroline Ducrocq, Michael Moriarty e Sandra Seacat e comincia a lavorare, tra gli altri, con l’American Shakespeare Company, con Michael Moriarty al Public Theatre di New York e con Elia Kazan.
Il suo ritorno in Europa, alla fine del 1984, segna una nuova tappa nel suo percorso artistico. Accanto alle molte esperienze teatrali, tra le quali Le tre sorelle di Checov, diretta da Otomar Krejca, l’attrice partecipa ad alcune produzioni televisive e soprattutto cinematografiche, che le permetterà di affermarsi a livello internazionale, diretta da maestri come Claude Chabrol (Jours tranquilles à Clichè) o Yves Boisset (La fée carabine e La travesti), fino alla definitiva consacrazione, nel 1990, con Le mari de la coiffeus di Patrice Leconte, accanto a Jean Rochefort.
Nel 1991, interpreta Le Balcon di Jean Sartre, con la regia di Louis Pascal, nel 1992, partecipa al Festival dei Due Mondi di Spoleto, interpretando Verso la fine dell’estate, con la regia di Piero Maccarinelli e nel 1994 comincia la sua collaborazione con il Teatro Franco Parenti di Milano e con la regista Andrèe Ruth Shammah, sotto la cui guida è interprete di La Vita è un Canyon, di Augusto Bianchi Rizzi, L’amante di Harold Pinter e il recente Quale droga fa per me? di Kai Hensel (2006). Nel 2002 è inoltre diretta da Luca Barbareschi in Una relazione privata, versione teatrale del noto Une liason pornographique, film del belga Frédéric Fonteyne, e per la regia di Marco Carnitio è Caterina in La bisbetica domata di William Shakespeare.
Numerose sono anche le successive interpretazioni cinematografiche, nelle quali lavora con registi come Francesca Archibugi, Alessandro D’Alatri, Gabriele Cuccino, Robert Dornhelm, Xaver Schwarzenberg e Peter Greenaway.
In scena alla Sala Bartoli fino a domenica 23 dicembre, Quale droga fa per me? di Kai Hensel, è un appuntamento rilevante: e repliche – tranne quelle domenicali che iniziano alle 17 – saranno tutte serali con inizio alle ore 21, e solo quella di giovedì 20 dicembre avrà inizio alle ore 19. I biglietti sono ancora disponibili presso i consueti punti vendita della Biglietteria del Politeama Rossetti (da martedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19) e del Ticket Point di Corso Italia (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19) e presso Agenzia Bagolandia (via S.Marco 45, da lunedì a venerdì 9-13 e 16-19; sabato 9-12), Agenzia Pansepol (via del Monte, 2, giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19), Agenzia Peekabooh (Muggia, Riva De Amicis, 21, da lunedì a venerdì 9-12.30, 16-19; sabato 9-12) e presso le agenzie di Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani), San Vito al Tagliamento (Agenzia Medina Viaggi), Udine (Biglietteria del Teatro Nuovo Giovanni da Udine), Venezia (Agenzie IAT di Piazzale Roma, San Marco e Bookshop di Venice Pavillon), Mestre (Agenzia Felicità Viaggi), Vittorio Veneto (Agenzia Medina Viaggi) e Vicenza (Agenzia Vicenza.com) e presso le altre Agenzie del Circuito Charta presenti sul territorio nazionale (elenco sul sito del Teatro). Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511.
«Bellissimo e sconvolgente» così ha concordato la critica italiana nel giudicare Quale droga fa per me?, testo-confessione di Kai Hensel, uno degli autori contemporanei europei più innovativi che giunge sui palcoscenici italiani grazie all’intuizione di una regista come Andrée Ruth Shammah – sempre alla ricerca di drammaturghi non banali e ferma nella volontà di far dire al teatro il massimo che può comunicare in termini di pensieri e sentimenti – e grazie anche alla professionalità di un’attrice come Anna Galiena, che non si è sottratta alla sfida di un’interpretazione che è anche “gioco al massacro”, costruita sul difficile equilibrio fra lucidità ed emozione.
Hensel, tedesco, appena quarantenne, pluripremiato (ha nel suo carnet il prestigioso Deutscher Jugendtheaterpreis, nel 2002, e la Nominations del Max-Ophüls-Preis e del Bundesdrehbuchpreis), scrive secondo parametri di assoluta originalità, ritraendo l’oggi non attraverso il teatro-documento ma creando uno choc della coscienza rispetto alle vicende che quotidianamente abbiamo sotto gli occhi.
Quale droga fa per me? sembrerebbe un monologo, ma presto tradisce gli schemi consueti di questa forma per porsi nei termini di una conferenza. Tavolo, bicchiere d’acqua, schermo con diapositive che illustrano i meccanismi neuronali della droga… ma poco dopo, cambia ancora, e svela la sua vera natura, assumendo le forme laceranti di un vero e proprio match fra attrice e pubblico, un’introspezione che non può lasciarci indifferenti, e mette a nudo molto della nostra realtà.
La protagonista, Hanna, è una donna assolutamente normale: vive in una bella casa di periferia, ha un marito ingegnere, un bambino desiderato, le rate del mutuo da assolvere… Un quadro sereno, se non fosse che in Hanna si insinua una sottile infelicità. Una solitudine sempre più profonda che incrina la sua vita e la spinge verso la droga: la “conferenza” su cui si apre lo spettacolo infatti tratta delle scelte che Hanna ha fatto per dare una svolta alla sua vita. E queste scelte sono la droga: tante droghe che la donna ha iniziato ad assumere in modo sempre più pressante e che le hanno fatto conoscere l’euforia, la liberazione, il disvelamento di parti di sé rimaste in ombra... All’esaltazione però sopravviene l’incubo, la caduta e la presa di coscienza del devastante labirinto chimico di cui è rimasta prigioniera. Tutto forse solo a causa del suo inespresso bisogno di amore, quell’amore che Seneca riassume in poche ma grandi parole: “per essere amati bisogna darsi, riempire la vita”.
Un testo scabroso e sincero a cui Anna Galiena offre anima, voce, corpo, senza permettere che vada perduta nemmeno la più flebile sfumatura, nessun doloroso accento, niente della scomoda verità e dell’umiliante denuncia che lo percorrono.
Hensel ha iniziato a scrivere Quale droga fa per me? subito dopo la propria esperienza con gli stupefacenti, durata oltre un anno: un anno passato assumendo droga quotidianamente e - come per la maggior parte dei consumatori di droghe - proseguendo la vita esteriormente in assoluta norma. Una volta uscito dal gorgo, ha iniziato a guardare la realtà in modo nuovo:«Droghe nel cuore della società, droghe che diventano una faccenda normale, banale, di gente sola, desolata, un mondo peggiore di quello che la gente, con l’aiuto delle droghe, cercava di fuggire» scrive infatti. «Guardo le riviste che promettono sempre i soliti miracoli: “sei settimane e perdi la pancia”, “i quindici migliori trucchi al mondo per far sesso” – aggiunge – Il miglior programma per perdere la pancia è nutrirsi in modo sano e fare sport. Il trucco migliore al mondo per il sesso è non aver pancia. La gente lo sa benissimo, ma non vuole crederci. Vuole essere illusa. E sperpera il proprio tempo, i soldi, la salute e a volte la propria vita dietro a frottole. La menzogna è la nostra droga peggiore».
Anna Galiena nasce a Roma, ma artisticamente si forma a New York, dove studia con Caroline Ducrocq, Michael Moriarty e Sandra Seacat e comincia a lavorare, tra gli altri, con l’American Shakespeare Company, con Michael Moriarty al Public Theatre di New York e con Elia Kazan.
Il suo ritorno in Europa, alla fine del 1984, segna una nuova tappa nel suo percorso artistico. Accanto alle molte esperienze teatrali, tra le quali Le tre sorelle di Checov, diretta da Otomar Krejca, l’attrice partecipa ad alcune produzioni televisive e soprattutto cinematografiche, che le permetterà di affermarsi a livello internazionale, diretta da maestri come Claude Chabrol (Jours tranquilles à Clichè) o Yves Boisset (La fée carabine e La travesti), fino alla definitiva consacrazione, nel 1990, con Le mari de la coiffeus di Patrice Leconte, accanto a Jean Rochefort.
Nel 1991, interpreta Le Balcon di Jean Sartre, con la regia di Louis Pascal, nel 1992, partecipa al Festival dei Due Mondi di Spoleto, interpretando Verso la fine dell’estate, con la regia di Piero Maccarinelli e nel 1994 comincia la sua collaborazione con il Teatro Franco Parenti di Milano e con la regista Andrèe Ruth Shammah, sotto la cui guida è interprete di La Vita è un Canyon, di Augusto Bianchi Rizzi, L’amante di Harold Pinter e il recente Quale droga fa per me? di Kai Hensel (2006). Nel 2002 è inoltre diretta da Luca Barbareschi in Una relazione privata, versione teatrale del noto Une liason pornographique, film del belga Frédéric Fonteyne, e per la regia di Marco Carnitio è Caterina in La bisbetica domata di William Shakespeare.
Numerose sono anche le successive interpretazioni cinematografiche, nelle quali lavora con registi come Francesca Archibugi, Alessandro D’Alatri, Gabriele Cuccino, Robert Dornhelm, Xaver Schwarzenberg e Peter Greenaway.
In scena alla Sala Bartoli fino a domenica 23 dicembre, Quale droga fa per me? di Kai Hensel, è un appuntamento rilevante: e repliche – tranne quelle domenicali che iniziano alle 17 – saranno tutte serali con inizio alle ore 21, e solo quella di giovedì 20 dicembre avrà inizio alle ore 19. I biglietti sono ancora disponibili presso i consueti punti vendita della Biglietteria del Politeama Rossetti (da martedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19) e del Ticket Point di Corso Italia (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19) e presso Agenzia Bagolandia (via S.Marco 45, da lunedì a venerdì 9-13 e 16-19; sabato 9-12), Agenzia Pansepol (via del Monte, 2, giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19), Agenzia Peekabooh (Muggia, Riva De Amicis, 21, da lunedì a venerdì 9-12.30, 16-19; sabato 9-12) e presso le agenzie di Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani), San Vito al Tagliamento (Agenzia Medina Viaggi), Udine (Biglietteria del Teatro Nuovo Giovanni da Udine), Venezia (Agenzie IAT di Piazzale Roma, San Marco e Bookshop di Venice Pavillon), Mestre (Agenzia Felicità Viaggi), Vittorio Veneto (Agenzia Medina Viaggi) e Vicenza (Agenzia Vicenza.com) e presso le altre Agenzie del Circuito Charta presenti sul territorio nazionale (elenco sul sito del Teatro). Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511.
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