AFFOLLATA CONFERENZA PER LA PRESENTAZIONE DELLA STAGIONE 2014-2015 DEL TEATRO STABILE REGIONALE: 71 TITOLI DI PROSA, MUSICAL E DANZA
  • 9 Settembre 2014
  • Generale
Da 60 anni un Teatro che si pone come punto di riferimento ideale e culturale della comunità e ne interpreta il desiderio di crescere, di approfondire, di pensare, di riconoscersi, di emozionarsi, di divertirsi… a volte di sognare. Questo vuole rappresentare il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia per gli spettatori – della città, della Regione, di un’area sempre più incline ad ampliarsi verso i Paesi vicini – e questo traduce, anche per la Stagione 2014-2015, in una proposta articolata, varia e di qualità. Una programmazione che mette in primo piano la Prosa e l’attività di produzione, ma riserva grande attenzione anche all’opportuno dialogo con il mondo dello spettacolo europeo e internazionale, i cui ambiti più naturali appaiono il cartellone Danza e quello dedicato a Musical&Eventi.
«Una stagione da favola» dunque, come recita lo slogan scelto quest’anno, non solo per la qualità degli artisti che vi prenderanno parte, ma anche perché punteggiata da mille racconti: favole romantiche – come The Beauty and The Beast trasportata nel musical Disney o Biancaneve trasformata in balletto da Preljocaj – ma anche storie divertenti, fantasiose, o ricche d’induzioni e d’inquietudine, quelle dei nostri giorni, che fanno vivere i cartelloni Prosa e altripercorsi.

La Stagione 2014-2015 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia è stata presentata martedì 9 settembre alla Sala Bartoli nel corso di una conferenza stampa a cui hanno presenziato il sindaco di Trieste, Roberto Cosolini, l'assessore al bilancio della Regione Francesco Peroni e la Presidente della Provincia di Trieste Maria Teresa Bassa Poropat. La presentazione è stata introdotta dal presidente dello Stabile Miloš Budin e condotta dal direttore Antonio Calenda, che – firmata la sua 20esima stagione – lascia la direzione alla fine del mese di settembre, dopo aver lavorato appassionatamente al vertice del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia dal 1995 e aver assicurato all’Istituzione una significativa crescita e molti successi.

Sarà proprio uno spettacolo di produzione, diretto da Antonio Calenda – Finis Terrae, che ha debuttato con ottimo esito lo scorso luglio alla Festa del Teatro di San Miniato – l’evento che inaugurerà la stagione 2014-2015, il prossimo 22 ottobre.
Finis Terrae nasce da un’idea dello stesso Antonio Calenda scritta da Gianni Clementi. Affronta i temi scottanti della povertà materiale e spirituale, dell’assenza di valori, di umanità, della dignità e della discriminazione e parla d’accoglienza e del bisogno imperioso di speranza. Temi che prorompono nella quotidianità attraverso le cronache degli sbarchi e ci impongono riflessioni scomode, ma necessarie. All’inizio si ride per i ragionamenti dei due piccoli contrabbandieri (Nicola Pistoia e Paolo Triestino) ma presto lo spettacolo assume una koinée sortilega, che intreccia sogno e realtà, dialetto e poesia, musiche e rivelazioni. L’apparizione di un gruppo di profughi oppressi dal loro negriero (attori-musicisti provenienti da diversi Paesi africani, uno dei quali, Ismaila Mbaye è stato presente alla conferenza) è il viatico a questa nuova dimensione. Non solo il messaggio finale, ma l’intero spettacolo e la sua progettazione, si sono delineati nel segno dell’incontro, del rispetto, della reciprocità: gli artisti africani che il regista ha selezionato possiedono una potenza espressiva incredibile, e nel confronto con l’umanità e i pregiudizi o addirittura il cinismo incarnati dagli altri personaggi creano un corto circuito di prospettive ed emozioni, che è già catarsi.

Un secondo momento rilevante sul piano produttivo, inserito nella stagione Prosa è Trieste una città in guerra, un progetto legato al centenario della Grande Guerra che vede uniti il Teatro Stabile regionale ed il Teatro Sloveno, in collaborazione con La Casa del Lavoratore Teatrale. La città visse il conflitto in prima linea, ne conobbe le contraddizioni: come l’esplosione di rabbia anti-italiana quando l’Italia dichiarò guerra e, però, anche la diserzione di molti triestini dall’esercito imperiale, pur di non combattere contro quella che ritenevano loro “patria” d’elezione… Questo singolare punto di vista sugli eventi è alla base dello spettacolo, che racconta due storie di guerra – una scritta in sloveno da Marko Sosič, l’altra in italiano da Carlo Tolazzi – sullo sfondo di Trieste: la compagnia recita nelle due lingue con parole in tedesco (ci sarà la sopratitolazione) ed il regista Igor Pison è italiano, di cultura slovena e di formazione tedesca. Quasi a sancire che l’arte può armonizzare ciò che la guerra ha diviso. Gli interpreti: Nikla Petruška Panizon, Lara Komar, Maria Grazia Plos, Tadej Pišek, Max Borghesi, Primož Forte, Adriano Giraldi, Maurizio Zacchigna, Paola Colacino, Lorenzo Zuffi.

Ha valore metaforico, oltre che rappresentare un momento di confronto interessante, anche la collaborazione fra Slovensko Mladinsko Gledališče di Lubiana, Slovensko Narodno Gledališče di Nova Gorica, Schauspielhaus di Graz e Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia per la produzione di Nora Gregor, il continente nascosto della memoria inserito nel cartellone altripercorsi. Il tema è ancora l’insensatezza della guerra che pesa sul destino di Nora Gregor. Nata a Nova Gorica nel 1901, da famiglia tedesca, Nora Gregor deve abbandonare Gorizia divenuta italiana dopo la prima guerra mondiale. Si afferma come attrice a Vienna e Berlino, e recita a Hollywood nei primi successi del sonoro e in grandi film con registi come Max Reinhardt e Jean Renoir. Sposa un nobile austriaco, ma l’annessione dell’Austria al Reich la costringe all’esilio e al declino. Recitato da attori dei tre teatri-partner, lo spettacolo induce a riflettere sulla storia, ma anche sul ruolo della donna nella società e su come certe figure incolpevoli siano destinate all’oblio. Scritto e diretto da Neda R. Bric, lo spettacolo è interpretato da Helena Peršuh, Dario Varga, Robert Prebil, Marjuta Slamic, Gorazd Jakomini, Ivan Godnič e nei contributi video da Peter Harl, Lučka Počkaj, Alessandro Mizzi, Gerhard Balluch, Franz Solar.

Saranno poi riproposte produzioni accolte lo scorso anno da straordinario successo.
Innanzitutto Magazzino 18 il musical civile scritto e interpretato da Simone Cristicchi e diretto da Antonio Calenda, incentrato sull’esodo giuliano dalmata. Una delle pagine più tristi e poco note della storia del Novecento che lo spettacolo ha raccontato in modo toccante alternando canzoni e testimonianze e riscuotendo esiti trionfali in Italia e all’estero (una replica è in scena in Canada il 12 settembre, il 5 settembre lo spettacolo ha ottenuto il premio Maschere del Teatro italiano per le migliori musiche). Magazzino 18 sarà nuovamente al Politeama Rossetti con la FVG Mitteleuropa Orchestra diretta dal Maestro Sivilotti a eseguire dal vivo la partitura dello spettacolo, coprodotto dallo Stabile con Promo Music. Proseguirà poi il tour italiano toccando fra l’altro Milano, Napoli, Torino, Bologna, Genova e sarà riproposto a Roma.
Ritorna in scena alla Sala Bartoli, per altripercorsi anche Una giovinezza enormemente giovane monologo pasoliniano impreziosito da un’impeccabile prova d’attore di Roberto Herlitzka. La regia di Antonio Calenda mette in luce la forza presaga dello scrittore friulano, che molto aveva intuito delle contraddizioni attuali sul piano sociale e politico. Le nuove repliche dello spettacolo fanno omaggio all’autore Gianni Borgna, recentemente scomparso. La tappa a Trieste s’inserisce nel tour nazionale che apre al Piccolo Teatro “Paolo Grassi” a Milano e va a Roma al Teatro Argentina, a Napoli, Torino.
Gradito ritorno infine quello de La coscienza di Zeno spiegata al popolo per la regia di Paolo Rossi: un’ardita rilettura di episodi celebri del romanzo sveviano in forma di happening interpretata dagli artisti del Pupkin Kabarett. In scena – al Teatro Miela – saranno Laura Bussani, Stefano Dongetti e Alessandro Mizzi. Lo spettacolo ha rappresentato una tappa significativa nella sinergia fra Cooperativa Bonawentura/Teatro Miela e Stabile regionale, qui coproduttori.
Sono inoltre in tournée nazionale le due coproduzioni dello Stabile regionale La scena e Othello l’H è muta applaudite a Trieste lo scorso anno.

La stagione Prosa 2014-2015 è declinata sui temi della contemporaneità, fin dall’inaugurazione con Finis Terrae. Ciò perché la prosa offre la chiave per leggere criticamente la nostra realtà, grazie alla sensibilità degli autori viventi, confermando al teatro il ruolo di centro d’incontro e di riflessione per la comunità.
Dei 17 spettacoli proposti, dunque, ben 13 sono concepiti da drammaturghi contemporanei italiani o internazionali: si analizzeranno rapporti familiari o fra i sessi, o sociali con Mattia Torre in 456, con Ingmar Bergman in Sinfonia d’Autunno, con Neil LaBute in Some(s) Girls, con Fausto Paravidino in I Vicini… Ma il teatro può trattare anche temi sociali: la crisi economica (Il prestito di Jordi Galceran), il decadimento morale (Arancia Meccanica di Anthony Burgess), la drammatica situazione del lavoro (7 minuti di Stefano Massini), o quella problematica – ma raccontata con ironia – del sistema scolastico (La Scuola di Domenico Starnone). Contemporanei anche gli occhi che rileggono pagine significative del nostro passato, come accade nelle produzioni Magazzino 18 e Trieste una città in guerra e nell’ospitalità Goli Otok di Renato Sarti. Un atteso ritorno infine quello di Eric-Emmanuel Schmitt con Il Visitatore.
Immancabili sono naturalmente i classici: quattro presenze forti, in questa stagione, che si fondano su importanti prove d’attore e registiche e letture ricche di contaminazioni. È il caso dell’attesa Carmen di Mario Martone, con Iaia Forte e l’Orchestra di Piazza Vittorio per la prima volta allo Stabile regionale; ma anche della scarnificata rilettura di Otello di Luigi Lo Cascio, Jago sulla scena, accanto al protagonista Vincenzo Pirrotta. Completano il quadro l’Enrico IV pirandelliano nell’applaudita edizione interpretata e diretta da Franco Branciaroli e il fresco Don Giovanni di Molière nel cui ruolo del titolo e regia si impegna Alessandro Preziosi, con lo Sganarello di Nando Paone.
Se questi primi nomi rappresentano un gustoso assaggio della stagione non sono da meno gli altri artisti coinvolti, selezionati dalla direzione con cura e secondo canoni di alto livello qualitativo.
Figurano fra i registi Alessandro Gassmann, Gabriele Russo, Gabriele Lavia, Valerio Binasco, Daniele Lucchetti, Giampiero Solari, Elio De Capitani con Sarti. Altre ottime prove d’attore connoteranno il cartellone: Ottavia Piccolo con altre 10 attrici in 7 minuti, Anna Maria Guarnieri in Sinfonia d’Autunno, Alessandro Haber e Alessio Boni ne Il Visitatore, Silvio Orlando con Roberto Citran, Marina Massironi ne La scuola, Antonio Catania e Gianluca Ramazzotti ne Il prestito
Il cartellone altripercorsi impreziosisce e completa la già notevole proposta di prosa con ulteriori 27 titoli, tutti d’autore contemporaneo. Le linee di riflessione quest’anno comprendono un ampio ventaglio di argomenti. Anche gli spazi di riferimento saranno, come di consueto, diversi: buona parte della stagione ha luogo alla Sala Bartoli, uno spazio “da camera” per una vicinanza con gli interpreti ricca di suggestioni. Come sempre alcuni titoli andranno in scena alla Sala Assicurazioni Generali, mentre si rinnova la collaborazione varata lo scorso anno con il Teatro Miela che ospiterà 7 spettacoli di altripercorsi. La sinergia sul piano degli spazi coinvolge per il 2014-2015 anche il Teatro Stabile Sloveno, che oltre a essere partner produttivo dello Stabile, entra in gioco ospitando nella propria sala uno dei titoli “top” di altripercorsi: Orchidee di e con Pippo Delbono. Talento singolare, Delbono con la sua compagnia presenta uno spettacolo maturo ed emozionate che ragiona sul senso della vita e che la critica ha giudicato perfetto.
La realtà contemporanea raccontata nei rapporti interpersonali, nelle inquietudini interiori, negli slanci sentimentali è al centro di molte pièce: innanzitutto L’invenzione della solitudine di Paul Auster, altra punta di diamante del cartellone, con la delicata regia di Giorgio Gallione, l’interpretazione applaudita di Giuseppe Battiston e le musiche di Stefano Bollani.
Daniel Glattauer giornalista e scrittore austriaco, racconta invece la nascita di una storia d’amore… per e-mail: protagonisti del moderno epistolario sentimentale sono Roberto Citran e Chiara Caselli in Le ho mai raccontato del vento del nord. Ancora amore e i mutamenti a cui induce è il tema di Notturno - La ragione del sonno tratto da Johnatan Coe con Irene Serini e Alice Redini. La Fondazione invece indaga sulla solitudine e le curiose manie di un anziano: drammaturgia tratta da Raffaello Baldini, ne è protagonista Ivano Marescotti diretto da Valerio Binasco. Squadra creativa femminile per La vita accanto di Maura Del Serra (ispirato a un fortunato romanzo di Mariapia Veladiano): Cristina Pezzoli dirige Monica Menchi in un monologo sul rapporto con la propria immagine. Si susseguiranno poi spettacoli legati a temi sociali e politici: fra questi All You Need Is Love - L’economia spiegata con i Beatles concepito e interpretato dal giornalista Francesco Rampini, La vita è un viaggio che vede in scena un’altra firma giornalistica del rilievo di Beppe Severgnini; Chicago Boys di Renato Sarti, interprete, regista e anche autore con Bebo Storti parla di crisi economica e In fondo agli occhi di e con Gianfranco Berardi, artista che con la sua ironia fa della cecità la metafora dell’assenza di prospettive del nostro Paese. Ancora attualità e politica si fondono negli spettacoli-denuncia moro: i 55 giorni che cambiarono l’Italia di e con Ulderico Pesce e il contributo del giudice Imposimato, e il divertente ed efficace Miles Gloriosus, morire d’uranio impoverito di Antonello Taurino. Chiude il filone, nel segno del divertimento Flebowsky - storie di ordinaria corsia ispirato a un romanzo di Fabrizio Blini e interpretato da Nicola Pistoia.
La comicità intelligente, surreale, fantasiosa sarà poi alla base di due spettacoli che offrono una deformata lettura del nostro mondo: Fratto_X di e con Antonio Rezza e Nessi con Alessandro Bergonzoni.
Si volgono invece al mondo dell’arte ritraendo due grandi figure femminili il triestino Lino Marrazzo, autore e regista di Artemisia Gentileschi (con Fulvio Falzarano e Valentina Rosaroni) e Lanie Robertson che affida invece all’interpretazione di Fiorella Rubino la mecenate Peggy Guggenheim.
A indagare nel complesso mondo femminile aiuta anche il mito, da cui i drammaturghi continuano a trarre ispirazione: Ugo Vicic ne La memoria di Medea usa accenti da giallo psicanalitico e si affida all’interpretazione di Dora Di Mauro diretta da Paola Bonesi; Daniela Giovanetti è protagonista di una reincarnazione letteraria in Cleopatra di Gianni Guardigli; Alberto Bassetti colora di pennellate metateatrali il rapporto fra Edipo e Antigone in Edipo in compagnia, con Paolo Graziosi e Elisabetta Arosio.
Contaminazioni di teatro e musica sono alla base di Orpheus di e con Daniela Giordano, il contributo musicale di Ismaila Mbaye e Djibril Gning
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