VANIA


Votazioni aperte dal 10 Aprile
  • Crediti

    drammaturgia collettiva

    ideazione e regia Stefano Cordella

    con Francesca Gemma, Vanessa Korn, Dario Merlini, Fabio Zulli

    scene e costumi Stefania Corretti, Maria Barbara De Marco

    disegno luci Marcello Falco
    organizzazione Emma Mainetti, Irene Romagnoli

    produzione OYES
    con il sostegno di Mibact, Fondazione Cariplo, URA_Residenze (progetto di Regione Umbria, Comune di Gubbio e Centro Teatrale Umbro), Next - Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo 2016/2017

    °°° spettacolo finalista In-box 2017
    °°° progetto vincitore del premio “Giovani Realtà del Teatro” - edizione 2015
    °°° menzione speciale alla Drammaturgia - Festival Inventaria 2016 - Teatro

La drammaturgia originale firmata dal collettivo OYES e diretta da Stefano Cordella, porta in scena le paure, il senso di vuoto e l’impossibilità di guardare al futuro con speranza dei trentenni di oggi attraverso la riscrittura di “Zio Vanja”, qui ambientato in un claustrofobico paesetto della provincia lombarda.
Dell’opera chechoviana si riprendono i temi e i quattro personaggi principali che ruotano attorno alla figura del Professore, costretto a letto e tenuto in vita da un respiratore artificiale. 
Anche qui, come nel testo dell’autore russo, il desiderio di cambiare di ciascuno dei personaggi in scena si confronta con la paura di invecchiare, le rigidità, i sensi di colpa e il timore di non essere all’altezza. Fabio Zulli, Francesca Gemma, Vanessa Korn e Umberto Terruso riusciranno a tramettere tutto il riso e lo strazio della vita.
 

PREZZO DEI BIGLIETTI

Posto unico Interi € 19 | Ridotti € 16 | 1★

Last minute € 15

 

Prenotazioni stelle/abbonamento libero 25/02 h. 10.00

Vendita biglietti/school card 27/02 h. 10.00

Giovedì 10 Aprile
21:00
Venerdì 11 Aprile
19:30

Un convincente lavoro collettivo drammaturgico con Stefano Cardella che si è occupato dell’adattamento e della regia, dà vita a questo testo, che parte dai temi e dai personaggi del dramma di Anton Cechov. Le figure che ruotano attorno al vero protagonista, invisibile perché malato e che non appare mai in scena, ma la cui autorità incombe per tutta la durata dello spettacolo, sono consapevoli di non fare la vita che vorrebbero a causa di molte ragioni, fra cui proprio la presenza del Professore, rispettivamente marito, fratello, padre e paziente, bisognoso di cure e tenuto in vita da un respiratore artificiale. Ma il cambiamento non è cosa facile da attuare: la mancanza di prospettive, l’ambiente ristretto che li circonda, la realtà del quotidiano soffocano ogni tentativo dei protagonisti di mutare il loro destino. Ed è proprio su questo che la Compagnia teatrale OYES, formata da giovani e preparati attori, ha basato il parallelismo tra il lavoro originale e l’adattamento; anche i giovani d’oggi mancano spesso di opportunità e di obiettivi da raggiungere, tanto da potersi riflettere nei tormenti e nel malessere dei personaggi cechoviani come in uno specchio generazionale. L’allestimento minimalista e l’abbigliamento contemporaneo sottolineano l’attualità del testo, i dialoghi dettati da un livello culturale piuttosto basso, la parlata volgare e goliardica da cui emergono i nomi di idoli di una generazione che non ha, per la gran parte, una via d’uscita al vuoto interiore da cui è sopraffatta, viene ottimamente resa dai quattro interpreti in scena.

Congratulazioni

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