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Crediti
testo Irene Petra Zani
concept Federica Fracassicon Federica Fracassi, Dimitrios Papavasiliu e Shari DeLorian
cura Teatro di Dioniso | Nicoletta Scrivo e Tinaossound design Shari DeLorian
testo vincitore del bando di drammaturgia FUTURO PASSATO e del premio di produzione di FESTIL 25
spettacolo realizzato in collaborazione tra FESTIL
e Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Irene Petra Zani incontra la tragedia umana e intellettuale di Carlo Michelstaedter ridandole vita con un gesto artistico dalla meccanica atroce e inesorabile, mascherata a tratti da una beffarda ironia.
Carlo è di fronte a Peitho, la Dea della persuasione, che si abbandona a un’apologia della violenza e della guerra come principi che governano il mondo. La Storia si intreccia con la storia del ragazzo friulano che, come un Oreste contemporaneo, sprofonda dentro se stesso alla vigilia della Grande Guerra. In un paesaggio devastato e sospeso, agito da voci e da suoni, anche il Coro avrà la sua parte.
PREZZO DEI BIGLIETTI
Posto unico Interi € 16 | Ridotti € 13 | Studenti € 11
Il prezzo ridotto è rivolto agli under 26, over 65, Soci Coop Alleanza 3.0 e abbonati del Politeama Rossetti
Il prezzo ridotto studenti è rivolto a studenti di ogni grado e universitari
Ridotto abbonamento a 3 spettacoli € 33 (11 euro a spettacolo)
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SINOSSI
Si dice che il volto della Persuasione sia terribile, ma è davvero così? É questo il tormento ininterrotto della mente di un ragazzo di 23 anni di Gorizia che scrive e pensa in greco, all’alba del 1900. Il ragazzo cerca di farne un ritratto che vada oltre la maschera degli insegnamenti ereditati e così Peitho, Dea della Persuasione del pantheon greco, appena evocata si discolpa dalla guerra e dal capitalismo occidentale. Il pubblico assiste a una apologia dove la Storia della violenza come principio che governa il Mondo, si intreccia con la storia del ragazzo friulano che, come un Oreste contemporaneo, sprofonda dentro se stesso alla viglia della Grande Guerra. Ma le maschere non cadono. E Peitho non persuade nessuno. Forse.
Irene Petra Zani
“La guerra è la morte dell’arte? Purtroppo, no. Anche se la guerra è la morte e l’arte è la vita esse convivono fin dall’Iliade, fin dall’Antico Testamento. Esiste un bisogno umano di esprimere in poesia anche le cose più atroci.” Così Primo Levi sopravvissuto ad Auschwitz e poi morto suicida.
Irene Petra Zani incontra la tragedia umana e intellettuale di Carlo Michelstaedter ridandole vita con un gesto artistico che ho subito trovato perfetto nella sua meccanica atroce e inesorabile, mascherata a tratti da una beffarda ironia. Nella testa di Carlo nasce la Dea della persuasione. Vomita parole affilate come armi, mentre si discolpa incalzata da un coro di umani che si professano innocenti per le sorti che loro stessi impongono al mondo. Il rischio formale di questo progetto mi ha innamorata. Conoscevo la storia di Carlo per averla studiata a scuola, sui libri. La sua coerenza mi è sempre parsa terribile e al tempo stesso gloriosa. Sono certa che l’arte debba raccontare anche il male e le nostre parti oscure ed è raro trovare scritture così potenti e lucide che tengono sapientemente in pugno ciò che quasi non si riesce a dire. Ho immaginato un ambiente crudele, spietato, un paesaggio devastato e sospeso agito da voci e da suoni. Il sound artist Shari DeLorian, che ha naturale sintonia con questa materia, è il nostro coro. Dimitrios Papavasiliu è Carlo: come lui parla e scrive in greco. Parole come propaganda, parole come poesia, parole come partiture, come proiettili che continuano a ferire.
Federica Fracassi