Votazioni terminate

La Stagione 2023-2024 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia si apre nel nome di Svevo: nel centenario della pubblicazione, Paolo Valerio dirige Alessandro Haber ne “La coscienza di Zeno”, prima di una quindicina di produzioni, il fulcro dell’attività dello Stabile. Ma unire quest’impegno produttivo ad una poliedrica e potente proposta di spettacoli, assicura al Rossetti una propria unicità sul piano nazionale. Gli oltre 70 titoli in programma, intrecciano alla linea della Prosa, quella dedicata alla scena contemporanea (Carrozzeria Orfeo, il Teatro dei Borgia…) mentre nell’itinerario “Politeama” si contaminano linguaggi e generi, attraverso musical famosi (“Cabaret”, “Chicago”, “Cats”…), il circo, la danza (il giapponese “Light in the Dark”), la comicità. Il classico si alterna così alla valorizzazione dei giacimenti culturali del territorio, la drammaturgia del Novecento a quella dei viventi - da Paolini, ad Ozpetek, al grandissimo Stefano Massini - e ad intriganti sguardi al panorama internazionale. E accanto ai talenti più freschi, reciteranno immensi maestri: Isabella Rossellini, Umberto Orsini, Gabriele Lavia, Franco Branciaroli…

Si riparte da Svevo e - nel centenario della pubblicazione - da una produzione raffinata de “La coscienza di Zeno” per la regia di Paolo Valerio e con Alessandro Haber: è un romanzo antesignano, affascinante, un unicum rispetto alla letteratura coeva. Un unicum, come unico era il milieu in cui si è formato il suo autore.

Ed unico è il Rossetti che dà voce attraverso la propria arte e si radica in una città - Trieste - e in una regione - il Friuli Venezia Giulia  - uniche per la loro realtà “di confine” e dunque aperta, percettiva, reattiva, plurale. Per la ricca tradizione culturale, per la loro storia, per la capacità di proiettarsi lontano e di stimolare il dialogo, accogliere intuizioni, valorizzare la molteplicità.

Al pubblico esigente, colto, curioso di quest’area il Teatro Stabile si rivolge dunque con un programma che ha un profilo di unicità nel panorama nazionale per la capacità di armonizzare  un’attività produttiva importante (una quindicina fra spettacoli nuovi e ripresi) e una poliedrica, multigenere e potente proposta di spettacoli ospiti, nazionali e internazionali (oltre 70) afferma.

La Stagione 2023-2024 è stata presentata in conferenza stampa giovedì 22 giugno al Politeama Rossetti: dopo i saluti istituzionali e l’introduzione del Presidente del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia Francesco Granbassi, il direttore Paolo Valerio ha illustrato l’intera programmazione in abbonamento.

La Stagione è stata ufficializzata con largo anticipo rispetto alla tradizione, con l’intento di assicurare al pubblico tempi più agevoli per informarsi e abbonarsi, in un momento in cui il Teatro è ancora molto attrattivo ed in piena attività, con l’arrivo del grandissimo evento internazionale “The Phantom of the Opera” al Rossetti dal 4 al 16 luglio prossimi e con la rassegna “Il Rossetti a Miramare” in scena nello splendido Parco dal 7 luglio al 6 agosto.

Successivamente l’attività proseguirà quasi senza sospensioni e puntando diritto al cuore della produzione: a fine agosto proverà infatti a Trieste la compagnia de “La coscienza di Zeno” a cui il 3 ottobre sarà affidata l’inaugurazione della Stagione al Politeama Rossetti.

Lo spettacolo - coprodotto con Goldenart Production - vanta una notevole compagnia: Alberto Onofrietti, Francesco Migliaccio, Valentina Violo, Maria Grazia Plos, Riccardo Maranzana, Emanuele Fortunati, Meredith Farulla, Caterina Benevoli, Chiara Pellegrin, Giovanni Schiavo. Attorniano lo Zeno di Alessandro Haber di cui il regista Paolo Valerioammira «il carisma potentissimo e l’istinto scenico assolutamente personale, che fuori da ogni cliché sa coniugare ironia e profondità in ogni interpretazione». Del protagonista sveviano l’attore restituirà perfettamente il percepirsi inetto e malato, e gli ostinati - ma mai del tutto convinti - tentativi di cambiare e guarire. Un sentire che porta Zeno ad attraversare l’esistenza intrecciando quotidianità borghese ad episodi surreali ricchi di humour, e ad illuminazioni che possiedono una forza che ancora ci scuote. L’allestimento è firmato da Marta Crisolini Malatesta e impreziosito dalle suggestioni video di Alessandro Papa.

Danno voce ai giacimenti culturali del territorio anche le produzioni affidate allo scrittore Mauro Covacich che riprende - in occasione del centenario e per rispondere al grande successo ottenuto - la lezione-spettacolo “Svevo” a cura di Franco Però, applaudita in molti teatri, in prestigiosi festival letterari (da Torino, a Roma, alla Milanesiana) e all’estero. Lo stesso Covacich presenta il nuovo “Saba” a cura di Alberto Giusta, parte finale del trittico dedicato alla Trieste letteraria del Novecento. Il progetto ha suscitato l’interesse del critico Antonio Audino e di Rai Radio3 che ne ha trasmesso in diretta dalla Sala Bartoli tutte le tappe - “Svevo”, “Joyce” e un’anteprima di “Saba” - riunendole in un podcast.

Un emblema della Trieste letteraria è anche Giani Stuparich a cui il direttore ha dedicato nell’estate 2021 una “maratona di lettura” trasformatasi poi in spettacolo: “Quell’anno di scuola” - affidato alla regia di Alessandro Marinuzzie adattato con Davide Rossi, magistralmente interpretato da Ester Galazzi, Riccardo Maranzana e dagli attori del progetto TeSeO del coproduttore Stabile del Veneto - è stato il titolo più visto alla Sala Bartoli nella scorsa stagione. Vi ritorna a grande richiesta, prima della tournée.

Accanto al Teatro Sannazaro e ad Accademia Perduta, lo Stabile regionale apre anche un’altra indagine sul Novecento, guardando alla forza anticipatrice del Teatro dell’Assurdo che pervade la comicità paradossale de “La lezione” di Ionesco: ne è interprete un ispirato Nando Paone con Daniela Giovanetti e Valeria Almerighi diretti da Antonio Calenda.

Con Mic International Company si lavora invece nel segno del territorio, della memoria e di una sempre più accesa attenzione all’ambiente: ne “Il Vajont di tutti” scritto e diretto dal corregionale Andrea Ortis si ricostruiscono i retroscena e le cause del disastro del 1963 incastonandovi un monito attualissimo e imprescindibile sul rispetto per la natura troppo spesso vittima di un sistema economico ingordo e ottuso. La sensibilizzazione all’ecologia percorre anche le produzioni in scena a Miramare, grazie alla collaborazione con il Museo Storico del Castello e del Parco di Miramare - la ripresa de “I segreti dei giardini dell’Arciduca” di Paola Bonesi e il nuovo “Green Shakespeare: Trees, Storms, Flowers and the Moon” a cura di Paolo Valerio - e ritornerà in ulteriori progetti che saranno sviluppati nei prossimi mesi.

Coproducendo “Lidodissea” della compagnia Berardi-Casolari, lo Stabile abbraccia la ricerca portata avanti da questi straordinari artisti che indagano qui il senso e l’inquietudine del limite e della fragilità nell’ottica della società contemporanea. Il loro spettacolo sarà accessibile a tutti grazie all’uso dell’app di audiodescrizione Converso. Prosegue inoltre la collaborazione con l’Accademia della Follia che programma alla Sala Bartoli il pasoliniano “Noi sappiamo i nomi”.

Vengono riproposti infine “Il muro trasparente. Delirio di un tennista sentimentale”, un interessante crossing fra teatro e sport con Paolo Valerio che percorrerà ancora l’Italia, mentre solo per le tournée nazionali riprendono “Il mercante di Venezia” con Franco Branciaroli che ha raccolto una lunga serie di sold out già nella prima stagione e “Pasolini Pound. Odi et amo” di Leonardo Petrillo creato per #Pasolini100.

Il Teatro Stabile sostiene l’educazione e la formazione ed oltre ad un sempre crescente dialogo rivolto alle scuole, continua nella collaborazione con l’Associazione StarTs Lab producendo “Caro Charles, parlatemi di Oliver” lo spettacolo di Luciano Pasini recitato dai giovani allievi della scuola di teatro. Sarà ulteriormente programmato inoltre il sempre richiesto “Rossetti Open”.

Notevole dedizione si assicura infine al progetto dei Piccoli di Podrecca: il “Varietà en plein air” è in programma a Miramare nella regia di Barbara Della Polla ed Ennio Guerrato, e raddoppierà la proposta di Teatro di Figura di Gianpiero Lapilli rivolta alle scuole d’infanzia.

In una così intensa e diversificata attività di produzione (a cui afferiscono ulteriori iniziative che sgorgano da interessanti sinergie e sono site specific nei Musei Civici, nel tessuto cittadino - come le passeggiate letteraturistiche, uno dei tanti risvolti della collaborazione con l’Università degli Studi di Trieste e con i professori Laura Pelaschiar e Paolo Quazzolo - i concerti a Miramare con la Fondazione Teatro lirico G. Verdi e molte altre) è strumento espressivo e artistico fondamentale il gruppo di attori di riferimento dello Stabile coinvolti costantemente nelle grandi produzioni come nei più osmotici progetti per il territorio: Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Maria Grazia Plos.

Coerentemente con le idealità che ispirano il progetto di produzione, il Teatro Stabile ha costruito una Stagione 2023-2024 tale da offrire ai cittadini un teatro di qualità, per riflettere, pensare, sognare e divertirsi. Un teatro che protegga la tradizione e si apra al nuovo, che educhi, appassioni i giovani e conquisti un pubblico sempre più vario, esigente, preparato.

Il cartellone “Rossetti” raccoglie i titoli di Prosa, il cartellone del “Politeama” è molteplice, un intrigante alternarsi di linguaggi e generi - dal musical, alla danza, al circo, alla comicità. Infine - ospitata per la maggior parte alla Sala Bartoli - la proposta che riguarda la scena contemporanea, fatta di ricerca e contaminazioni, di espressività differenti e affascinanti.

Se quello passato è stato l’anno dei grandi registi, in questo cartellone di Prosa sono invece gli attori a togliere il fiato: basta citare Isabella Rossellini, protagonista assoluta e versatile di cinema, teatro e di molte altre arti, che sarà in scena per la prima volta al Rossetti, e poi Maestri della statura di Umberto Orsini - che applaudiremo ben due volte, una delle quali con Franco Branciaroli - e Gabriele Lavia oltre al “nostro” Alessandro Haber. Ma non basta, fra i nomi in cartellone spiccano Arturo Cirillo, Monica Guerritore, Alessio Boni, Elio Germano, Massimo Ghini, Stefania Rocca, Neri Marcorè

Lo stesso si potrebbe dire per gli autori contemporanei: punte di diamante a partire da Stefano Massini il primo italiano ad aver ricevuto il Tony Award nel 2022. E poi ecco Marco Paolini, Ferzan Ozpetek… Nomi che lasciano intuire un cartellone che contamina, affronta temi stringenti, alterna classici e viventi, testi drammatici al linguaggio della comicità che attraversa i secoli, da Molère, a Neil Simon, agli Oblivion…

Dopo la già citata “La coscienza di Zeno” la Prosa proseguirà con un affascinante focus su classici russi: “L’ispettore generale” permette a Rocco Papaleo diretto da Leo Muscato di accentuare ogni sfumatura dell’ironia di Nikolaj Gogol, mentre Umberto Orsini ne “Le memorie di Ivan Karamazov” tratto da Dostoevskij offre una prova d’attore unanimemente valutata come sublime.

Un’incursione nel mondo contemporaneo sarà assicurata da Marco Paolini in “Boomers” che analizza le vittorie e le sconfitte di una generazione, dall’iconico “bar della Jole” intrecciando musica e parola. Il regista siciliano Guglielmo Ferro si addentra invece nella prosa di Giovanni Verga e nella vicenda drammatica di “Storia di una capinera”. Il nuovo anno si aprirà nel nome di una delle figure più immense della storia: San Francesco, raccontato da Simone Cristicchi in “Franciscus”. Un classico seicentesco - “L’avaro” di Molière - mostrerà la sua incisività contemporanea nell’adattamento di Letizia Russo e nell’interpretazione di Ugo Dighero e Mariangeles Torres.

Arrivano poi due vertici del cartellone Prosa: da un lato la riflessione di un autore eccellente e splendido affabulatore come Stefano Massini che ne “L’interpretazione dei sogni” attraverso una raffinata tessitura di racconto e musica indaga freudianamente sulle connessioni fra sogno e vita. Dall’altro c’è l’esordio di grande prestigio al Rossetti di Isabella Rosellini. È attrice e ironica autrice di “Darwin’s Smile” uno one-woman show in cui riunisce i suoi due maggiori interessi, la recitazione e la scienza.

“Cyrano de Bergerac” è un eroe visionario, senza tempo, come dimostra l’edizione diretta e interpretata da Arturo Cirillo, in un contesto luccicante da Gran Varietà televisivo, che nulla toglie alla sua poesia. Un attore sofisticato come Elio Germano e il compositore Teho Teardo sperimentano la vertigine di tradurre in scena in “Paradiso XXXIII” la mistica conclusione della Divina Commedia e si affidano per la regia ad una coppia di fama internazionale, Lulu Helbaek e Simone Ferrari.

Un omaggio a Federico Fellini, al suo cinema e un’amara riflessione sul cinismo dello Star System si sostanziano in “Ginger e Fred” di cui Monica Guerritore cura adattamento e regia e di cui è protagonista con Claudio Casadio.

La realtà del mondo dello spettacolo e di due star sul viale del tramonto con i loro tic ed egocentrismi ritorna anche ne “I ragazzi irresistibili”: ma la scrittura di Neil Simon ne fa un capolavoro di humour e tenerezza perfettamente restituite dalle splendide interpretazioni di Umberto Orsini Franco Branciaroli diretti da Massimo Popolizio.

Sarà poi la volta della già citata coproduzione “La lezione” di Ionesco.

All’“Iliade”, uno dei punti cardinali della cultura europea, si rivolge invece l’attenzione di Alessio Boni che dopo il successo di “Don Chisciotte” è interprete e coautore (con Roberto Aldorasi, Francesco Niccolini, Marcello Prayer) di un nuovo spettacolo ispirato al poema omerico.

Gabriele Lavia, coltissimo regista e interprete della commedia “Un curioso accidente” sceglie quest’anno un poco frequentato capolavoro di Goldoni.

Contaminazioni di musica e drammaturgia sono la sostanza de “La buona novella” di Fabrizio De André: la genialità del cantautore trova la via della scena grazie a Giorgio Gallione che vi dirige il versatile Neri Marcoré.

L’autore e regista catalano Cesc Gay possiede un talento speciale per tradurre in commedia i nodi della vita contemporanea: ne è prova la pièce “Vicini di casa” esilarante e vera con Amanda Sandrelli e Gigio Alberti.

Anche in “Salveremo il mondo prima dell’alba” il teatro funge da specchio della realtà, nei termini della comicità paradossale di Carrozzeria Orfeo che fa ritorno al Rossetti prendendo di mira il modello di vita contemporaneo, giunto a un punto di non ritorno.

Trae ispirazione dal romanzo di Silvia Ferreri “La madre di Eva” in cui Stefania Rocca affronta  da protagonista e regista, con garbo ed emozione, tematiche transgender. Ancora attualità in “Quasi amici”Massimo Ghini Paolo Ruffini nel testo tratto dall’omonimo film, sottolineano in modo divertente e sensibile l’importanza del dialogo, dell’inclusione e del confronto.

La giungla dell’era digitale in cui tutti si vaga è oggetto delle preoccupazioni degli Oblivion: perché ci si possa meglio destreggiare, in “Tuttorial” s’impegnano a creare con il loro originalissimo talento una “mappa canterina” per il pubblico.

In “Ezra in gabbia” con Mariano RigilloLeonardo Petrillo - autore e regista - si lascia ancora ispirare dalle vicende umane e dalla poesia di Ezra Pound.

La stagione di Prosa si chiuderà con un grande autore di cinema e teatro contemporaneo, Ferzan Ozpetek, che dopo il successo di “Mine Vaganti” trae ispirazione dalla sceneggiatura di “Magnifica presenza” per un nuovo coinvolgente spettacolo.

La stagione che lo Stabile identifica con lo spazio della Sala Bartoli sarà come sempre legata alle evoluzioni del teatro contemporaneo: non soltanto alla drammaturgia dei viventi dunque, che ha largo spazio e attenzione anche nel cartellone principale della Prosa. Si è scelto infatti di guardare al complesso della scena contemporanea, alle espressività che gli artisti più giovani e innovativi intrecciano per restituire al pubblico il loro punto di vista sul presente. Una koinée di linguaggi del corpo, parola, musica, coreografia e di contaminazioni fra arti, tecnologie, o anche l’essenzialità del teatro d’attore connota dunque i 24 titoli in programma.

Si parte da quattro produzioni, di cui abbiamo già parlato: legate ai giacimenti inestimabili della cultura del territorio “Saba” di Mauro Covacich, il pasoliniano “Noi sappiamo i nomi” dell’Accademia della Follia, ancora con Covacich “Svevo”“Lidodissea” di Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari invece affronta il tema del limite nella società contemporanea.

Si passa agli spettacoli ospiti con “Notti” della compagnia SlowMachine diretta da Rajeev Badhan che arricchisce la riflessione sulla grande letteratura russa intersecando Dostoevskij alla filosofia di Bauman, la recitazione al video live, nell’intento di esaminare il concetto di amore attraverso il tempo. “Giusto” di e con Rosario Lisma esplicita invece l’individualismo e la rabbia del contesto sociale nel post lockdown in un racconto tenero e sincero arricchito dalle illustrazioni  di Gregorio Giannotta. Si sviluppa nei termini di un thriller psicologico, sezionando torbide dinamiche familiari, “Sorella con fratello” di Alberto Bassetti, con Alessandro Averone e Alessandra Fallucchi.

Seguirà la ripresa di “Quell’anno di scuola”, produzione dello Stabile da Giani Stuparich e per la regia di Alessandro Marinuzzi.

Ribelle, anticonformista, visionario: così Corrado D’Elia ritrae nel monologo “Io Steve Jobs” l’uomo che attraverso la tecnologia ha cambiato il mondo.

Nel periodo del Giorno della Memoria lo Stabile non manca di stimolare la riflessione su una delle pagine più buie e importanti della Storia: un monito che in questa stagione arriva attraverso la musica e la resilienza dell’arte. Davide Casali e l’Orchestra Abimà eseguiranno in concerto musiche di Hans Krasa e Viktor Ullmann composte nel lager di Terezin, “Bundibar/Der Kaiser von Atlantis”. Nello stesso contesto Remo Girone darà vita con intensità a Simon Wiesenthal ne “Il cacciatore di nazisti” scritto e diretto da Giorgio Gallione.

Marianella Bargilli e Silvia Siravo portano in scena per la prima volta in “Spose” di Fabio Bussotti la storia d’amore di due donne che a inizio Novecento sfidarono la legge sposandosi.

Contaminazioni stimolanti nei successivi tre spettacoli: in “Fino alle stelle” di e con Tiziano Caputo e Agnese Fallongosi parte dalla Sicilia degli anni Cinquanta percorrendo l’Italia attraverso la sua tradizione musicale e i suoi dialetti. Il tennis è oggetto dell’avvincente crossing con i linguaggi della scena ne “Il muro trasparente” con Paolo Valerio.

Dopo lo straordinario successo registrato da “Satiri” Virgilio Sieni sarà nuovamente protagonista alla Sala Bartoli, questa volta anche come danzatore, assieme al ballerino non vedente Giuseppe Comuniello: la loro ricerca coreografica sfocia nell’emozionante “Danza cieca”.

“Storia di un oblio” - e di una colpevole ingiustizia - dall’originalissimo racconto di Laurent Mauvigner porta a Trieste un attore vibrante come Vincenzo Pirrotta diretto da uno dei massimi registi italiani, Roberto Andò. Ogni definizione appare riduttiva per la vorticosa comunicazione colta, fantasiosa, trasversale di Flavia Mastrella e Antonio Rezza, artisti che calamitano il pubblico e la critica più esigente che ha tributato loro ogni riconoscimento, dal Premio Ubu al Leone d’Oro alla Biennale di Venezia: saranno protagonisti di “Hybris”, in cui chiamano in causa a loro modo la società contemporanea e le sue vuote certezze.

Il “Discorso di Aristofane” sul continuo desiderio di ricongiungimento che anima i corpi, ispira “Symposion” dove i breakdancer della Compagnia Bellanda traducono questo anelito all’unione in una danza sensuale e naturale.

Tratto dal delicato romanzo di Claudia Schreiber, “La felicità di Emma” rivela il talento attoriale non solo comico di Rita Pelusio che vi restituisce una storia molto singolare di amore e solitudini.

Il teatro d’attore, potente, essenziale, magistrale domina “Una relazione per un’accademia” primo omaggio a Kafka nel centenario della morte. Un inno alla libertà in cui Tommaso Ragno, bravissimo e reduce dall’acclamato “M. Il figlio del secolo” interpreta la riflessiva e malinconica scimmia protagonista.

Ancora un anniversario - quello dell’assassinio di Giacomo Matteotti - è alla base del lavoro del Teatro dei Borgia“Giacomo” dove con rara intensità Elena Cotugno “presta” il proprio corpo, la propria voce, al discorso politico che ne emerge in modo significativo.

Incarna la vocazione al green “Mi abbatto e sono felice” di e con Daniele Ronco. Non solo sensibilizza nei contenuti, ma provvede anche a tutti gli aspetti dello spettacolo nell’ottica della gestione ecologica delle risorse: lo spettacolo è illuminato grazie all’attore che pedala!

“Orlando Furioso” da Ariosto nella caleidoscopica e contaminata regia di Jazmin Sequeira arriva allo Stabile nell’ambito del pluriennale rapporto con il Dramma Italiano di Fiume. Lettura attualizzata e avvincente e nell’ensemble attoriale figura l’ottima Ariella Reggio.

Preceduto da una maestosa anteprima - il debutto assoluto in Italia di “The Phantom of the Opera” di Andrew Lloyd Webber, con un cast di sole stelle - che rappresenta uno dei massimi eventi internazionali dell’estate 2023 e che sta nascendo proprio in queste ore sul palco del Rossetti, il cartellone “Politeama” si presenta generoso sia nel numero delle proposte, sia nella loro varietà e nel loro livello artistico. Teatro musicale, recital, danza, comicità, circo: ecco la pluralità di generi e linguaggi attraverso cui lo Stabile tradizionalmente stimola e avvince un pubblico sempre più ampio e transgenerazionale.

Si inizia a ottobre con la coproduzione “Il Vajont di tutti” di Andrea Ortis. “Cetra una volta” riporterà il pubblico su un piano più giocoso ed eclettico: Stefano Fresi, Toni Fornari ed Emanuela Fresi fanno omaggio al mitico quartetto costruendo un gioiello di parodie musicali, canzoni, leggerezza.

La musica è protagonista ne “Il Marchese del Grillo” con Max Giusti che grazie all’intuizione di Massimo Romeo Piparo passa dalla celebre sceneggiatura di Monicelli al palcoscenico, conservandone tutta la verve.

La linea della comicità percorre il cartellone a partire da “Dizionario Balasso” vivo dello spirito dell’artista veneto, che si scaglia in modo divertente contro “tag” e definizioni poco sfumate.

Lo Stabile rivolge attenzione anche ai giovanissimi e alle loro famiglie: nasce da un’idea di Gigi Proietti, realizzata dalle sue figlie, il coloratissimo musical “Pippi Calzelunghe” diretto da Fabrizio Angelini.

L’organizzazione di un matrimonio pone ogni coppia davanti a una prova complessa! Lo raccontano i comici Katia Follesa e Angelo Pisani in “Ti posso spiegare”.

John Kandler per le musiche intessute di jazz, Fred Ebb per un libretto dall’attualità spiazzante, Bob Fosse inarrivabile creatore di coreografie sofisticate: è “Chicago” la nuova produzione di Stage Enterteinment diretta da Chiara Noschese.

Chi ha assistito al loro debutto al Rossetti non mancherà al nuovo appuntamento con gli esilaranti artisti di Machine de Cirque che in “La Galerie” fondono acrobazia e clownerie e si addentrano fra le opere di un museo.

Vanessa Incontrada è protagonista di “Scusa sono in riunione” commedia di Gabriele Pignotta che prende di mira i nodi irrisolti della generazione dei quarantenni.

Si ritorna poi al musical con “Rapunzel”: cast guidato da Lorella Cuccarini, una scena mutevole e fiabesca e la sapiente regia di Maurizio Colombi garantiscono uno show che conquista tutti.

Una parentesi dedicata alla danza, arriva a dicembre con il tradizionale appuntamento con “Lo Schiaccianoci”nell’edizione raffinata coreografata da Luciano Cannito ed eseguita dalla Roma City Ballet Company,  fra le più recenti e ammirate formazioni italiane.

Eccellente preparazione tecnica e una lettura dei grandi titoli del repertorio molto ironica e fuori dagli schemi, sono i punti di forza della compagnia americana de Les Ballets Trockadero de Monte Carlo che ritorna al Politeama.

È tradizione natalizia la presenza del “Galà dell’Operetta e del Musical” con la FVG Orchestra diretta da Romolo Gessi, in collaborazione con l’Associazione Internazionale dell’Operetta.

Ed anche il capodanno si festeggia a teatro! Il 2024 arriverà su note gospel e fra mille risate, grazie a “Sister Act”, il musical di Alan Menken prodotto da Stage Entertainment.

Arturo Brachetti Luciano Cannito inventano assieme una regia ricca di effetti per il musical “Cabaret” con la partitura di John Kandler e protagonisti Diana Del Buffalo, reduce del successo di “Sette spose per sette fratelli” e lo stesso Brachetti.

La stagione proseguirà alternando titoli di musical e di danza internazionale: “Lights in the Dark” del giapponese YOKOImodula la ricerca del coreografo sull’elettroluminescenza con l’universo dei manga e dei videogiochi e la danza hip hop. È invece frutto della creatività italiana l’edizione di “Cats”, il capolavoro di Webber che Massimo Romeo Piparoambienta sullo sfondo di Roma. Nel cast Malika Ayane nel ruolo di Grizabella.

Daniel Ezralow definito “genio moderno della coreografia”, strega il pubblico con “Open” uno spettacolo “aperto al mondo, al cuore, senza remore” che è la summa della sua creatività e filosofia.

E poi il ritorno di una star del calibro di Giò Di Tonno, che abbandonati i panni di Quasimodo in “Notre Dame” diventa “il cattivo” in “Peter Pan”: eccolo nei panni di Capitan Uncino, diretto da Maurizio Colombi in una favola resa ancor più coinvolgente dalle canzoni di Edoardo Bennato.

La conclusione della stagione “Politeama” è “a tutto musical” con “Saranno Famosi” ideato da David De Silva sulla scia del celebre film e della serie televisiva degli anni Ottanta: un inno d’amore per il mondo dello spettacolo con protagonisti di pregio fra cui Lorenza Mario, Garrison Rochelle, Stefano Bontempi. Ritorna poi “Billy Elliot” con le musiche di Elton John: storia costruttiva e commovente di un talento che fiorisce. Massimo Romeo Piparo lo porta in scena con un cast in cui brillano i nomi di Giulio Scarpati e Rossella Brescia.

Per i più piccoli ci sarà anche “Malèfici” con I Muffins su testo di Dario Vergassola: un family show fantasioso e musicale per capire se i cattivi delle favole volevano proprio esser tali.

Conclusione con la gioiosa festa di “Grease”: ripreso dalla Compagnia della Rancia, con la regia di Saverio Marconi e un cast completamente rinnovato, il musical evergreen di Jim Jacobs e Warren Casey racconta una storia di crescita, amore, affermazione di sé.

Nel corso della stagione si aggiungerà alla programmazione istituzionale dello Stabile il consueto ventaglio di concerti e appuntamenti fuori abbonamento.

Com’è ormai consuetudine anche nella Stagione 2023-2024 sarà proposto un ricco carnet di appuntamenti collaterali, per approfondire, conoscere, incuriosire il pubblico: preziosa in quest’ambito la sinergia con partner quali l’Università degli Studi di Trieste, i Civici Musei di Storia e Arte, il Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste, la British School del Friuli Venezia Giulia per gli incontri del ciclo “Peter Brown presents”. La programmazione di questi eventi collaterali sarà comunicata a settembre.

PRESENTAZIONE VIDEO STAGIONE ROSSETTI (PROSA)

 

PRESENTAZIONE VIDEO STAGIONE POLITEAMA (MUSICAL & EVENTI)

 

PRESENTAZIONE VIDEO STAGIONE SALA BARTOLI & GENERALI (ALTRI PERCORSI)

 

 

 

Congratulazioni

Errore

Iscriviti alla newsletter