LA FELICITÀ


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  • Crediti

    di Éric Assous

    traduzione di Filippo Ottoni

    regia Gianfelice Imparato

    con Gianfelice Imparato e Alessandra D’Ambrosio

    assistente alla regia Roberto Capasso

    scene e costumi Francesca Garofalo

    disegno luci Dario Russo

    produzione I Due della Città del Sole S.r.l.

Da poco scomparso, Éric Assous scrive in modo ironico e riflessivo: Gianfelice Imparato dirige - e recita con Alessandra D’Ambrosio - la pièce che racconta croci e delizie dell’amore dopo gli “anta”.
 

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Posto unico Interi € 19 | Ridotti € 16 | 1★

Last minute € 15

 

Prenotazioni stelle/abbonamento libero 08/10 h. 10.00

Vendita biglietti/school card 10/10 h. 10.00

Martedì 12 Novembre
19:30
Mercoledì 13 Novembre
20:30
Giovedì 14 Novembre
21:00

Da poco scomparso, Éric Assous è un autore talentuoso, dalla scrittura riflessiva e allo stesso tempo capace di tenerezza e ironia. Due volte premio “Molière de l'auteur francophone vivant” ha ricevuto anche il Grand prix du théâtre dell’Académie Française per la sua attività di drammaturgo. Oltre che per il teatro, ha scritto sceneggiature per il cinema e molti radiodrammi.

Il suo stile ed il modo originale con cui indaga il sentire contemporaneo hanno attratto l’attenzione di Gianfelice Imparato, regista e interprete - assieme ad Alessandra D’Ambrosio - de “La felicità”.

Dinamiche di coppia, questo il tema della pièce, ma il taglio scelto dall’autore è singolare - si parla infatti d’amore dopo gli “anta” - ed anche il modello della costruzione drammaturgica lo è: cinque quadri - scanditi da mutamenti di musica e luce - raccontano sei mesi di vita di una coppia, dal primo casuale incontro, dagli imbarazzi della prima notte assieme, alla costruzione dei rituali comuni, fino al matrimonio.

Il percorso non è dei più lineari: se l’amore è assieme meraviglioso e difficile per tutti, ancor di più sembra diventarlo per due persone mature come i protagonisti - Alessandro e Luisa - che sulle spalle portano il peso di figli già avuti, di responsabilità, e il pregiudizio di divorzi e delusioni già vissuti. Ma «Non è perché non abbiamo più vent’anni che non abbiamo più diritto alle illusioni» evidenzia una battuta focale della commedia, capace di  intrigare gli spettatori attraverso un susseguirsi di paradossi, bugie, sorprese ma anche di delicatezza.

Congratulazioni

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