-
Crediti
di Éric Assous
traduzione di Filippo Ottoni
regia Gianfelice Imparato
con Gianfelice Imparato e Alessandra D’Ambrosio
assistente alla regia Roberto Capassoscene e costumi Francesca Garofalo
disegno luci Dario Russo
produzione I Due della Città del Sole S.r.l.
Da poco scomparso, Éric Assous scrive in modo ironico e riflessivo: Gianfelice Imparato dirige - e recita con Alessandra D’Ambrosio - la pièce che racconta croci e delizie dell’amore dopo gli “anta”.
Clicca qui per l'acquisto con l'abbonamento libero/stelle
Clicca qui per l'acquisto dei biglietti sul circuito Vivaticket
PREZZO DEI BIGLIETTI
Posto unico Interi € 19 | Ridotti € 16 | 1★
Last minute € 15
Prenotazioni stelle/abbonamento libero 08/10 h. 10.00
Vendita biglietti/school card 10/10 h. 10.00
Da poco scomparso, Éric Assous è un autore talentuoso, dalla scrittura riflessiva e allo stesso tempo capace di tenerezza e ironia. Due volte premio “Molière de l'auteur francophone vivant” ha ricevuto anche il Grand prix du théâtre dell’Académie Française per la sua attività di drammaturgo. Oltre che per il teatro, ha scritto sceneggiature per il cinema e molti radiodrammi.
Il suo stile ed il modo originale con cui indaga il sentire contemporaneo hanno attratto l’attenzione di Gianfelice Imparato, regista e interprete - assieme ad Alessandra D’Ambrosio - de “La felicità”.
Dinamiche di coppia, questo il tema della pièce, ma il taglio scelto dall’autore è singolare - si parla infatti d’amore dopo gli “anta” - ed anche il modello della costruzione drammaturgica lo è: cinque quadri - scanditi da mutamenti di musica e luce - raccontano sei mesi di vita di una coppia, dal primo casuale incontro, dagli imbarazzi della prima notte assieme, alla costruzione dei rituali comuni, fino al matrimonio.
Il percorso non è dei più lineari: se l’amore è assieme meraviglioso e difficile per tutti, ancor di più sembra diventarlo per due persone mature come i protagonisti - Alessandro e Luisa - che sulle spalle portano il peso di figli già avuti, di responsabilità, e il pregiudizio di divorzi e delusioni già vissuti. Ma «Non è perché non abbiamo più vent’anni che non abbiamo più diritto alle illusioni» evidenzia una battuta focale della commedia, capace di intrigare gli spettatori attraverso un susseguirsi di paradossi, bugie, sorprese ma anche di delicatezza.