Votazioni aperte dal 4 Febbraio
  • Crediti

    drammaturgia Elisabetta Pozzi

    con Elisabetta Pozzi
    con la collaborazione di Massimi Fini

    spazio scenico Guido Buganza

    movimenti Alessio Romano

    musiche e disegno luci Daniele D’Angelo

    produzione Centro Teatrale Bresciano

Magnetica e colta, Elisabetta Pozzi ama il mito classico: in un mosaico di brani da Eschilo a Seneca, da Ritsos a Pasolini, sulle musiche di Daniele D’Angelo, fa dell’inascoltata Cassandra un potente e vivo profilo di donna.
 

PREZZO DEI BIGLIETTI

Posto unico Interi € 19 | Ridotti € 16 | 1★

Last minute € 15

 

Prenotazioni stelle/abbonamento libero 07/01 h. 10.00

Vendita biglietti/school card 09/01 h. 10.00

Martedì 4 Febbraio
19:30
Mercoledì 5 Febbraio
21:00
Giovedì 6 Febbraio
21:00
Venerdì 7 Febbraio
19:30

Da poco insignita del prestigioso Premio Simoni, Elisabetta Pozzi, attrice fra le più ammirate in Italia, magnetica e colta, vibrante e duttile, ritorna sul palcoscenico del Teatro Stabile, dopo l’indimenticabile prova in “Maria Stuarda” di Schiller diretta da Davide Livermore.

Da molti anni si è appassionata alla ricerca sui temi del Mito e li ha approfonditi sia attraverso lo studio di autori classici, sia attraverso attualizzazioni e scritture di contemporanei. Una figura archetipo della cultura occidentale, a cui Elisabetta Pozzi ha sempre dedicato uno sguardo particolare è quella di Cassandra, che pone al centro del suo ultimo lavoro “Cassandra. O dell’inganno”. Dotata del potere di conoscere il futuro ma condannata a restare inascoltata, un’eletta ma sola e impotente, Cassandra incarna un profilo femminile universale, tragico e contemporaneamente forte e fragile. L’attrice offre meravigliosa voce ad ognuna di queste sfumature, si addentra nelle complessità di Cassandra interpretando una drammaturgia originale, da lei stessa costruita, che attraversa testi di Eschilo ed Euripide per passare poi da Seneca a Christa Wolf, da Omero a Ghiannis Ritsos fino a Wislawa Szymborska e Pier Paolo Pasolini. Fra questi, il filo rosso di un’elegante partitura musicale composta per lo spettacolo da Daniele D’Angelo. La conclusione  del monologo, che Elisabetta Pozzi scrive con Massimo Fini, prefigura un futuro incerto dove l’uomo rimane intrappolato nella propria stessa incapacità di porsi alcun limite.

Congratulazioni

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