LA COSCIENZA DI ZENO
  • Crediti

    di Italo Svevo

    adattamento di Monica Codena e Paolo Valerio

    regia di Paolo Valerio

    scene e costumi di Marta Crisolini Malatesta
    movimenti di scena di Monica Codena
    video di Alessandro Papa

    luci di Gigi Saccomandi

    produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Goldenart Production

Capolavoro della letteratura del Novecento, antesignano e di respiro potentemente europeo, ironico e affascinante, “La coscienza di Zeno” celebra nel 2023 i cent’anni dalla pubblicazione. Il Teatro Stabile lo porta in scena per la regia di Paolo Valerio nell’ambito di un percorso di ricerca dedicato agli importanti giacimenti culturali di Trieste e del territorio.

La figura di Italo Svevo ed il suo romanzo psicanalitico vi rappresentano un momento di grande significato. “La coscienza di Zeno”, d’altra parte, possiede anche una vivace teatralità, per la sperimentazione di una scrittura innovativa e per il suo essere dominata dalla coinvolgente, complessa e attualissima figura di Zeno Cosini. Il romanzo sgorga dagli appunti del protagonista che si sottopone alle cure dello psicanalista Dottor S per risolvere il suo mal di vivere, la sua nevrosi e incapacità di sentirsi “in sintonia” con la realtà. Il suo percepirsi inetto e malato, ed i suoi ostinati - ma mai del tutto convinti - tentativi di cambiare, portano Zeno ad attraversare l’esistenza intrecciando quotidianità borghese ad episodi surreali ricchi di humour e ad illuminazioni che possiedono una forza che ancora ci scuote.
Zeno è sempre stato interpretato da grandi attori: Renzo Montagnani, Giulio Bosetti, Alberto Lionello che fu anche protagonista dello sceneggiato Rai, sempre in televisione Johnny Dorelli. Ora avrà il volto di Alessandro Haber, un attore dal carisma potente e dall’istinto scenico assolutamente personale, che fuori da ogni cliché sa coniugare ironia e profondità.

LA RASSEGNA STAMPA

L’ARTE DI PENSARE LA GUERRA E LA PROFEZIA DI ITALO SVEVO

«(…) in una guerra totale non ci sarebbero vincitori, soltanto vinti. Eppure l’altra sera il pubblico del Teatro Quirino a Roma, dove il regista Paolo Valerio e l’attore Alessandro Haber portano in scena “La coscienza di Zeno”, è rabbrividito nell’ascoltare l’ultima frase del capolavoro di Svevo (…) Siamo ancora in tempo per evitare tutto questo. Mai come ora servirebbe un governo del mondo. E invece assistiamo al grande ritorno dei nazionalismi. E, forse, anche dei pazzi».

Corriere della Sera - Aldo Cazzullo

 

«Haber giganteggia sulla scena centellinando con straniante compiacimento una costante autoanalisi del personaggio: cavilloso, spietato, surreale, il processo che intenta contro se stesso parlando a posteriori risulta teatralmente molto efficace. È un uomo maturo, ormai parte della società di cui si percepiva estraneo, che dialoga criticamente con un “io” giovane (Alberto Onofrietti), inetto, intossicato dal fumo e dall’incapacità di prendere decisioni e di agire»

Sipario - Elena Pousché

 

DENTRO LA COSCIENZA DI ZENO, IL TEATRO DEI RICORDI

«L’impianto scenico e drammaturgico, con la regia di Paolo Valerio, è funzionale a questa spietata macchina della memoria che trova posto in un palco squintato e vuoto (scene e costumi sono di Marta Crisolini Malatesta) (…) Ma al di là delle singole prove, la messinscena di Valerio, complice l’adattamento dello stesso regista e di Monica Codena, ha il pregio di aver trovato una forma teatrale viva, moderna e specifica per le parole di Svevo senza cadere nella facile trappola della mera illustrazione».

Teatroecritica.net - Andrea Pocosghich

 

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