26 OTTOBRE UN MARE DI OMBRELLI
  • 1h 20' senza intervallo
  • Crediti

    di Gianni Gori

    regia teatrale a cura di Paolo Valerio
    regia del radiodramma di Mario Mirasola

    con Fulvio Falzarano, Maria Grazia Plos, Mariella Terragni, Andrea Germani, Giulio Cancelli
    Ottavia Castellacci, Clara Fedi, Edoardo Pahor

    produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Rai Friuli Venezia Giulia
    in collaborazione con RAI Friuli Venezia Giulia

Trieste: la notte tra il 25 e il 26 ottobre 1954 rievocata nella forma di un originale radiofonico. Di quella radio che ancora era, in ogni casa, la finestra privilegiata sul mondo, Gianni Gori scrive un radiodramma che - nell’ambito delle celebrazoni del 1954 e in collaborazione con la Rai FVG - sarà recitato dagli attori di riferimento alla radio ma anche “dato” in scena, come se si fosse in uno studio di registrazione.
In un interno borghese le memorie, i sentimenti, i diversi pensieri di tre generazioni si affollano nella notte che precede l’entusiasmo di una città intera, per un evento che segna per Trieste, con nove anni di ritardo (non senza amarezze, perdite e ferite dolorose) la fine della guerra.

Trieste, la notte tra il 25 e il 26 ottobre 1954: viene rievocata nella forma di un originale radiofonico, di quella radio che ancora era, in ogni casa, la finestra privilegiata sul mondo. E il pubblico, grazie alla collaborazione fra lo Stabile regionale e la Rai Friuli Venezia Giulia,  avrà la straordinaria opportunità sia di ascoltare il radiodramma - che dalla Rai verrà trasmesso a puntate - sia di assistervi, alla Sala Bartoli, mentre viene realizzato, con l’intreccio sapiente di tutti gli effetti, i segreti, i rumori, le musiche, la recitazione degli attori.

Si parla della vigilia di un evento che segna per Trieste, con nove anni di ritardo (non senza amarezze, perdite e postumi di ferite dolorose) la fine della guerra.  In un interno borghese le memorie, i sentimenti, i diversi pensieri di tre generazioni si affollano e si condensano nella notte che precede l’entusiasmo celebrato da una città intera, prima della manifestazione ufficiale e solenne del 4 novembre alla presenza del Presidente della Repubblica. Un insegnante (triestino di adozione), la moglie (corista al Teatro Verdi), i loro figli prossimi alla maggiore età ed entrambi studenti, un suocero che ha vissuto pure (con l’uniforme del k.u.k) la “lunga notte” della prima guerra, sono le quattro voci principali che si scambiano il  filo  narrativo nelle sequenze del radiodramma.  “Un mare di ombrelli” è l’immagine simbolo della città che in quella “giornata particolare” sferzata dalla pioggia gelida si riversa e dilaga verso le rive spinta da una commozione irrefrenabile.

Congratulazioni

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