SABA
  • 1h senza intervallo
  • Crediti

    di e con Mauro Covacich

    a cura di Alberto Giusta

    produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

Con questo spettacolo si conclude quella che Mauro Covacich definisce la “trimurti triestina”: una trilogia che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ha voluto produrre e che porta in scena a Trieste e sul territorio nazionale per valorizzare gli inestimabili giacimenti culturali del proprio territorio e in particolare di una città - Trieste - che ha ispirato e dato i natali ad alcuni dei nomi fondamentali della letteratura del Novecento.

Dopo Svevo e Joyce, ecco comparire all’orizzonte il grande cantore della città, colui che per l’immaginario collettivo rappresenta lo spirito del luogo, avendo posto i suoi versi a suggello del volto di Trieste, senza essersi mai stancato di attraversarla, scrutarla, ritrarla. Eppure il rapporto tra Umberto Saba e la sua città è tutt’altro che idilliaco, segnato da un moto continuo di allontanamento e avvicinamento pieno di ombre e ripensamenti, una doppiezza emotiva che Covacich allestisce davanti agli occhi dello spettatore pescando con disinvoltura dalle lettere private, dalle poesie più note, ma anche dai siparietti familiari, intrecciando la vicenda personale del poeta con la propria. Il risultato – di fatto il terzo atto di “un’autobiografia per procura” – è un ulteriore, spiazzante confronto con i numi tutelari del Novecento triestino, l’ultimo dei tre giganti, quello che forse più degli altri ha creduto nella perfetta sovrapposizione di arte e vita, il poeta che, anche a rischio di risultare prosaico, ha cercato di restituire la complessità dell’esistenza con la semplicità delle parole che sanno arrivare al cuore.

Congratulazioni

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